Il Sole 24 Ore

Lactalis è più vicina al delisting di Parmalat

- Simone Filippetti

La conquista totale di Parmalat si fa sempre più vicina per i francesi di Lactalis. Al gigante europeo del latte basterà racimolare appena un 2% di Parmalat per cantare vittoria.

Nel 2011 la più grande azienda di latte italiana era finita sotto l’ombrello di Lactalis (che aveva lanciato una scalata da quasi 4 miliardi di euro).

Sei anno dopo, il nuovo proprietar­io transalpin­o, forte di una maggioranz­a bulgara dell’87%, ha deciso che è arrivato il momento di portare via la controllat­a dalla Borsa (verso cui il gruppo francese ha un’avversione morbosa).

Ha così lanciato un’offerta (a 2,8 euro) per farsi consegnare i titoli (pochi per la verità) ancora in circolazio­ne. Il traguardo è a portata di mano, sulla carta: serviva solo il 2,76% (abbassato al 2,26%) di capitale per arrivare alla fatidica soglia del 90% che farebbe scattare la revoca della quotazione delle azioni.

Ma sulla strada di Lactalis si stagliano due ostacoli: il primo si chiama Amber. Il fondo attivista (speculativ­o a dar retta ai detrattori) è a capo di un’agguerrita minoranza che da anni dà battaglia senza esclusione di colpi contro Lactalis (sulla gestione di Parmalat).

Il secondo, ancor più problemati­co, è il mercato: dal giorno dell’annuncio dell’Opa, a fine dicembre, il titolo Parmalat è schizzato sopra il prezzo offerto dai francesi, senza mai scendere. Oggi Parmalat quota in Borsa 3 euro. Se sul mercato il titolo vale un 10% secco in più rispetto a quanto paga Lactalis, perché mai un azionista dovrebbe consegnare i titoli ai francesi quando potrebbe guadagnare di più vendendoli sul mercato? Sul cammino del delisting, si è anche messa in mezzo Consob: la scorsa settimana la Commission­e che vigila sui mercati aveva sospeso l’iter dell’Opa per chiedere maggiori informazio­ni sull’operazione. Evidenteme­nte le risposte di Lactalis devono aver soddisfatt­o gli sceriffi di Borsa perché ieri è stato annunciata la ripresa dell’istruttori­a che si chiuderà in ogni caso entro il 31 gennaio. A fine mese, dovrebbe con ogni verosimigl­ianza arrivare il via libera dell’Autorità al prospetto informativ­o. A quel punto partirà l’Opa che durerà 4 settimane. Ai primi di marzo, arriverà il verdetto finale. Ma ecco il jolly uscito dalla manica per i francesi: nel 2011, ai tempi della scalata di Lactalis a Parmalat, la soglia per il delisting fu alzata da Consob al 90,5%. Ieri invece è arrivata la notizia che è stata ripristina­ta la soglia originaria. Dunque alla famiglia Besnier, proprietar­ia di Lactalis, basterà ancora meno, il 2,26% (invece del 2,76%), per raggiunger­e il risultato. Parmalat ha un flottante risicato (il 13%) di cui una buona fetta è in mano proprio ad Amber. Ma rastrellar­e appena il 2% è impresa assolutame­nte alla portata.

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