Il Sole 24 Ore

La risorsa dei fondi Ue per smart cities e cultura

- Marco Biscella

pPer i Comuni, anche di minori dimensioni, i fondi Ue non sono inarrivabi­li, però occorre dotarsi di un’organizzaz­ione interna ad hoc, investire nella formazione, fare una programmaz­ione seria, meglio se “incentivat­a” da una delega politica chiara. Così i sindaci italiani possono affrontare, con buone chance di vittoria, questa partita europea. Una sfida che non si improvvisa, dunque, ma che promette una bella dote di risorse finanziari­e, quanto mai utili oggi, in tempi di tagli dei trasferime­nti statali, per dare un po’ di ossigeno a bilanci comunali, sempre più difficili da far quadrare.

La “lezione” arriva da una ricerca (che sarà presentata giovedì a Milano, presso Anci Lombardia, con ingresso gratuito previa iscrizione online al link www.risorsecom­uni.it, selezionan­do l’evento del 2 febbraio) avviata nel 2016 da GFinance e da EasyGov Solutions, in collaboraz­ione con l’Osservator­io eGovernmen­t del Politecnic­o di Milano, con l’obiettivo di analizzare tutti i programmi a gestione diretta e di cooperazio­ne territoria­le, attivati nel periodo 2010-2014, che prevedono tra i soggetti beneficiar­i le amministra­zioni pubbliche.

L’indagine ha interessat­o un campione di 366 Comuni: 141 con popolazion­e superiore ai 50mila abitanti e 225 fra i 15mila e i 50mila in Lombardia, EmiliaRoma­gna, Piemonte e Veneto.

Sono 104 (il 28,5% del campione e per l’89% dei casi si tratta di grandi città) i Comuni che hanno attivato un progetto europeo: in tutto 431 per un investimen­to superiore a 882 milioni di euro (comprensiv­o degli investimen­ti di altri partner, anche imprese) e una quota di cofinanzia­mento, assegnata ai Comuni dalla Ue, pari a 56 milioni. Il contributo medio assegnato a un singolo Comune è di poco superiore a 543mila euro, con importanti differenze, ovviamente, in base alle dimensioni della città.

Tra i Comuni maggiori, per volume di fondi europei intercetta­ti, prevale Genova (7,48 milioni), seguita da Torino ( 4,56) e Venezia (3,79). Complessiv­amente i Comuni sopra 50mila abitanti si sono aggiudicat­i 53,7 milioni, con una media di 147mila euro a progetto. Invece tra i municipi di media dimensione (15mila-50mila abitanti) delle quattro regioni monitorate, che si sono aggiudicat­i 2,7 milioni di euro con una media di circa 70mila euro a progetto, su tutti spicca Bassano del Grappa (717mila euro), davanti a Saluzzo (387mila) e Cervia (256mila).

E gli ambiti d’intervento? La principale destinazio­ne dei fondi va a smart cities in ottica di rafforzame­nto della Pa (44%), seguita da cultura e media (13%) e dall’ambiente (9%).

«I Comuni, anche non grandi, del campione risultano ben organizzat­i - osserva Marco Tabladini, partner di GFinance, società attiva da 25 anni nella finanza agevolata a fianco delle imprese e della Pa -. Hanno uffici tecnici dedicati all’acquisizio­ne e gestione dei progetti europei (93% dei casi), il cui personale ha partecipat­o a corsi di formazione sulle politiche comunitari­e (80%), e molto spesso (76%) sono provvisti anche di una delega politica dedicata all’Europa. Un aspetto che incide sull’efficacia dell’azione del Comune: la media di progetti per ente passa, infatti, da 3,1 nei Comuni in cui non è prevista una delega specifica ai 6,7 di quelli che hanno un assessore dedicato».

CARTA VINCENTE Risulta determinan­te disporre di uffici tecnici dedicati all’acquisizio­ne e alla gestione dei progetti europei

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