Il biotech è un’opportunità ma Piazza Affari la snobba
Le piazze finanziarie europee più attrattive restano Londra e Parigi Le politiche di Trump non frenano il settore
Trenta miliardi di dollari. È questa la cifra con cui la Johnson & Johnson, specializzata in prodotti per la cura della persona e la farmaceutica, si prepara ad acquisire il colosso biotech e farmaceutico europeo Actelion. Non è tardata ad arrivare la conferma alle convinzioni degli analisti che, da tempo, considerano proprio le acquisizioni e le fusioni tra i big del biotech e della farmaceutica internazionale il traino di un comparto che si lascia alle spalle un anno altalenante. L’annuncio dell’accordo, raggiunto giovedì dopo settimane di trattative, è stato seguito da un’impennata immediata delle azioni di Actelion, pari al 21 per cento.
Se le pressioni legate all’inflazione sui prezzi dei farmaci, alle presidenziali Usa e alle conseguenze della Brexit, hanno pesato negativamente sui principali indici i nternazionali legati al settore, il Nasdaq Biotech e l’europeo Next Biotech, il 2017 sembra aprirsi sotto auspici ben diversi. Gli analisi, d’altra parte, avevano parlato di «una pausa salutare», non di una crisi. Uno stop che si è tradotto, per i titoli europei del settore, in un calo delle Ipo (offerte pubbliche iniziali, ndr) e degli investimenti. Il valore complessivo del biotech, nel 2016, ha fatto registrare una perdita del 48% in soli 12 mesi, attestandosi sui 3,3 miliardi di euro. È quanto emerge dallo studio «L’analisi delle società biotech europee sui mercati di Borsa: Usa contro Europa» di Biocom Ag. Nel 2016 le Ipo di aziende europee del settore sono state 17 (per un valore di 556 milioni di euro, -54% rispetto al 2015) e solo tre hanno interessato il Nasdaq. Il 29% delle 14 imprese che hanno scelto un listino europeo ha preferito l’Euronext. Sono soprattutto Londra e Parigi, con rispettivamente 43 e 42 società biotech quotate, ad attrarre questa tipologia di impresa. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea si prepara a cambiare solo in parte questo scenario perché la capitale i nglese rimane un punto di riferimento per gli investitori: è qui che si concentra il 20% delle imprese biotech quotate in Europa. «Il numero delle Ipo — spiega Sandra Wirsching, responsabile della ricerca — dipende dalla maturità dei mercati e dalla presenza di investitori. Nel Regno Unito stanno nascendo diversi fondi dedicati al biotech, uno dei settori più dinamici per l’economia inglese».
Piazza Affari, secondo l’analista tedesca, non riesce ad attrarre un significativo numero di Ipo perché non può ancora contare su una “massa critica” composta da società del settore quotate. Nonostante la flessione dei principali indicatori, il biotech resta un’opportunità per gli investito- Piazze finanziarie e numero di società biotech europee quotate e Ipo nel 2016 ri. «Con le Presidenziali alle spalle — spiega Wirsching — il biotech tornerà a crescere negli Usa, innescando una dinamica positiva anche per il mercato europeo». A incentivare la ripresa saranno i risultati degli studi relativi all’immuno-oncologia e al gene-editing. Inoltre, i n molti Paesi il settore è cresciuto e ha raggiunto una maturità importante. Gli investitori, inoltre, sono sempre più preparati e preferiscono puntare su «progetti che comprendono o che si concentrano su settori specifici, come l’oncologia».
Anche da oltreoceano arrivano segnali rassicuranti per chi considera il biotech, e più in generale la salute, un buon investimento. La forte spinta all’innovazione, i risultati ottenuti dalle divisioni R&D delle principali case farmaceutiche e le acquisizioni rappresentano benzina nel motore di questo comparto. «Tra i titoli più interessanti — dice Damien Conover, direttore equity strategy ed analista azionario healthcare & biotech di Morningstar — ci sono Roche e Allergan. Le azioni della prima impresa, in particolare, al momento sono sottostimate». La vittoria dei Repubblicani allontana il rischio di un intervento duro sul prezzo dei farmaci ma apre a possibili modifiche per l’Affordable Care Act. Da non sottovalutare l’impatto della ricerca scientifica. Anche per l’analista di Morningstar saranno soprattutto gli studi e le relative innovazioni in oncologia a riservare le maggiori sorprese per il 2017.