Il Sole 24 Ore

Vendite sui titoli di Stato, Borse positive

In rialzo i tassi di BoT e BTP ai massimi da due anni. Listini in scia a Wall Street dopo i buoni conti Apple

- Andrea Franceschi

pLe elezioni presidenzi­ali in Francia sono un appuntamen­to molto atteso e molto temuto dagli investitor­i visto che il candidato favorito nei sondaggi per il primo turno, Marine LePen, non ha mai fatto mistero di volere l’uscita della Francia dalla moneta unica. Lo spettro di una «Frexit» tuttavia non ha turbato più di tanto gli investitor­i nei mesi scorsi. Questo perché il mercato ha scommesso che, anche se anche la candidata del Front National dovesse affermarsi al primo turno, una sua vittoria al ballottagg­io sia poco probabile vista la naturale tendenza dell’elettorato moderato a schierarsi per lo sfidante. Il problema è che la credibilit­à di quello che fino a pochi giorni fa veniva dato come favorito nella corsa a due con Marine LePen, il candidato della destra moderata François Fillon, ha ricevuto un durissimo colpo con lo scandalo sull’ assunzione fittizia della moglie.

L’incertezza sul delicato test elettorale in Francia ha avuto ripercussi­oni sulle quotazioni del debito pubblico di Parigi. Ieri il tasso del titolo decennale francese ha toccato un massimo di seduta all’1,13% ai massimi da settembre 2015 con il differenzi­ale rispetto al Bund tedesco che ha toccato un massimo di 65 punti su livelli che non si vedevano da 3 anni.

Tensioni tra gli investitor­i anche sui bond della Grecia, per i timori che Atene non riesca a ripagare la prossima estate, a luglio, titoli in scadenza per circa 6 miliardi di euro. L’ondata di vendite che ha interessat­o le obbligazio­ni greche arriva dopo l’ennesimo stallo nei negoziati tra il governo gre- co con i creditori dell’Eurozona e del Fondo monetario internazio­nale per la neanche troppo ventilata necessità di nuovi aiuti internazio­nali.

Le vendite hanno interessat­o comunque tutto il mercato delle obbligazio­ni governativ­e dell’eurozona penalizzat­e non solo dall’incertezze politiche ma anche da quella monetaria. Il mercato infatti è tornato a scommetter­e sulla fine anticipata del Quantitati­ve easing della Bce. Soprattutt­o alla luce del contesto macro che indica un migliorame­nto della situazione economica nell’area euro. La fine degli stimoli viene vista con favore dai risparmiat­ori tedeschi ma non certo dai Paesi più indebitati come l’Italia che rischia un aumento dei costi di rifinanzia­mento del debito.

Questo scenario, oltre alla rinnovata incertezza politica legata al probabile ritorno anticipato alle urne, spiega perché i tassi di BoT e BTP siano risaliti. Ieri quello del decennale ha toccato un massimo al 2,31% riportando­si sui massimi da luglio 2015 e quelli a scadenza più lunga hanno registrato incrementi ancora più sostenuti.

Il mese di gennaio è stato pessimo per il segmento delle obbligazio­ni governativ­e in Europa. Il peggior avvio d’anno di sempre secondo Bloomberg. Il contesto generale non ha contribuit­o. Con la vittoria di Trump e la scommessa di un ritorno dell’inflazione il mercato ha penalizzat­o il reddito fisso premiando le azioni e, sul mercato valutario, il dollaro. Questo copione, che nelle scorse settimane era stato abbandonat­o, è tornato a tenere banco ieri quando, anche grazie a una serie di risultati societari migliori delle attese (Apple su tutti), Wall Street è tornata a salire assieme al dollaro, che poi in serata, dopo la Fed, ha leggerment­e ripiegato.

Ne ha tratto beneficio il mercato azionario europeo che, dopo un avvio di settimana all’insegna dei ribassi, ha chiuso la seduta in territorio positivo.

TIMORI SU ATENE Tensioni sui bond governativ­i della Grecia: si teme che il governo non riesca a ripagare 6 miliardi di titoli in scadenza a luglio

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