Alta gioielleria. Con orologi fatti a mano Smalti e pietre rare per anelli e collane 100% made in Italy
Zaffiri del Myanmar; smeraldi (pietre venti volte più rare dei diamanti, le preferite di Cleopatra) della Colombia (i più preziosi, quelli della regione di Muzo); rubini dello Sri Lanka; diamanti bianchi, brown e neri comprati in giro per il mondo, da Hong Kong a Basilea a Tucson, in Arizona, prossima destinazione del team di gemmologi Dolce&Gabbana; oro 18 carati, anche antico; platino; smalti di ogni colore. Sono solo alcune delle “materie prime” della nuova collezione di alta gioielleria presentata a Milano tra le sfilate di alta moda e alta sartoria. Poi c’è la mano dell’uomo, la tecnologia che permette, ad esempio, le incastonature a microscopio, e soprattutto c’è la creatività, che dà il tocco iniziale, con lo schizzo del gioiello. E che è alla base del gioco di squadra con gemmologi, incastonatori, incisori, smaltatori.
«Siamo entrati nella gioielleria nove anni fa e poi nell’alta gioielleria con grande curiosità ma anche umiltà – spiegano Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Ci siamo circondati delle migliori professionalità del settore e non abbiamo pensato di ricorrere a licenze o partnership. Mai avremmo voluto che la gioielleria diventasse un universo parallelo, non importa quanto prezioso, rispetto all’universo in cui ci muoviamo meglio e da più tempo, quello dell’abbigliamento e degli accessori. I nostri gioielli sono al 100% Dolce&Gabbana, nello stile e nel metodo». A ogni pezzo di alta gioielleria viene allegata la sua “biografia”. Nelle prime pagine ci sono gli schizzi degli stilisti, seguono le suggestioni da cui sono nati, le foto degli artigiani mentre dan- no forma e vita a orecchini, anelli, collane, la carta d’identità di ogni pietra e un’immagine del gioiello indossato durante una sfilata di alta moda. «Quando diciamo che lo stile e il metodo sono gli stessi, ci riferiamo all’idea che abbiamo di alte artigianalità e che applichiamo all’alta moda e all’alta sartoria – precisano Domenico Dolce e Stefano Gabbana –. Ogni creazione deve essere unica, originale e deve saper parlare da sola. Ciò che dice è: sono il frutto di passione e artigianalità che esistono solo in Italia. E poi aggiunge: sono inimitabile e senza tempo».
Quanto al metodo, gli stilisti si riferiscono anche alla capacità di costruire un team in cui sia possibile scambiare esperienze, conoscenze, idee. «Senza sarebbe stato difficile entrare nell’alta orologeria maschile, la novità di quest’anno – spiegano –. Abbiamo dovuto confrontarci e comprendere le difficoltà tecniche e i requisiti indispensabili per arrivare alla qualità massima. Ci siamo affidati a una delle più prestigiose manifatture di Ginevra, individuando persone che potessero recepire i nostri input creativi». Sono nati così i primi quattro esempi di “alta orologeria Dolce&Gabbana way”: pezzi unici, che possono essere prenotati e volendo personalizzati. «I maestri orologiai svizzeri hanno fatto la loro parte, egregiamente – concludono Dolce&Gabbana –. Noi abbiamo lavorato sulle decorazioni di casse, fondelli, quadranti. Su colori e contrasti, sui cinturini, in una sorta di ping pong creativo e artigianale che ci ha molto arricchiti e, soprattutto, divertiti».