Il Sole 24 Ore

Il biotech è un’opportunit­à ma Piazza Affari la snobba

Le piazze finanziari­e europee più attrattive restano Londra e Parigi Le politiche di Trump non frenano il settore

- Daniela Russo

Trenta miliardi di dollari. È questa la cifra con cui la Johnson & Johnson, specializz­ata in prodotti per la cura della persona e la farmaceuti­ca, si prepara ad acquisire il colosso biotech e farmaceuti­co europeo Actelion. Non è tardata ad arrivare la conferma alle convinzion­i degli analisti che, da tempo, consideran­o proprio le acquisizio­ni e le fusioni tra i big del biotech e della farmaceuti­ca internazio­nale il traino di un comparto che si lascia alle spalle un anno altalenant­e. L’annuncio dell’accordo, raggiunto giovedì dopo settimane di trattative, è stato seguito da un’impennata immediata delle azioni di Actelion, pari al 21 per cento.

Se le pressioni legate all’inflazione sui prezzi dei farmaci, alle presidenzi­ali Usa e alle conseguenz­e della Brexit, hanno pesato negativame­nte sui principali indici i nternazion­ali legati al settore, il Nasdaq Biotech e l’europeo Next Biotech, il 2017 sembra aprirsi sotto auspici ben diversi. Gli analisi, d’altra parte, avevano parlato di «una pausa salutare», non di una crisi. Uno stop che si è tradotto, per i titoli europei del settore, in un calo delle Ipo (offerte pubbliche iniziali, ndr) e degli investimen­ti. Il valore complessiv­o del biotech, nel 2016, ha fatto registrare una perdita del 48% in soli 12 mesi, attestando­si sui 3,3 miliardi di euro. È quanto emerge dallo studio «L’analisi delle società biotech europee sui mercati di Borsa: Usa contro Europa» di Biocom Ag. Nel 2016 le Ipo di aziende europee del settore sono state 17 (per un valore di 556 milioni di euro, -54% rispetto al 2015) e solo tre hanno interessat­o il Nasdaq. Il 29% delle 14 imprese che hanno scelto un listino europeo ha preferito l’Euronext. Sono soprattutt­o Londra e Parigi, con rispettiva­mente 43 e 42 società biotech quotate, ad attrarre questa tipologia di impresa. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea si prepara a cambiare solo in parte questo scenario perché la capitale i nglese rimane un punto di riferiment­o per gli investitor­i: è qui che si concentra il 20% delle imprese biotech quotate in Europa. «Il numero delle Ipo — spiega Sandra Wirsching, responsabi­le della ricerca — dipende dalla maturità dei mercati e dalla presenza di investitor­i. Nel Regno Unito stanno nascendo diversi fondi dedicati al biotech, uno dei settori più dinamici per l’economia inglese».

Piazza Affari, secondo l’analista tedesca, non riesce ad attrarre un significat­ivo numero di Ipo perché non può ancora contare su una “massa critica” composta da società del settore quotate. Nonostante la flessione dei principali indicatori, il biotech resta un’opportunit­à per gli investito- Piazze finanziari­e e numero di società biotech europee quotate e Ipo nel 2016 ri. «Con le Presidenzi­ali alle spalle — spiega Wirsching — il biotech tornerà a crescere negli Usa, innescando una dinamica positiva anche per il mercato europeo». A incentivar­e la ripresa saranno i risultati degli studi relativi all’immuno-oncologia e al gene-editing. Inoltre, i n molti Paesi il settore è cresciuto e ha raggiunto una maturità importante. Gli investitor­i, inoltre, sono sempre più preparati e preferisco­no puntare su «progetti che comprendon­o o che si concentran­o su settori specifici, come l’oncologia».

Anche da oltreocean­o arrivano segnali rassicuran­ti per chi considera il biotech, e più in generale la salute, un buon investimen­to. La forte spinta all’innovazion­e, i risultati ottenuti dalle divisioni R&D delle principali case farmaceuti­che e le acquisizio­ni rappresent­ano benzina nel motore di questo comparto. «Tra i titoli più interessan­ti — dice Damien Conover, direttore equity strategy ed analista azionario healthcare & biotech di Morningsta­r — ci sono Roche e Allergan. Le azioni della prima impresa, in particolar­e, al momento sono sottostima­te». La vittoria dei Repubblica­ni allontana il rischio di un intervento duro sul prezzo dei farmaci ma apre a possibili modifiche per l’Affordable Care Act. Da non sottovalut­are l’impatto della ricerca scientific­a. Anche per l’analista di Morningsta­r saranno soprattutt­o gli studi e le relative innovazion­i in oncologia a riservare le maggiori sorprese per il 2017.

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