Ermotti: non sorprendono le aggregazioni finanziarie
Il ceo di Ubs commenta i conti 2016
p «Il 2016 è stato un anno sfidante, ancor più del 2015. I nostri risultati operativi sono buoni. Ci manteniamo competitivi e profittevoli, questo grazie alla disciplina con cui applichiamo la nostra strategia, alla diversificazione geografica e del business, alla riduzione dei costi». Sergio Ermotti, ceo di Ubs, fa il punto con Il Sole 24 Ore sui risultati 2016 della maggior banca elvetica. L’utile netto è stato di 3,3 miliardi di franchi, -46% sul 2015. Si tratta comunque di una cifra rilevante e nel 2015, ricorda inoltre il numero uno di Ubs, c’erano nel risultato netto annuale circa 2,5 miliardidivocistraordinarie.Tenendo conto di queste, la differenza si riduce di molto, sottolinea il ceo. Nel solo quarto trimestre 2016, l’utile netto è stato di 738 milioni di franchi. Un dato inferiore ai 949 milioni dello stesso periodo del 2015 ma superiore alle attese dagli analisti. Una parte di questi poi fa notare un deflusso di capitali sui Mercati Emergenti. «Ma il deflusso di capitali nell’area dei Mercati Emergenti - dice Ermotti - è dovuto soprattutto ai programmi di regolarizzazione fiscale. Nonostante questo, il nostro gruppo comunque ha avuto nel 2016 nel complesso un afflusso netto rilevante di capitali per 42 miliardi di franchi».
Il top manager ticinese indica anche quanto fatto dal gruppo per quel che concerne bilancio e mezzi propri. «Il gruppo Ubs prima della crisi finanziaria 2007/08 - dice Ermotti - aveva un bilancio di 2500 miliardi di franchi. Oggi abbiamo un bilancio di circa 900 miliardi, di cui 200 miliardi circa in bond governativi o liquidità. Ma il capitale di cui disponiamo è di ben 73 miliardi. Si può vedere chiaramente quanta strada abbiamo fatto in termini di solidità finanziaria».
Per Ermotti il settore finanziario in generale a questo punto avrebbe bisogno di qualcosa di nuovo su due terreni decisivi: crescita e tassi di interesse. «Non solo la nostra banca, tutto il settore finanziario a livello internazionale ora ha bisogno di crescita delle economie e di tassi di interesse non più negativi». Il numero uno del gruppo bancario rossocrociato esprime la sua valutazione anche sul mercato italiano e sulle ipotesi di grandi aggregazioni finanziarie. «In Italia il nostro gruppo sta crescendo - spiega Ermotti a il Sole 24 Ore - e gli affari vanno bene nonostante un quadro macroeconomico non tra i migliori. Per quel che riguarda il progetto Intesa-Generali, non commentiamo nello specifico dellìeventuale operazione. Posso solo dire, più in generale, che non mi sorprende vedere potenziali aggregazioni, il consolidamento fa infatti parte delle risposte che il settore finanziario deve dare in Europa in questafase,èfisiologicoedèlegatoalla necessaria competizione». Ermotti ieri ha anche ribadito che Ubs è preparata e flessibile per ogni tipo di soluzione su Brexit e ha affermato che non si aspetta dal nuovo presidente Usa Trump grosse riforme finanziarie o una grossa deregolamentazione. A Zurigo ieri il titolo Ubs ha chiuso con un -4,5%, in una giornata in cui anche altri big bancari hanno ceduto terreno. Seconda una parte degli analisti, è possibile anche che vi siano state prese di beneficio, dopo la fase precedente di rialzi.