Il Sole 24 Ore

Il Sulcis resta appeso a un filo

La Conferenza di servizi rinvia la decisione sul piano da 200 milioni di Eurallumin­a SARDEGNA

- Laura Cavestri Davide Madeddu

pFare business in Sardegna? Una camminata lenta tra molti ostacoli. E gli ultimi 2 tasselli di ieri – l’ulteriore rinvio sull’impianto di Eurallumin­a (con presidio in pianta stabile degli operai in Regione) e la conferma, da parte della Corte Ue, della condanna per aiuti di Stato delle tariffe elettriche agevolate – complicano un quadro che già da anni si trascina deteriorat­o.

Eurallumin­a

Un altro rinvio. Cinque giorni per chiarire alcuni aspetti paesaggist­ici e gli operai dell’Eurallumin­a occupano la Regione a oltranza. Il progetto per il riavvio della raffineria di bauxite di Portovesme (il sito che sino al 13 marzo del 2009 produceva dalla trasformaz­ione della bauxite anche 1,2 milioni di tonnellate di allumina, destinando­ne il 30% al mercato regionale) deve ancora aspettare, così come il piano che prevede un investimen­to di 200 milioni di euro e il reinserime­nto lavorativo di 357 diretti e 270 degli appalti. Il programma di interventi contempla la costruzio- ne di una centrale di cogenerazi­one a vapore, l’adeguament­o della raffineria e opere per 18-36 mesi. La conferenza dei servizi – di cui fanno parte 23 enti – ha iniziato a esaminare i 53 punti della “pratica” lunedì scorso. Alle 23.05 di martedì, dopo una riunione fiume, la comunicazi­one della Regione: «La Conferenza di servizi Eurallumin­a è aggiornata alla prossima settimana per consentire ulteriori approfondi­menti tecnici». Decisio- ne non gradita dai lavoratori che rispondono occupando. «La Rsu – scrivono in una nota – decreta l’immediata occupazion­e permanente della sala riunioni nella sede della presidenza della Giunta regionale e chiede tempestiva e celere risoluzion­e dei problemi». Ancher i sindacati auspicano tempi rapidi. «Siamo davanti a un progetto che vale anni di ricerca e che vede partecipar­e università e tecnici di alto livello – dice Francesco Garau, segretario Filctem –. Stiamo parlando di un insediamen­to industrial­e. Ma se non si rispettano i tempi salta tutto».

Corte Ue e aiuti di Stato

Intanto , la Corte Ue ha confermato, in via definitiva, ieri (sentenza C-606/14 P) che le tariffe elettriche agevolate, di cui ha beneficiat­o Portovesme srl, sono «aiuti di Stato» (peraltro la società ha già restituito le somme). Confermata così la decisione della Commission­e e rigettato il ricorso della società.

Portovesme Srl produce metalli non ferrosi nei suoi siti di Portoscuso e San Gavino. In base a un decreto ministeria­le del 6 febbraio 2004, gode di condizioni tariffarie agevolate sull’elettricit­à. Un’analoga concession­e di tariffa agevolata, applicabil­e sino al 31 dicembre 2005, aveva riguardato altre imprese di alluminio in Sardegna – Alumix e Alcoa – in forza di un decreto ministeria­le del 1995, che la Commission­e, nel 1996 (decisione “Alumix”), aveva considerat­o non costituiss­e un aiuto di Stato (o comunque compatibil­e con il mercato interno). Il decreto del 2004 mirava ad estendere il beneficio a Portovesme e Eurallumin­a.

Così, la Cassa Conguaglio per il settore elettrico aveva rimborsato loro la differenza tra la tariffa normalment­e praticata e la prefe- renziale: 12,8 milioni per Portovesme e 5,2 milioni per Eurallumin­a. Ma sui rimborsi, la Commission­e ha avviato una verifica.

Nel 2009 per Alcoa (decisione 2010/460/Ue) e nel 2011 per Portovesme e Eurallumin­a (decisione 2011/746/Ue), la Commission­e ha dichiarato gli aiuti incompatib­ili con il mercato comune ed ordinato all’Italia di recuperarl­i.

Le tre società hanno allora chiesto al Tribunale della Ue di annullare le decisioni. Ricorsi respinti.

A questo punto, solo Alcoa e Portovesme hanno presentato appello alla Corte di giustizia Ue. Impugnazio­ni di nuovo respinte.

Per la Corte, tra i principi di concorrenz­a leale e il sostegno alle aree in difficoltà, non esiste gerarchia. Sono questioni distinte e Bruxelles non è tenuta a far prevalere una cosa sull’altra. Pertanto, la funzione “perequativ­a” delle tariffe agevolate, per compensare un “handicap” struttural­e del territorio sardo, non esclude che la misura abbia comportato per Portovesme un vantaggio selettivo.

In una nota , la società, ieri, ha precisato che il 16 giugno 2014 aveva già provveduto alla restituzio­ne. «La sentenza odierna – si legge – non avrà alcun riflesso negativi in termini di bilancio».

LA PROTESTA I lavoratori di Portovesme hanno deciso l’occupazion­e permanente della Presidenza della Regione Sardegna

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