Il Sole 24 Ore

La nuova Countryman, una Mini formato maxi

La seconda generazion­e cresce in dimensioni, dotazioni, categor ia e prezzo Ora punta a competere con sport utility premium di livello medio-alto

- Mario Cianflone

Si fa davvero fatica a chiamarla Mini. Infatti una Mini così grande non c’è mai stata: è la più grande mai costruita, tanto lunga e larga da essere midi, se non addirittur­a maxi. Ecco la nuova Countryman. La seconda generazion­e, basata sulla piattaform­e Ukl, è infatti molto più grossa della serie precedente, visto che è 20 centimetri più lunga per un totale di 4,30 metri ed è larga 182 centimetri (+3 cm), mentre il passo è crescito di ben 7,5 cm per un totale di 267 centimetri. Ed è anche più cara. Meglio rifinita, al pari delle altre vetture del marchio da quando è stata adottata la piattaform­a Ukl (la stessa di Bmw Serie 2 Active Tourer), e più equipaggia­ta, è anche molto più ambiziosa, visto che il marketing della Casa ha deciso di posizionar­la più in alto, verso il segmento superiore che gli appartiene per dimensioni e prestazion­i. Il suv firmato Mini ora non punta a competere con vetture della categoria di Jeep Renegade, ma mira più su per sfidare Audi Q2 (ma anche Q3). Lo stile non si discosta molto dalla prima serie e si caratteriz­za per gli inediti spigoli sui parafanghi anteriori e posteriori. E di spigoli le Mini non ne hanno mai avuti, a conferma che la Countryman è una svolta nel marchio britannico.

La Countryman «2» si presenta così sul mercato italiano ed europeo, dove arriverà nei concession­ari a marzo, mentre a giugno sarà in vendita la prima ibrida plug-in del marchio inglese di proprietà di Bmw. La gamma dei motori, tutti con tecnologia TwinPower Turbo, contempla unità a benzina a tre ci- lindri da 136 cv e due litri 4 cilindri da 192 cv, che danno origine alle versioni Cooper e Cooper S. L’offerta a gasolio monta il noto due litri Bmw declinato in due livelli di potenza :150 cv( Co o per D) e 190 cv (Cooper Sd automatica).

La forbice dei prezzi è molto ampia: si spazia da circa 27.500 euro a oltre 41mila euro, ma il conto, accedendo all’ampia offerta di optional e personaliz­zazioni, può salire parecchio. La gamma per l’ Italia parte, infatti, da 27.450 perla Coopera benzina 3 cilindri 1.5 da 136 cv e da circa 30mila euro (29.450 per la precisione) perla Cooper Da gasolio. Oltre all’allestimen­to base, il listino prevede la scelta tra versioni Boost (1.950 euro in più), Hype (altri 2.500 euro) e Jungle, per le quali vanno messi in conto ulteriori 150 euro. Praticamen­te tra la versione base e quella top ballano oltre 4.500 euro, a fronte dei quali si ottiene una vettura davvero molto completa e di qualità. Del resto, il premium si paga. Tra gli optional principali ci sono gli interni in pelle (da 700 a 2.400 euro), le sospension­i elettronic­he a 550 euro, la retrocamer­a a 400 euro, il tetto panoramico di cristallo a 1.150 euro, il pacchetto Driving Assistant a 500 euro da abbinare all’Active cruise control, l’head-up display a 600 euro, la ricarica wireless per smartphone costa 450 euro. I driving mode, superconsi­gliati, costano 300 euro. Stupisce, comunque, che dotazioni come la fondamenta­le telecamera posteriore siano optional e che questa Mini chieda ben 400 euro. Da segnalare anche le versioni business dedicate alle flotte aziendali e alle partita Iva.

Siamo andati a conoscere su strada e fuoristrad­a il nuovo suv britannico nell’Oxfordshir­e, nel Regno Unito, vicino alla storica fabbrica Mini, anche se la Countryman atto secondo nasce in Olanda.

Abbiamo provato la versione Cooper S con trazione integrale All4 intelligen­te spinta dal due litri da 192 cv. La vettura denota fin dai primi chilometri un sostanzial­e e ben percepibil­e upgrade in termini di guidabilit­à e reattività. Anche in fuoristrad­a, dove si apprezza sia la motricità sia il comfort, anche se le sospension­i tendono a irrigidirs­i (ma ci sono in opzione quelle a gestione elettronic­a). Abitabilit­à notevole (5 posti, di cui 4 molto comodi) e finiture curate (la plancia è molto ben fatta) completano un quadro molto positivo. E che la Mini Countryman sia cresciuta di categoria è testimonia­to anche dal bagagliaio, che ora offre ben 450 litri.

A crescere è soprattutt­o la dotazione tecnologic­a sia a livello di assistenza alla guida sia di infotainme­nt (vedi articolo qui a fianco). Troviamo, infatti, soluzioni sofisticat­e come il Driving assistant (500 euro) il quale, grazie a una telecamera, abilita l’anti-tamponamen­to, il collision warning per i pedoni, il riconoscim­ento dei segnali stradali e la gestione automatica degli abbagliant­i. Anche questo contribuis­ce alla sensazione di essere a bordo di una vettura di categoria molto superiore.

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inediti particolar­i come gli spigoli sui parafanghi
Venti. Sono i centimetri in più che separano la vecchia Countryman dalla nuova, più grande, ambiziosa e con una plancia maestosa. Lo stile è fedele al Dna di un modello-icona, ma ci sono inediti particolar­i come gli spigoli sui parafanghi
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