« Il 2017 del risparmio parte dai Pir »
Da dove parte l’industria del risparmio per il 2017?
Dalla necessità di investire in modo più diversificato e consapevole. L’industria si sforza di accompagnare gli investitori verso l’economia reale anche perchè l’era in cui si investiva solo in titoli di Stato e immobili è finita.
Il riferimento è ai Pir?
Sì. L’Italia ha fatto un passo importante grazie al Governo. Con i piani in- dividuali di risparmio, ha creato un incentivo fiscale disegnato bene, delineando una nuova frontiera per l’investimento nel lungo termine. Il focus sarà accompagnare gli investimenti verso i settori produttivi nazionali, in una logica di diversificazione.
Ma questi strumenti non sono immediati da comprendere per il piccolo risparmiatore e soprattutto richiedono un approccio diverso...
Infatti intendiamo fare molta educazione finanziaria su questo tema, affinchè ci sia piena consapevolezza. Non dobbiamo solo spiegare la natura dell’investimento, ma fare in modo che cambi l’approccio del sot- toscrittore che dovrà passare dalla logica della rendita alla visione quasi “imprenditoriale” all’investimento.
Come? Mi faccia un esempio.
Spiegando per esempio che anche la famiglia può aiutare direttamente l’economia reale, trovando migliori rendimenti.
A che punto è l’offerta di questi strumenti?
Alcune società sono già partite (Anima Sgr e Arca Sgr, ndr) e molte si stanno preparando a farlo.
Che cosa manca ancora da un punto di vista normativo?
Con il Governo bisogna ancora definire qualche aspetto per precisare il quadro fiscale. L’obiettivo è anche mi- nimizzare burocrazia su questi prodotti creando un’offerta più accessibile. Inoltre stiamo lavorando chi li colloca per rendere questi prodotti ancora più interessanti.
Come impatterà la hard Brexit sul settore?
A dispetto di ciò che si crede, ci sarà rafforzamento del mercato unico europeo con un ulteriore sviluppo dei grandi gruppi da un lato e delle boutique specializzate dall’altro. Come italiani abbiamo una grandissima risorsa che dobbiamo valorizzare. Ci saranno più competenze di tutti i Paesi, più competizione e più capacità di innovazione.