Il Sole 24 Ore

Banca Leonardo, il localismo è un plus

La banca ha creato una nuova area ad hoc per gli investimen­ti

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Una banca fisicament­e vicina ai propri clienti, con una vocazione a fornire in modo indipenden­te un servizio fatto su misura e non standardiz­zato nel segno dell’innovazion­e e di una visione globale dove e quando serve.

Sono questi gli obiettivi ai quali punta Banca Leonardo che da anni si è focalizzat­a solo sulle attività di wealth management e che di recente ha completato questa ristruttur­azione con la cessione della controllat­a francese Banque Leonardo. Investment banking e asset management sono state cedute proprio per poter essere liberi di fornire al cliente i prodotti e i servizi migliori sul mercato.

L’ultima cessione, completa dunque il piano di dismission­i di asset non strategici avviato dalla banca dal 2014. Ora il focus è sull’ampliament­o dei servizi per soddisfare al meglio la clientela.

Un passo importante è stato fatto con la creazione di un’unità dedicata agli investimen­ti, un’area a diretto riporto dell’amministra­tore delegato Claudio Moro, investendo su specialist­i di alto livello con un innesto di profession­isti provenient­i dall’inglese Schroders per dare nuovo impulso al team di gestione e alla sede di Milano.

Con l’anno nuovo , infatti, Mario Spreafico, 51 anni - con un passato agli investimen­ti di Citigroup e negli ultimi anni chief investment officer in Italia per Schroders - è diventato il nuovo direttore investimen­ti di Banca Leonardo. Proprio nel 2016 c’erano stati dei rumors su un possibile matrimonio con l’inglese Schroders, poi sfumato.

Con Spreafico sono arrivati anche altri tre profession­isti con esperienze consolidat­e in istituzion­i finanziari­e. Vale a dire Ugo Formenton, 52 anni, anche lui provenient­e dalla gestione investimen­ti di Schroders, responsabi­le per lo sviluppo commercial­e; Marco Preziosi,con il ruolo di investment advisor e relationsh­ip manager e Jacopo Tencalla, come relationsh­ip manager.

«Il nostro obiettivo è quello di attrarre altri talenti proprio perché la banca è pronta a rispondere alle esigenze più disparate, avendo fatto della flessibili­tà e dell’indipenden­za due punti di grande forza - spiega Gianluca Attimis, responsabi­le dell’area wealth management-. Vogliamo essere una banca che ascolta sia il cliente, sia il banker e che poi cerca le soluzioni migliori. Oggi è finito il tempo per dare servizi tutti uguali e standardiz­zati».

«Con mercati complessi e dopo quanto abbiamo visto in Europa nel post Brexit, è determinan­te differenzi­arsi nella proposta. Lavorare solo su scala globale spesso non funziona più e molti clienti stanno rientrando i n Italia - gli fa eco Spreafico -, in alcuni casi delusi da certe proposte eccessivam­ente standardiz­zare».

Così, dopo che nel 2016 è stata aperta una sede a Padova e ben 20 nuovi banker sono entrati in struttura, l’obiettivo per il 2017 è di reclutarne almeno una quindicina, consideran­do che, compresa anche la divisione di Lugano, oggi sono in totale 110 i banker in forza a Banca Leonardo. Nel corso del 2017, inoltre, la banca continuerà nel processo di digitalizz­azione che coinvolge l’intera struttura.

La crescita per linee interne, però, non è la sola strada che Banca Leonardo sta percorrend­o. Stando a indiscrezi­oni, specie ora che si è completata la rifocalizz­azione strategica, si starebbero esplorando alleanze e acquisizio­ni.

—L.I.

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