Caffitaly raddoppia la fabbrica e sfida l’Horeca con le capsule
EMILIA ROMAGNA
p «Abbiamo comprato 25mila metri quadrati di stabilimento a Capriate, che di fatto raddoppiano la nostra attuale capacità produttiva e ci garantiranno la crescita futura da qui al 2020». Dal quartier generale di Gaggio Montano, sull’Appennino bolognese, il nuovo ceo di Caffitaly Leonardo Franco annuncia la svolta del più importante player italiano del caffè porzionato in capsula. Che dopo 12 anni di exploit in alta quota scommette sulla piana bergamasca per tallonare ancora più da vicino il leader Nestlé (con Nespresso) e competere su scala mondiale. Grazie a sistemi macchina&capsula brevettati in oltre 70 Paesi e a un’ossessione per la qualità che ha attirato in montagna anche un marchio come Twinings, ultima new entry tra le partnership esclusive di Caffitaly per la produzione di capsule di the.
«Investiremo 10 milioni di euro quest’anno tra impianti e automazione nel nuovo sito di Capriate, dove spostiamo anche l’attuale produzione di Rozzano – precisa il ceo – e cifre analoghe sono in programma per i prossimi anni, se si confermeranno trend di crescita sopra il 20%».
Caffitaly punta a sfiorare i 3 miliardi di produzione annua di
capsule (1,4 miliardi nel 2016), ad arrivare a 200 milioni di fatturato (l’ultimo bilancio si è chiuso attorno ai 140 milioni, l’80% export) e a sfidare nell’Horeca le superautomatiche che funzionano con la tradizionale polvere di caffè. «Il futuro è delle capsule anche nel segmento professionale, perché il caffè porzionato, senza ossigeno, garantisce una quali- tà e una varietà che chicchi e polvere non permettono. Si tratta solo di superare le resistenze iniziali, così come è successo nel mercato domestico», sottolinea il coo Giovanni Zaccanti. Artefice, con alcuni amici, prima del fenomeno Saeco (fondata sempre a Gaggio Montano nel 1981) e poi di Caffitaly, nata nel 2004 con i proventi della vendita Saeco, allora all’apice del successo.
Mentre però la multinazionale Philips, attuale proprietaria di Saeco, sta dimezzando gli addetti, Caffitaly sta crescendo di oltre il 30% l’anno, investe e assume, anche in altura a un’ora dall’autostrada: a Gaggio oggi lavorano 220 dei 350 dipendenti del gruppo, tra cui 25 ricercatori. I grandi volumi si faranno dunque nella pianura lombarda, «ma investiremo anche in Appennino, dove potenzieremo R&S e produzione di alta gamma delle macchine professionali per l’Horeca, perché qui abbiamo competenze tecniche uniche che a Milano non troviamo, gemmate negli anni 70 dal colosso metalmeccanico Demm», conclude Zaccanti.