Fiere internazionali, gallerie italiane in prima fila
Per raggiungere un pubblico globale sebbene i costi crescano
La nuova direzione di Artefiera, in corso a Bologna fino al 30 gennaio, non ha dato per il momento una svolta internazionale alla fiera. Le gallerie dall’estero sono una dozzina – di cui alcune da Lugano e altre fondate da italiani all’estero – sul totale di 153 espositori. Anche da un nuovo report sulle 40 fiere più importanti al mondo prodotto da The Art Newspaper con il sostegno della ditta di trasporti per l’arte Momart, Artefiera risulta la prima nella classifica delle fiere “locali”, con il 76% degli espositori italiani (lo studio si basa su dati delle edizioni 2011-2015). Allo stesso tempo le gallerie italiane spiccano per lo sforzo compiuto per raggiungere il pubblico globale: su 4.269 gallerie da 96 paesi e 507 città analizzate è l’italiana Continua la prima per numero di presenze alle fiere internazionali con 64 presenze nei cinque anni analizzati, davanti a big del sistema quali Gagosian (40 presenze), Hauser & Wirth (40) o David Zwirner (56). E tra le 20 più attive ci sono altre tre italiane: Massimo De Carlo in 8ª posizione con 45 presenze, Cardi in 14ª con 41 presenze e Franco Noero in 20ª con 38 presenze. Milano è anche tra le prime sei città con più gallerie presenti alle fiere internazionali, con una media di 78 gallerie in giro per il mondo ogni anno.
In generale il rapporto sulle fiere registra una crescita del numero delle fiere a livello globale che dal 2005 al 2015 è passato da 49 a 105 negli Usa, da 51 a 128 in Europa e Russia, da 3 a 21 in Asia e Australia, da 2 a 11 in Sudamerica e da zero a 4 in Africa. Per quanto sia stato alto l’incremento delle fiere nei paesi emergenti, il loro numero rimane limitato, per cui le fiere del segmento “top” sono ancora dominate dalle gallerie europee e americane (ben l’80% del totale, di cui il 56% europee e il 24% americane. Nel caso di Art Basel si arriva addirittura al 92%).
È cresciuto anche il numero dei visitatori, passati da 1,3 milioni nel 2011 a 1,8 nel 2015, per un totale di 8 milioni in cinque anni. In testa alla classifica c’è Arco con 121.000 visitatori, seguita da Art Basel con 98.000 (erano 65.000 nel 2011). Seppure non siano potenziali compratori per le gallerie, i visitatori rappresentano per le fiere un introito in termini di biglietteria, per cui le esse sono incentivate ad attrarli attraverso programmi curati ad hoc.
Altra fonte di entrate per le fiere sono gli affitti degli stand alle gallerie, che com’era prevedibile sono aumentati, soprattutto per le fiere più importanti poiché il mercato è sempre più indirizzato verso la fascia alta della qualità. Per le fiere più care (lo studio non specifica quali) si è passati da una media di 1.037 € al mq nel 2011 a 1.240 nel 2015 nelle sezioni dedicate alle gallerie affermate (+24%), e da 776 € a 969 per le gallerie emergenti (+27%). In questo contesto, le fiere che sono riuscite a stabilire un legame più stretto con i galleristi – o in cui è più difficile entrare e, quindi, una volta
Le prime 20 presenti nelle 40 fiere selezionate dalla ricerca che si è entrati non si esce – sono Tefaf, dove la percentuale di “ritenzione” delle gallerie di anno in anno è del 93%, il Salon du Dessin (85%), Art Basel Miami Beach (82%), Fiac (80%), Design Miami (79%) e Brafa (78%). Tra quelle con la percentuale più bassa compare un’italiana, Artissima, con il 54% di gallerie che tornano da un anno all’altro. La kermesse torinese è elencata tra le «OneTime-Only Fairs», le fiere che si provano una volta sola, insieme a Zona Maco, Art Brussels, Art Stage Singapore e The Armory Show. È stata testata da 67 gallerie delle top, definite così in qualità della loro partecipazione ad Art Basel, ma poi è stata abbandonata dal 53% delle stesse. Le fiere in cui, invece, le top tendono di più ad andare sono SP Arte a San Paolo (+260% in cinque anni), il che riflette il fermento che ha interessato il Brasile nel recente passato ma che ora potrebbe cambiare; Frieze Masters, forse in quanto unica alternativa a Tefaf; e Paris Photo, la fiera per la fotografia più prestigiosa e dedicata ad un segmento in continua crescita.
Ma oltre alle gallerie, un fattore fondamentale di successo e sostegno per le fiere è costituito dagli sponsor, che da semplici finanziatori in cambio di loghi stampati sui materiali della comunicazione sono diventati, in un mercato sempre più sofisticato, attori e promotori di eventi culturali, coinvolti in prima persona nella creazione dell’esperienza dell’evento per il pubblico Vip. Lo scopo, identificarsi con la credibilità culturale cercata ed entrare in contatto con il famoso 1% della popolazione più ricca al mondo.