Re cord per S& P 500 e Dax, giù Milano
Piazza Affari segna -50% mentre Wall Street vola con il dollaro in ripresa
Wall Street, la rediviva. La Borsa Usa, che ha innescato la crisi economica più lunga della storia moderna, si è issata sulle ceneri: negli ultimi dieci anni il valore delle azioni dell’S&P 500 e di quelle del Dow Jones Industrial è aumentato del 60%, e quello del Nasdaq è più che raddoppiato, in gran parte grazie agli stimoli monetari della banca centrale Usa, che dal 2009 al 2014 ha iniettato oltre 4mila miliardi di dollari sui mercati per far fronte al collasso dei mutui e di Lehman Brothers.
Dopo l’apprezzamento del dollaro, il guadagno teorico è ancora maggiore per gli i nvestitori dell’area euro, pari al 90% per S&P 500 e Dow Jones Industrial e al 178% per il Nasdaq. Inoltre, le promesse di Donald Trump per una politica favorevole all’industria domestica — quando l’economia a stelle e strisce mostra già produttività e occupazione sature — hanno dato una spinta ulteriore agli acquisti; gli indici di New York nei giorni scorsi hanno aggiornato i massimi assoluti e il Dow Jones ha superato la soglia dei ventimila punti.
Diversa è la situazione in Eurozona, che riflette nelle Borse la sua storia frammentata: dal 2007 l’indice di Piazza Affari, pressata dal debito pubblico e dalle difficoltà delle banche, si è dimezzato (-50% il Ftse All Share), l’Ibex spagnolo è sotto del 36% e il Cac francese del 14%, mentre il Dax tedesco segna +70%. La mano- vra espansiva della Bce ha fermato la speculazione sui titoli di Stato, sorretto i Paesi in difficoltà e tenuto insieme l’Unione Europea, ma non può sciogliere i dubbi sulle prospettive delle economie nazionali. Tuttavia, il Vecchio Continente è la grande scommessa di Borsa del 2017, visto che il rapporto prezzo/ utili è più conveniente che negli Usa (in media a 20 contro 23) e gli utili aziendali del quarto trimestre 2016 sono in aumento del 13,6% (ma segnano -42% in Italia) a fronte del 6,8% delle aziende statunitensi.