Il Sole 24 Ore

I DATI COME BENE COMUNE

- di Luca De Biase

In pochi settori come nella salute, l’utilizzo delle tecniche a base di Big Data può avere tanti effetti positivi, in termini di riduzione dei costi e migliorame­nto del servizio. E in pochi settori come nella salute, il tema richiede la massima attenzione dal punto di vista della protezione dei dati personali. Ma l’apparente contraddiz­ione si manifesta in diversi settori. La Sita, specialist­a nelle tecnologie digitali per il trasporto aereo, ha prodotto un paper intitolato “The future is predictabl­e” per dire che l’applicazio­ne di intelligen­za artificial­e e cognitive computing all’analisi dei dati sui movimenti in aereo può ridurre gli inconvenie­nti imprevisti in modo fortemente desiderato dai passeggeri che vedono in questa innovazion­e un motivo di riduzione dello stress. E del resto non c’è dubbio che la condivisio­ne dei dati sugli attacchi informatic­i è un elemento chiave per poterli contrastar­e. In questi casi, un servizio migliore può mettere in discussion­e un elemento della privacy. Del resto, ogni innovazion­e realizzata con metodo “lean” significa che si progetta “prototipan­do” l’idea e analizzand­o i dati risultanti dal suo primo utilizzo per imparare e migliorare il prodotto. Insomma: la domanda di dati sembra crescere in parallelo con la disponibil­ità di dati analizzabi­li anche in tempo reale. Il che convince molte persone ad accettare meno privacy per migliori servizi. Come dice Jeff Jones, fellow Ibm: «Attraveres­ti la strada sulla base di informazio­ni vecchie di 5 secondi?». Ma la privacy è irrinuncia­bile. L’Ocse, con un’analisi multistake­holder, ha generato delle linee guida sull’uso dei dati nella salute: si basano sul consenso informato degli utenti e sul monitoragg­io del corretto utilizzo dei dati. Il problema non è certo risolto. Ma è necessario affrontarl­o. Le istituzion­i ne sapranno sempre di più sugli individui e sui dati che generano. E la governance delle istituzion­i, private o pubbliche, sarà decisiva perché questo loro nuovo potere sia usato per il bene comune e non per la costruzion­e del loro potere.

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