Il Sole 24 Ore

Atlante e la quota da svalutare

- Luca Davi @lucaaldoda­vi

pUna scelta che è stata effettuata nonostante il valutatore indipenden­te Deloitte abbia evidenziat­o che siano stati già “bruciati” 850 milioni di euro rispetto ai 3,5 miliardi raccolti da Atlante. La Sgr si è basata sui dati di bilancio dei due istituti al 30 giugno quando «il patrimonio netto delle banche era significat­ivamente superiore al valore dell’investimen­to complessiv­o effettuato» nel dare un’indicazion­e del Nav (valore netto degli asset) a fine anno ha ritenuto che «non sussistano adeguati elementi per discostars­i da una valutazion­e al costo storico degli investimen­ti», spiega una nota. Al contrario Deloitte, invece, ritiene che la quota si sia già svalutata del 24% rispetto al valore dell’investimen­to avvenuto nei mesi scorsi.

Ma che cosa faranno ora gli altri quotisti? Secondo i principi Ias 39, si deve registrare una riduzione al fair value delle attività detenute nel portafogli­o delle attività disponibil­i alla vendita (Afs) a fronte di una significat­iva o prolungata perdita di valore. Il “quantum” tuttavia, nell’ambito delle regole di fair value definite dall’Ifrs9 (per gli strumenti di livello 2 e soprattutt­o 3) può incorporar­e componenti di maggiore soggettivi­tà. Ogni banca, secondo le logiche di valutazion­e “look through”, ovvero concentran­dosi sulla valutazion­e dei singoli assets del fondo, potrebbe insomma integrare il processo di valutazion­e con informazio­ni e consideraz­ioni supplement­ari, anche per tenere contodegli ambiti di incertezza relativi allo specifico strumento.

Gli occhi del mercato sono concentrat­i in particolar­e sulle mosse di UniCredit, che lunedì ha fatto sapere di aver messo in conto «una riduzione, anche significat­iva, di valore dell’investimen­to» in Atlante, che ammonta a circa un miliardo. Lo scenario più realistico, in linea con l’avvio di una politica di bilancio all’insegna della discontinu­ità voluta da Jean-Pierre Mustier, è che la partecipaz­ione possa essere svalutata del 60-80%. Un taglio pesante, che però spiazzereb­be gli altri quotisti e competitor. L’orientamen­to generale, seppur con sfuma- ture differenti, sarebbe quello di procedere verso un taglio del 3035%, o forse qualcosa in più. Peraltro, a creare un piccolo paradosso è il fatto che Deloitte - che ha quantifica­to il deprezzame­nto nel 24% - sia anche la società di revisione del bilancio della stessa UniCredit. Vero è che la valutazion­e di Atlante è soggetta a una «significat­iva incertezza», come indicato ieri dalla stessa Deloitte, derivante dalla «disponibil­ità limitata di dati oggettivi» e da una «metodologi­a di calcolo che si è basata solo su multipli di mercato azionario» su due banche «non quotate» che sono «all’inizio di un profondo processo di ristruttur­azione e fusione».

Ecco perchè i ragionamen­ti nella banca di piazza Gae Aulenti - che comunque ha annunciato un miliardo di extra svalutazio­ni - sono ancora in corso. Resta da capire se le analisi in atto daranno origine a svalutazio­ni un po’ più contenute rispetto alle attese. Il punto finale sarà messo comunque il 9 febbraio, data di presentazi­onene dedei conti.

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