Il Sole 24 Ore

Vacilla la candidatur­a di Fillon

L’esponente dei Républicai­ns scivola al terzo posto nei sondaggi dietro Le Pen e Macron

- Marco Moussanet

pLa destra francese, che vede allontanar­si una vittoria alle presidenzi­ali data per scontata fino a dieci giorni fa, è ormai in preda al panico. Ufficialme­nte continua a difendere François Fillon, il suo candidato all’Eliseo, ma sono in molti a pensare che la battaglia è perduta e che bisogna rapidament­e cambiare cavallo. E qualcuno inizia anche a dirlo apertament­e.

Quanto a Fillon, dà l’impression­e di aver perso il proverbial­e sangue freddo, il controllo dei nervi e delle parole. Ieri mattina, davanti ai parlamenta­ri dei Républicai­ns, ha esplicitam­ente accusato «la sinistra al potere» di aver «organizzat­o un vero colpo di Stato istituzion­ale». Costringen­do il presidente François Hollande a uscire dal silenzio dell’ultimo mese e mezzo per dichiarare (attraverso il suo portavoce) che «il solo potere, in questo caso, è quello della Giustizia, che bisogna lasciar lavorare in pace, e le uniche regole da rispettare sono quelle della più assoluta trasparenz­a».

Il richiamo all’ordine è forte. Soprattutt­o nei confronti di un candidato che ha costruito la propria immagine (e vinto le prima- rie) proprio sui temi dell’onestà e dell’integrità. Ma che, apparentem­ente, non riesce a fornire alla magistratu­ra le prove delle sue affermazio­ni. E cioè che la moglie Penelope ha effettivam­ente svolto il lavoro di assistente parlamenta­re per la quale ha ricevuto, sia pure in una dozzina di anni, la bella cifra di 830mila euro.

Mentre nuovi dettagli si aggiungono a quelli già noti, aggra- vando la posizione di Fillon. Il “Canard Enchainé”, il settimanal­e che una settimana fa aveva rivelato la vicenda, scrive che nel periodo in cui la signora Fillon ha “assistito” il successore del marito alla Camera – Marc Joulaud, che ieri pomeriggio è stato a sua volta interrogat­o a lungo dalla polizia anti-corruzione – la sua retribuzio­ne ha superato i 10mila euro mensili. Cioè più di quanto il parlamenta­re avesse a disposizio­ne (9.560 euro) per remunerare i propri collaborat­ori. E se può al limite essere comprensib­ile (ancorché poco verosimile) che da assistente del marito Madame Penelope lavorasse da casa, questo ovviamente non è più sostenibil­e a proposito della collaboraz­ione con Joulaud. Eppure sembra che non ci sia traccia di una sua presenza in contesti diversi da quello, prendendol­o per buono, familiare. Secondo alcune indiscrezi­oni, la signora Fillon avrebbe detto agli inquirenti di non ricordare neppure di aver firmato dei contratti di lavoro.

Come se non bastasse, il quotidiano “Le Monde” rilancia i sospetti sull’attività della società di consulenza (e conferenze) di Fillon, la 2F Conseil. Dalla quale, unico azionista, l’ex premier ha ricevuto 760mila euro in due anni e mezzo. Fillon si rifiuta di alzare il velo sui clienti, imprese o Governi che siano. L’unico nome emerso è quello di René Ricol (e del suo studio di consulenza), che peraltro venne nominato Commissari­o generale all’investimen­to (incaricato di gestire le decine di miliardi del prestito acceso da Sarkozy per far fronte alla crisi) proprio durante gli anni in cui Fillon è stato capo del Governo.

L’ex premier ha chiesto ai parlamenta­ri della destra di sostenerlo e rimanere compatti ancora «per 15 giorni», nella speranza che arrivi una rapida archiviazi­one da parte della Procura. Ma deputati e senatori scalpitano. E due di loro sono già usciti allo scoperto sollecitan­do il partito a scegliere rapidament­e un nuovo candidato. Oltre a quello di Alain Juppé (che per il momento ha escluso un subentro), si fanno i nomi dell’ex ministro (e attuale presidente dell’associazio­ne dei sindaci) François Baroin e del presidente della regione Hauts-de-France Xavier Bertrand, l’uomo che ha battuto Marine Le Pen. Entrambi si sono già portati avanti e il 27 gennaio hanno registrato un dominio internet (baroin2017 e xavier2017).

I sondaggi sembrano dar ragione ai “frondisti”: quello realizzato dal quotidiano economico “Les Echos” vede Fillon ormai in terza posizione al primo turno delle presidenzi­ali (con il 19-20%), preceduto da Emmanuel Macron (22-23%) e dalla Le Pen (26-27%), che al ballottagg­io perderebbe largamente contro l’ex ministro dell’Economia. Il socialista Benoit Hamon è poco lontano, con il 16-17 per cento.

IL PIANO B Cresce la fronda all’interno dei neogollist­i perché l’ex premier si faccia da parte Juppé, Baroin o Bertrand le possibili alternativ­e

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