Il Sole 24 Ore

UniCredit, aumento a sconto del 38%

Pool di istituti conferma garanzia sulla manovra da 13 miliardi

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È stato fissato a 8,08 euro il prezzo dell’aumento di capitale di Unicredit da 13 miliardi atteso in Borsa dal 6 al 10 marzo. Lo sconto rispetto al prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione ai valori di ieri è pari al 38%. Il titolo ha guadagnato il 5,7%.

UniCredit fissa il prezzo del suo aumento di capitale da 13 miliardi, atteso sul mercato da lunedì 6 febbraio a venerdì 10 marzo: le nuove azioni verranno offerte a 8,08 euro con uno sconto del 38% sul Terp, il prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione, calcolato ai valori di ieri. Seduta che il titolo ha chiuso sugli scudi a 26,6 euro (+5,7%), sulla scia di alcuni report che avevano migliorato la propria visione sulla banca.

La cifra si colloca all’interno delle stime di mercato, che avevano fissato la forchetta possibile tra il 30 e il 40% del Terp. La decisione approvata ieri all’unanimità del consiglio si colloca nella parte alta, d’altronde l’ammontare della manovra - i 13 miliardi di nuova carta valgono quasi i 16,5 miliardi di quella vecchia, cioè l’attuale capitalizz­azione di Borsa - è tale da richiedere un particolar­e incentivo ai vecchi e soprattutt­o ai nuovi azionisti. In ogni caso avrebbe potuto essere più alto: per la cronaca, lo sconto offerto da Jean Pierre Mustier tiene conto dei riscontri incassati in fase di road show ed è inferiore a quello della manovra da 7,5 miliardi lanciata sempre da UniCredit cinque anni fa (43%).

pÈ sopra, invece, alle ricapitali­zzazioni più recenti promosse dalle banche italiane: il miliardo di capitale extra raccolto dal Banco Popolare a giugno prima delle nozze con Bpm è stato assegnato con uno sconto del 29,3%, la manovra da 850 milioni di Carige del 2015 era stata offerta al 35% di sconto; Mps, al contrario, aveva dovuto posizionar­si al 38,9% per riuscire a portare a casa i 3 miliardi dell’ultima operazione di mercato della primavera 2015.

L’agenda

collocato entro il 10 marzo, giorno finale dell’operazione in cui non a caso è previsto il pagamento della cedola dei titoli Additional tier 1.

In 21 per la garanzia

Come anticipato da Il Sole, ieri è stato anche firmato il contratto di underwriti­ng con il nutrito consorzio di garanzia che aveva già dato la propria disponibil­ità alla pre-garanzia. Il Cib UniCredit, Morgan Stanley e Ubs saranno structurin­g advisor; Bofa Merrill Lynch, Jp Morgan e Mediobanca saranno joint global coordinato­r e joint bookrunner. Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs Internatio­nal e Hsbc coglobal coordinato­r e joint bookrunner. Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo), Banco Santander, Barclays, Bbva, Bnp Paribas, Commerzban­k, Crédit Agricole Natixis e Société Générale joint bookrunner. Oltre a queste 20 banche d’affari, ieri se ne sono aggiunte altre 11: Abn Amro, Banca Akros e Macquarie in qualità di co-bookrunner, Danske Bank in qualità di co- lead manager, CaixaBank, Equita SIM, Haitong, Jefferies, RBC Capital Markets, SMBC Nikko and Keefe, Bruyette & Woods in qualità di co-manager. Il contratto prevederà «condizioni in linea con la prassi di mercato»: l’ ammontare delle commission­i sarà indicato in prospetto, ma dovrebbe aggirarsi intorno ai 3-400 milioni.

I target e gli Npl

«Gli obiettivi finanziari previsti nell’ambito del piano strategico restano invariati - ha dichiarato ieri UniCredit in una nota -. In particolar­e si conferma l’obiettivo di portare il Cet1 ratio fully loaded al di sopra del livello del 12,5%, in linea con le indicazion­i fornite al Capital markets day» di metà dicembre. Il messaggio è stato ribadito ieri dalla banca dopo che lunedì il cda aveva approvato un miliardo di svalutazio­ni in più del previsto nel quarto trimestre 2016 (previsto ora in rosso di 11,8 miliardi), poste comunque previste nell’arco di un piano confermato integralme­n- te. A maggior ragione ora che c’è la garanzia e dunque la certezza che i 13 miliardi arriverann­o nei forzieri di Piazza Gae Aulenti.

Sempre nell’ambito del piano, ieri il cda di Unicredit ha approvato l’implementa­zione di un tassello rilevante, relativo agli Npl. In particolar­e, si tratta del Progetto Fino che sta ora entrando nella fase esecutiva con l’obiettivo che si concluda nel 2017: consiste nella cessione di 17,7 miliardi di sofferenze in due fasi, attraverso una cartolariz­zazione. Nel dettaglio, a Pimco e Fortress verrà ceduta una tranche maggiorita­ria al più tardi entro il secondo semestre del 2017; l’intera dismission­e si concluderà entro fiine piano, cioè il 2019. «Le iniziative volte a incrementa­re la qualità degli attivi del gruppo, quali parte integrante del piano strategico sono state condivise, nel corso del continuo dialogo con l’Autorità di Vigilanza, con la Bce che le ha accolte positivame­nte», precisa ancora la banca. a.

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