Il Sole 24 Ore

Grillo avvia la «stretta» sulle liste Raggi domani in procura - Dagli sms acquisiti dai Pm emerge il ruolo di Marra anche nella nomina (e nel maxistipen­dio) di Romeo - Faro sul presunto dossieragg­io interno

- Ivan Cimmarusti Manuela Perrone

pIn attesa di sapere la data delle prossime politiche, il M5S fa i conti con un doppio fronte: da un lato la “croce” di Roma, con l’interrogat­orio della sindaca Virginia Raggi atteso per domani; dall’altro il lavoro per arrivare preparati al voto, con Beppe Grillo e Davide Casaleggio impegnati a stringere sulle liste. Obiettivo: scremare i futuri ingressi in Parlamento e, soprattutt­o, i 126 parlamenta­ri “ricandidab­ili”. Usando il pugno duro con gli infedeli al simbolo e al programma.

I tormentati sette mesi del Campidogli­o e gli errori nella scelta della squadra sono lo spettro da evitare. Anche sui veleni del Movimento romano ora indaga la procura: dopo un esposto del senatore Andrea Augello (IdeaCuorit­aliani), è stato aperto un fascicolo senza ipotesi di reato sulla vecchia storia del presunto dossieragg­io interno orchestrat­o da Raggi con Daniele Frongia per favorire l’attuale sindaca ed eliminare nel 2015 dalla corsa a sindaco Marcello De Vito, attuale presidente dell’assemblea capitolina, vicino alla deputata Roberta Lombardi: entrambi sono stati ascoltati dai pm sabato. «Una House of cards all’amatrician­a», attacca il Pd. «Un nido di piccole vipere», dice Augello. Il clima pentastell­ato nella capitale è questo. Anche se Frongia parla di «ricostruzi­oni fantasiose». Anche se l’ordine di scuderia dei vertici è di fare quadrato intorno a Raggi pure in caso di rinvio a giudizio.

Domani la sindaca - indagata per abuso d’ufficio e falso in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale Raffaele, a capo del Dipartimen­to Turismo - dovrebbe essere interrogat­a dai pm Paolo Ielo e Francesco Dall’Olio. Nel frattem- po la mano del superburoc­rate Marra emergerebb­e anche dietro la delibera di agosto con cui era stato triplicato il compenso di Salvatore Romeo, passato da funzionari­o dell’ufficio partecipat­e (con contratto da 39mila euro annui) a capo segreteria di Raggi (110mila, poi ridotti a ottobre a 93mila).

Sono le chat e gli sms a restituire retroscena sui quali gli inquirenti stanno facendo luce (un fascicolo è aperto anche su questa nomina) e che potrebbero svelare come Marra abbia avuto un ruolo decisivo nell’irregolare applicazio­ne del Testo unico sugli enti locali, nella parte relativa alle nomine dell’ufficio di staff del sindaco. Le conversazi­oni su whatsapp tra Marra e Romeo hanno dato una nuova sponda agli inquirenti. A maggio scorso, un mese prima delle elezioni, Marra aveva precisato a Romeo: «Ho appena finito di studiare la normativa per gli incarichi per le strutture di diretta collaboraz­ione del sindaco e vice sindaco»; a settembre, invece, tra i due ci sono diversi messaggi in corrispond­enza del parere dell’Anac, che aveva sollevato dubbi di legittimit­à sull’applicazio­ne dell’articolo 90 del Tuel, che aveva consentito che lo stipendio per l’ex capo segreteria della Raggi fosse triplicato. In particolar­e i due affermano in più sms: «Dobbiamo vederci, di persona». L’ipotesi che sia stato Marra - arrestato per corruzione e indagato in concorso con la Raggi di abuso d’ufficio per la nomina di suo fratello Renato - a occuparsi della questione «normativa», così da triplicare lo stipendio a Romeo, esce rafforzata da quanto già denunciato con un esposto dall’ex capo di gabinetto della sindaca, Carla Raineri. Negli sms acquisiti dagli inquirenti c’è anche un riferiment­o alle dimissioni che rassegnaro­no Raineri e l’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna: nella ormai nota chat “4 amici al bar”, di cui facevano parte con Raggi anche Marra, Romeo e Frongia, risultano messaggi di gioia quando i due lasciarono la giunta M5S. I primi addii di una lunga serie.

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