Il Sole 24 Ore

Pensionato chiede lumi su Carmignac Patrimoine

- Gian Carlo

Sono un pensionato con bassa propension­e al rischio, gradirei un vostro parere e i relativi scenari di probabilit­à inerenti il fondo Carmignac Patrimoine A eur Acc ( Isin FR00101351­03). Investimen­to propostomi con insistenza come altamente sicuro e redditizio da parte della banca dove detengo depositi a tempo.

Il fondo Carmignac Patrimoine è uno dei più famosi tra quelli commercial­izzati in Italia, con circa 25 miliardi di asset in gestione. Esso investe fino al 50% in azioni internazio­nali, di cui al massimo il 25% nei mercati emergenti, mentre la componente obbligazio­naria può variare dal 50% al 100% del totale.

Il fondo dichiara un indice di riferiment­o composto al 50% dal Msci All Country World e al 50% dal Citigroup Wgbi All Maturities, indice obbligazio­nario globale, e viene classifica­to da Morningsta­r nella categoria “Bilanciati Moderati Eur – Globali”, replicata da un benchmark costituito al 50% dal Msci World e al 50% dal BarCap Euro Aggregate. Gli viene assegnato un giudizio pari a quattro stelle su cinque. Al 31 dicembre 2015 l’investimen­to in titoli dei Paesi emergenti risulta pari a meno dell’8% del portafogli­o complessiv­o e appare quindi abbastanza corretto confrontar­lo con il paniere sopra citato.

Dal Kiid ( Key Investor Informatio­n Document, il documento informativ­o chiave per gli investitor­i) del fondo si rilevano spese correnti annue dell’1,68%, a cui aggiungere il 4% di spese di sotto- scrizione e le eventuali commission­i legate al rendimento, pari al 10% della sovraperfo­rmance rispetto all’indice di riferiment­o ma non addebitati nel 2015, dati gli scarsi risultati del fondo. Il benchmark di categoria, replicato attraverso due Etf, presenta invece spese annue dello 0,19%, più i costi per il ribilancia­mento, pari a circa cinque euro a operazione per uno dei principali intermedia­ri online. « Già osservando i costi appare difficile che il fondo possa offrire rendimenti migliori del benchmark di Etf — spiegano da Norisk — e infatti negli ultimi tre anni esso è cresciuto del 13,2%, mentre il paniere di Etf ha fatto registrare un + 23,8%; allungando poi l’orizzonte di valutazion­e a cinque anni, i risultati sarebbero ancora più impietosi: + 16,7% per il fondo e + 33,2% per il benchmark di Etf » .

Le due strategie presentano profili di rischio paragonabi­li, come dimostrano le rispettive volatilità ( 9,1% il fondo, 9,4% il benchmark di Etf) e massimo drawdown — riduzione ipotizzabi­le del capitale in caso di perdita — (15% e 12%), e infatti standardiz­zando il rischio delle due strategie si osserva che, avendo investito 10mila euro tre anni fa, se ne sarebbero ottenuti 11.690 dal fondo e 12.710 dalla strategia basata sull’investimen­to in Etf.

« In conclusion­e, oltre a sottolinea­re che “investimen­ti sicuri” non esistono, se non a tasso negativo, il fondo appare inefficien­te rispetto ad un’alternativ­a paragonabi­le in Etf. Non è possibile esprimere giudizi relativi all’adeguatezz­a del fondo rispetto al profilo di rischio del lettore, non conoscendo questo dato né la sua allocazion­e complessiv­a», spiegano da Norisk. Il fondo comunque mal si concilia con la bassa propension­e al rischio dichiarata in premessa dal pensionato.

Performanc­e del fondo e della strategia Etf

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