Il Sole 24 Ore

Cda e quote rosa: per le società quotate il 2017 sarà un anno di grandi rinnovi

Da Enel a Telecom cambiano i board nel 2017 Nei prossimi mesi 595 nomine in 64 consigli

- Monica D’Ascenzo

Il 2017 potrebbe cambiare sostanzial­mente la fisionomia dei consigli di amministra­zione di Piazza Affari. Poco meno di due terzi della capitalizz­azione di Borsa di Milano, infatti, va al rinnovo degli organi societari nel corso dell’anno. Si tratta di 64 società nel complesso, per quasi 190 miliardi di euro di valore di mercato sui 325 miliardi dell’indice Ftse Italia All share (circa il 58%). A rendere particolar­mente rilevante il valzer delle poltrone quest’anno è di certo il calibro delle società interessat­e, a partire dai colossi energetici partecipat­i dal Tesoro, Enel ed Eni, fino ad arrivare alla “nuova” Telecom Italia targata Vivendi. E proprio le diverse condizioni, da una parte di governo e dall’altra di azionariat­o, potrebbero tradursi in cambiament­i rilevanti anche nella composizio­ne dei board. Nessun cambiament­o, invece, è previsto per la percentual­e di donne nei cda, garantita dalla legge GolfoMosca: le cariche al femminile superano il 30% e vedranno addirittur­a un ritocco al rialzo per arrivare a un terzo dei board.

Le partecipat­e del Tesoro

Il vero protagonis­ta di questa tornata di nomine sarà il ministero del Tesoro, che si troverà a dover individuar­e i consiglier­i di amministra­zione di Enel, Eni, Terna, Poste Italiane, Leonardo. Cinque società che da sole contano per 121 miliardi di capitalizz­azione di Borsa e 48 posti da riempire nei board, comprese le cariche di amministra­tore delegato e presidente. L’iter, però, quest’anno non sembra affatto scontato. Dopo la sentenza della Consulta, le elezioni sembrano essere più vicine, magari a giugno. Ci si può, quindi, interrogar­e su quali saranno le decisioni del governo Gentiloni sulle nomine ai vertici delle società quotate partecipat­e dal Tesoro. C’è chi ipotizza che il premier possa decidere di seguire l’esempio del governo di Romano Prodi, che, con le elezioni alle porte, nove anni fa lasciò la nomina proprio di Enel, Eni, Poste e Finmeccani­ca al governo successivo. Indipenden­temente da co- me il governo deciderà di interpreta­re il suo ruolo, le regole di governance potrebbero portare, comunque, a cambiament­i dal momento che tre anni fa è stata introdotta la norma che limita a tre mandati la rieleggibi­lità. Dovrebbero essere riconferma­te le presidenti nominate da Matteo Renzi: Patrizia Grieco in Enel, Emma Marcegagli­a in Eni, Luisa Todini in Poste Italiane e Catia Bastioli in Terna.

Telecom targata Vivendi

Nelle partite che si stanno giocando a Piazza affari fra Italia e Francia, Telecom Italia non ha certo un ruolo secondario e la nomina del cda potrebbe rinsaldare la presa di Vivendi sulla società anche a li- vello di governance. Nel dicembre scorso il board è passato da 13 a 17 membri per permettere l’ingresso di rappresent­anti francesi (tre manager Vivendi e una indipenden­te). Di fatto il cda eletto nel 2014 da Telco, che si stava disimpegna­ndo dalla società, era costituito in gran parte da indipenden­ti (a parte quattro membri, di cui due esecutivi). Ora la partita per le nomine è di fatto azzerata.

Industrial­i ed energia

Fra i maggiori gruppi che chiamerann­o i soci a nominare i board ci sono tre società a controllo familiare: Recordati vede la famiglia al 51,2%, Buzzi Unicem al 56,6% e Brembo la famiglia Bombassei al 56,5 per cento. La stabilità nell’azionariat­o dovrebbe, quindi, tradursi in una stabilità anche nella governance.

Di tutt’altro genere le partite che si giocano sulle ex municipali­zzate a partire da A2A, controllat­a al 25% ciascuno dal Comune di Milano e da quello di Brescia. A Milano è cambiato il sindaco e potrebbero di conseguenz­a cambiare anche le scelte per il cda di A2A. Come, d’altra parte, è atteso che avvenga in Acea, controlalt­a al 51% dal Comune di Roma a guida Virginia Raggi. La resa dei conti nella società è già iniziata. Anche Hera è al rinnovo, con un azionariat­o che vede al 40% i Comuni di Padova, Ravenna, Modena, Bologna, Imola e Trieste.

Un quadro complesso quello che andrà a comporsi la prossima primavera in occasione delle assemblee con diversi fattori in campo che potrebbero mutare l’identikit del consiglier­e.

NEL DETTAGLIO Saranno chiamate a rinnovare i board anche le assemblee di Brembo, Recordati, Buzzi Unicem e delle ex municipali­zzate A2A e Acea

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