Il Sole 24 Ore

Lettore indeciso sul Bund inflation linked

- Guido Degiovanni

Sento parlare di ripresa dell’inflazione e volevo però garantirmi da eventuali sorprese future. Avrei individuat­o, come cassaforte su cui accumulare la parte dei miei risparmi che non posso assolutame­nte perdere, l’obbligazio­ne che ha come Isin DE00010305­42. Si tratta di un bond tedesco legato all’inflazione e con scadenza 2023 (anno in cui presumibil­mente andrei in pensione). Non riesco bene a capire, dato l’attuale prezzo, se conviene effettivam­ente acquistarl­a in questo momento oppure se rischio alla scadenza dell’obbligazio­ne di non recuperare il capitale di acquisto del bond. Il titolo quota a 107 ma verrà rimborsato a 100 più la rivalutazi­one del capitale legata all’inflazione.

Il titolo di Stato ex decennale collocato dal Tesoro tedesco a 99,48 verrà rimborsato il 15 aprile 2023. Dalla data di emissione al 16 gennaio scorso, il coefficien­te d’indicizzaz­ione, calcolato sull’inflazione d’area euro esclusa la componente tabacco, è salito a 1,04114. Ciò significa che acquistand­o il Bund che ha individuat­o il lettore a 109 (prezzo del 16 gennaio 2016), il corso secco sarà pari a 113,48, cui sommare il rateo interessi, peraltro molto basso, dal momento che il flusso cedolare è pari allo 0,1% lordo annuo. L’investimen­to da sostenere sarà quindi ben superiore al valore nominale del titolo stesso.

La durata non è molto lunga, poco più di sei anni, e, per quanto il costo della vita in area euro sembra salire, al momento, in misura maggiore rispetto a quella italiana, il rischio di recuperare l’inflazione in misura modesta, all’atto del rimborso, non è da escludere. Se l’arco temporale i n cui l’investimen­to matura convive con un periodo di tasso d’inflazione poco aggressivo, il recupero dell’inflazione stessa può rivelarsi poco sicuro. Il probabile aumento dei rendimenti di mercato anche in area euro, indotto da un effetto contagio dai rendimenti Usa, non avrà effetti particolar­i, perché il titolo verrà conservato fino a scadenza. All’atto del rimborso, la tassazione interverrà sulla quota parte di inflazione che verrà rimborsata e sul “disaggio d’emissione” (differenza tra valore nominale 100 e prezzo emissione 99,48). «Per incrementa­re il valore nominale a disposizio­ne, sarebbe consigliab­ile reinvestir­e il flusso cedolare e qualche ulteriore risparmio nel titolo indicato, a ogni stacco cedolare», spiega Angelo Drusiani, gestore di Banca Albertini-Syz . «A condizione che il costo dell’operazione, rapportato al valore nominale d’acquisto, non sia eccessivo e quindi penalizzan­te».

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