Trump sconvolge l’agenda del Consiglio Ue a La Valletta
C’era un tempo quando a Malta venerdì i capi di Stato e di governo dell’Unione avrebbero dovuto discutere principalmente di come meglio gestire l’immigrazione in Europa. Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, il programma del vertice informale a La Valletta è stato scombussolato. La questione dei rapporti transatlantici rischia di essere il piatto forte dell’incontro, tanto le ultime decisioni a Washington hanno colpito qui a Bruxelles.
Il collegio dei commissari della Commissione europea si è riunito ieri qui a Bruxelles come ogni mercoledì. Al centro del dibattito anche le relazioni con gli Stati Uniti. Riferendo della discussione, il vice presidente dell’esecutivo comunitario Maros Sefcovic ha detto che la stessa Commissione sta valutando con «crescente ansia» le misure che vengono decise a Washington. Ha ribadito che l’Unione si vuole «àncora di stabilità in un mondo in grande cambiamento».
Diverse misure unilaterali della nuova amministrazione hanno colpito qui a Bruxelles: tra le altre cose, la scelta di rinnegare il libero commercio e l’intesa con l’area del Pacifico; la decisione di bloccare l’arrivo dei rifugiati da qualsiasi Paese per 120 giorni e dei cittadini provenienti da sette Paesi musulmani per 90 giorni; le prese di posizione contro il recente trattato internazionale firmato a Parigi e che ha come obiettivo di contrastare il riscaldamento del pianeta.
Su quest’ultimo fronte, lo stesso Sefcovic ha assicurato che l’Europa è pronta ad avere un ruolo-guida in campo ambientale. Ha anche rivelato che nel collegio dei commissari uno dei partecipanti ha notato a mò di battuta come la trama di House of Cards, un telefilm sulla vita politica a Washington, sia ormai «troppo lenta» rispetto ai veloci cambiamenti imposti dalla nuova amministrazione. «Crediamo nella consultazione e nella coopoerazione – ha aggiunto Sefcovic –. Per noi, rimangono le no- stre opzioni preferite».
Sempre ieri si è tenuto un dibattito al Parlamento europeo durante il quale l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini si è detta «preoccupata dalle tendenze che emergono nella società americana». Dal canto loro, i gruppi popolare e socialista si sono detti d’accordo per suggerire il rifiuto dell’eventuale accreditamento ad ambasciatore presso l’Unione di Ted Malloch, che da consigliere del presidente Trump si è detto certo della fine prossima dell’euro.
La riunione di La Valletta domani sarà l’occasione di fare il punto tra i Ventotto, anche se un breve sondaggio tra le delegazioni nazionali ha già mostrato come alcuni governi non vogliano criticare Washington apertamente. A molti è bastata la presa di posizione del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (si veda Il Sole-24 Ore di ieri). «Il rapporto con l’America è complesso. Ha tre filoni: quello Stati Uniti-Ue, quello Ue-Nato e quello relativo al commercio internazionale», nota un diplomatico.
A Malta, i Ventotto discuteranno anche di immigrazione, un tema che ieri il presidente Tusk ha toccato in un colloquio a Roma con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Secondo un canovaccio della dichiarazione finale, i Paesi membri faranno propria una recente dichiarazione della Commissione europea tutta incentrata sulla necessità di collaborare con la Libia, aiutando il Paese a meglio controllare le sue frontiere, anche con l’aiuto delle agenzie dell’Onu.
«È positivo che questo documento sia approvato da tutti, anche dal Gruppo di Visegrad», nota un diplomatico, riferendosi a Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, che sull’immigrazione sono nazionalistiche. La diplomazia italiana è sodisfatta dei risultati ottenuti. Da tempo chiedeva attenzione per la rotta migratoria dal Nord Africa. Tra le altre cose, nell’operazione libica, i Ventotto dovrebbero dare il loro benestare all’uso di 200 milioni di euro provenienti dal Fondo fiduciario per l’Africa.
IL TEMA IMMIGRAZIONE Ieri a Roma colloquio TuskGentiloni: Italia soddisfatta per l’attenzione che a Malta verrà data alla necessità di collaborare con la Libia