Più occupati, ma disoccupazione giovanile al 40,1%
I l 2016 si è chiuso con 242mila occupati in più, di cui poco meno della metà (111mila persone) con un contratto permanente. Il dato assoluto è superiore a quello registrato dall’Istat a dicembre del 2015, quando i posti aggiuntivi creati sono stati 141mila, ma all’epoca c’è stata un’impennata di contratti a tempo indeterminato (+238mila), sostenuti dagli incentivi pieni, compensata però dalla caduta del lavoro autonomo.
Il mese di dicembre ha anche segnato un nuovo picco negativo del tasso di disoccupazione giovanile, salito al 40,1%; un dato che ci inchioda al terz’ultimo posto nel confronto internazionale (peggio di noi solo Spagna al 42,9%, e Grecia, al 44,2%, ma la rilevazione è ferma a ottobre 2016). Siamo lontani anni luce dai primi della classe, la Germania, con appena il 6,6% di under25 senza un impiego - grazie anche al sistema di formazione duale -, così come dal 20,9% dell’area euro e dal 18,6% dell’Ue. Le distanze con i principali partner, secondo Eurostat, si os- servano anche sul tasso di disoccupazione: a dicembre in Italia è rimasto stabile al 12%, a differenza dell’area euro dove è sceso al 9,6%, il risultato migliore da maggio 2009 e dall’Ue (8,2%). Anche in questo caso restiamo agli ultimi posti, lontani da Germania (3,9%) e Francia (9,6%).
Del resto, dicembre conferma l’andamento rilevato dall’Istat anche nei mesi precedenti, di un mercato del lavoro italiano che si è assestato: nell’ultimo trimestre 2016 si è assistito ad una stabilità degli occupati. A dicembre il tasso di occupazione è fermo al 57,3% (lo stesso di novembre), ma in crescita (+0,7 punti) su dicembre 2015. I disoccupati si sono stabilizzati sopra i 3 milioni (3.103.000) e sull’anno sono cresciuti di 144mila unità. Allo stesso tempo è crollato il numero di inattivi, (-478mila rispetto a dicembre 2015): questa maggiore partecipazione al mercato del lavoro, tuttavia, per buona parte non sta sfociando in nuova occupazione e finisce quindi per ingrossare il numero di disoccupati. Su questo fenomeno incide negativamente il grave ritardo nel decollo delle politiche attive del lavoro.
Analizzando le fasce d’età, emerge che l’incremento maggiore di occupazione ha interessato gli over 50, per effetto dell’innalzamento dei requisiti pensionistici (+410mila su base annua). Mentre per le fasce centrali d’età, comprese tra i 25 e i 49 anni, si assiste ad una contrazione occupazionale, a dimostrazione, come spiega l’economi- sta del lavoro Carlo Dell’Aringa, « delle difficoltà di buona parte della manifattura, a tutt’oggi alle prese con complesse situazioni di crisi industriale». Tornano a crescere i contratti a termine - rispetto a dicembre 2015 si registrano 155mila occupati temporanei in più -, mentre crollano i lavoratori autonomi (-24mila) che soffrono della congiuntura negativa, in primo luogo per effetto delle criticità della committenza.
L’Istat, per la prima volta, fornisce anche i dati dell’effetto della componente demografica sull’andamento tendenziale dell’occupazione, mostrando che sul calo di 168mila occupati nelle fasce tra 15 e 49 anni influisce in maniera consistente la diminuzione della popolazione di questa fascia d’età. Al netto di questa dinamica la performance occupazionale risulta, al contrario, positiva (+76mila unità). Nella fascia tra i 50 e i 64enni, all’opposto, l’incremento demografico ha solo accentuato la crescita occupazionale.
Tra le reazioni, il governo vede il bicchiere mezzo pieno e per voce del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti sottolinea come «da febbraio 2014, ovvero dall’insediamento del governo Renzi, si sono avuti 602mila occupati in più, 440mila dei quali sono lavoratori stabili». Di diverso avviso Renato Brunetta (Fi), secondo cui «il mercato del lavoro italiano si è fermato». Preoccupati i sindacati: la Cgil parla di «un’emergenza sociale che sta colpendo soprattutto i giovani». Per Maurizio Sacconi (Ap) «l’effetto degli incentivi si è esaurito, è urgente un piano straordinario del lavoro di immediata efficacia».
IL TREND Il 2016 si è chiuso con 242mila occupati in più A dicembre nuovo picco negativo per i disoccupati under 25 (40,1%): fanno peggio solo Spagna e Grecia