Il Sole 24 Ore

Più occupati, ma disoccupaz­ione giovanile al 40,1%

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

I l 2016 si è chiuso con 242mila occupati in più, di cui poco meno della metà (111mila persone) con un contratto permanente. Il dato assoluto è superiore a quello registrato dall’Istat a dicembre del 2015, quando i posti aggiuntivi creati sono stati 141mila, ma all’epoca c’è stata un’impennata di contratti a tempo indetermin­ato (+238mila), sostenuti dagli incentivi pieni, compensata però dalla caduta del lavoro autonomo.

Il mese di dicembre ha anche segnato un nuovo picco negativo del tasso di disoccupaz­ione giovanile, salito al 40,1%; un dato che ci inchioda al terz’ultimo posto nel confronto internazio­nale (peggio di noi solo Spagna al 42,9%, e Grecia, al 44,2%, ma la rilevazion­e è ferma a ottobre 2016). Siamo lontani anni luce dai primi della classe, la Germania, con appena il 6,6% di under25 senza un impiego - grazie anche al sistema di formazione duale -, così come dal 20,9% dell’area euro e dal 18,6% dell’Ue. Le distanze con i principali partner, secondo Eurostat, si os- servano anche sul tasso di disoccupaz­ione: a dicembre in Italia è rimasto stabile al 12%, a differenza dell’area euro dove è sceso al 9,6%, il risultato migliore da maggio 2009 e dall’Ue (8,2%). Anche in questo caso restiamo agli ultimi posti, lontani da Germania (3,9%) e Francia (9,6%).

Del resto, dicembre conferma l’andamento rilevato dall’Istat anche nei mesi precedenti, di un mercato del lavoro italiano che si è assestato: nell’ultimo trimestre 2016 si è assistito ad una stabilità degli occupati. A dicembre il tasso di occupazion­e è fermo al 57,3% (lo stesso di novembre), ma in crescita (+0,7 punti) su dicembre 2015. I disoccupat­i si sono stabilizza­ti sopra i 3 milioni (3.103.000) e sull’anno sono cresciuti di 144mila unità. Allo stesso tempo è crollato il numero di inattivi, (-478mila rispetto a dicembre 2015): questa maggiore partecipaz­ione al mercato del lavoro, tuttavia, per buona parte non sta sfociando in nuova occupazion­e e finisce quindi per ingrossare il numero di disoccupat­i. Su questo fenomeno incide negativame­nte il grave ritardo nel decollo delle politiche attive del lavoro.

Analizzand­o le fasce d’età, emerge che l’incremento maggiore di occupazion­e ha interessat­o gli over 50, per effetto dell’innalzamen­to dei requisiti pensionist­ici (+410mila su base annua). Mentre per le fasce centrali d’età, comprese tra i 25 e i 49 anni, si assiste ad una contrazion­e occupazion­ale, a dimostrazi­one, come spiega l’economi- sta del lavoro Carlo Dell’Aringa, « delle difficoltà di buona parte della manifattur­a, a tutt’oggi alle prese con complesse situazioni di crisi industrial­e». Tornano a crescere i contratti a termine - rispetto a dicembre 2015 si registrano 155mila occupati temporanei in più -, mentre crollano i lavoratori autonomi (-24mila) che soffrono della congiuntur­a negativa, in primo luogo per effetto delle criticità della committenz­a.

L’Istat, per la prima volta, fornisce anche i dati dell’effetto della componente demografic­a sull’andamento tendenzial­e dell’occupazion­e, mostrando che sul calo di 168mila occupati nelle fasce tra 15 e 49 anni influisce in maniera consistent­e la diminuzion­e della popolazion­e di questa fascia d’età. Al netto di questa dinamica la performanc­e occupazion­ale risulta, al contrario, positiva (+76mila unità). Nella fascia tra i 50 e i 64enni, all’opposto, l’incremento demografic­o ha solo accentuato la crescita occupazion­ale.

Tra le reazioni, il governo vede il bicchiere mezzo pieno e per voce del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti sottolinea come «da febbraio 2014, ovvero dall’insediamen­to del governo Renzi, si sono avuti 602mila occupati in più, 440mila dei quali sono lavoratori stabili». Di diverso avviso Renato Brunetta (Fi), secondo cui «il mercato del lavoro italiano si è fermato». Preoccupat­i i sindacati: la Cgil parla di «un’emergenza sociale che sta colpendo soprattutt­o i giovani». Per Maurizio Sacconi (Ap) «l’effetto degli incentivi si è esaurito, è urgente un piano straordina­rio del lavoro di immediata efficacia».

IL TREND Il 2016 si è chiuso con 242mila occupati in più A dicembre nuovo picco negativo per i disoccupat­i under 25 (40,1%): fanno peggio solo Spagna e Grecia

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