Il Sole 24 Ore

Nel 2016 la raccolta rallenta ma per il patrimonio è record

Il saldo dei gestori è pari a 55 miliardi, in calo rispetto ai 141 del 2015 Intesa Sanpaolo in vetta alla classifica annuale

- Isabella Della Valle

È dal 2013 che l’industria del risparmio gestito chiude i bilanci annuali con i conti in attivo (il segmento dei fondi dal 2012). Tre anni, dunque, che i gestori portano a casa non solo flussi di raccolta, ma anche la fiducia dei risparmiat­ori. Il 2016 è uscito di scena con un saldo positivo per 55 miliardi, evidenzian­do però, un netto rallentame­nto rispetto ai 141 miliardi incassati nel 2015, ai 133 realizzati nel 2014 e ai 62 miliardi incassati nel 2013. Una parabola discendent­e che comunque, anche alla luce di quanto accaduto nell’anno appena terminato, è nell’ordine delle cose.

Ma se i flussi di raccolta sono calati, lo stesso non si può dire per il patrimonio dell’industria che invece a fine dicembre ha raggiunto il nuovo massimo storico a 1.937 miliardi, con un incremento del 6,3% rispetto allo scorso anno. La maggior parte delle masse è ancora investita nei prodotti obbligazio­nari (42%), che sono stati anche i prodotti più gettonati con un saldo annuo di quasi 19 miliardi.

Il 2015 è stato senza dubbio l’anno d’oro dell’asset management tricolore; mai prima di allora i gestori erano riusciti a raccoglier­e così tanto e difficilme­nte un da- to simile sarà replicabil­e.

Certo, nel 2016 sono successe molte cose che hanno messo alla prova l’attività dei money manager e l’intraprend­enza dei sottoscrit­tori: petrolio sotto i 30 dollari al barile, oro ai massimi degli ultimi 30 anni, tensioni geopolitic­he alle stelle, attentati terroristi­ci, Brexit e l’elezione a sorpresa di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Tutti elementi inaspettat­i che, come tali, hanno creato non poca incertezza, ma che alla fine non hanno inciso più di tanto sulla dinamica del settore. Non solo. C’è stato anche fermento tra gli operatori: la cessione di Pioneer alla francese Amundi da parte di UniCredit, il maxi-accordo tra Anima Holding, Poste e Cdp per il conferimen­to di Banco Posta Sgr ad Anima Sgr, la nascita di Banco Bpm in seguito alla fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare (senza escludere per il futuro un’eventuale fusione tra Anima e Aletti Gestielle). Ora i riflettori sono puntati su Generali e Intesa, ma questa è una storia ancora da scrivere.

Indubbiame­nte la tendenza alla concentraz­ione del settore è sempre più evidente e non da oggi. Negli anni i processi di aggregazio­ne anche con realtà straniere hanno dato vita a veri e propri colossi. Tanto per avere un’idea, al momento i primi cinque gruppi per patrimonio, gestiscono oltre il 60% del totale dell’industria.

Restando i n tema di gruppi, quelli che nel corso del 2016 hanno incassato di più in assoluto sono stati Intesa Sanpaolo, Amundi, Anima Holding e Ubi Banca.

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