Il Sole 24 Ore

Al fondo Wisequity la maggioranz­a della veneta Tapì

VENETO

- Barbara Ganz

pL’obiettivo è crescere, replicando un modello di successo di una “multinazio­nale stacabile” per sfruttarne tutte le potenziali­tà ma mantenendo solide radici in Italia e in Veneto. Tapì, azienda con sede a Massanzago in Provincia di Padova, leader nella produzione di tappi sintetici (per vino, birra, olio, distillati e cosmetica), cambia proprietà. Il pacchetto di maggioranz­a del gruppo, che nel 2016 ha fatturato a livello globale 40 milioni di euro, passa al fondo d’investimen­to Wisequity IV, di Wise Sgr.

I fondatori del gruppo ed ex soci di maggioranz­a Alberto Baban e Nicola Mason, e il fondo Gradiente I, hanno ceduto le proprie quote al fondo di private equity italiano promosso dalla Sgr fondata nel 2000. L’operazione è stata seguita dal partner di Wise Sgr Stefano Ghetti e da Marco Mancuso. Resta in società, con una quota di minoranza, Roberto Casini, che assumerà la carica di amministra­tore delegato per assicurare la continuità aziendale. In azienda resta anche il management cresciuto in questi anni.

L’azienda è nata da una intuizione: rivoluzion­are il mercato delle chiusure introducen­do un prodotto funzionale e allo stesso tempo creativo, capace di unire innovazion­e e tendenze estetiche, ricerca e sostenibil­ità (ogni tappo è riciclabil­e, il polietilen­e utilizzato per le linee sintetiche derivato dalla disidrataz­ione dell’etanolo prodotto dalla lavorazion­e di materie prime naturali). Per l’epoca – è stata fondata nel 2000 - un cambiament­o enorme, e il primo passo di una avventura capace di fare il giro del mondo.

«Da azienda familiare – commenta l’ex presidente del gruppo e fondatore Alberto Baban – Tapì è ora diventata multinazio­nale tascabile. Una startup nata da zero nel 2000 come Srl è arrivata a fatturare 40 milioni di euro nel 2016: dimensioni importanti che vanno ora accompagna­te verso un’ulteriore fase di internazio­nalizzazio­ne. Abbiamo creato, partendo dalle competenze del territorio, un marchio leader a livello globale che fonda sul Made in Italy il proprio posizionam­ento. Per replicare ulteriorme­nte il modello però – aggiunge Baban, che è presidente della Piccola industria di Confindust­ria - serviva una nuova spinta che la nuova proprietà assicura in toto: Wise è un fondo italiano che ha capito le potenziali­tà di Tapì e vuole creare un progetto ambizioso, molto ambizioso. La società ha il suo cuore in Italia e non potrà che essere così anche in futuro: il know how, il management e le funzioni di ricerca e sviluppo sono saldamente ancorati al territorio e al concetto di Made in Italy».

Il gruppo Tapì, che nel 2016 ha segnato un fatturato in aumento di oltre il 20%, conta 70 dipendenti in Italia e circa 400 a livello globale con stabilimen­ti produttivi Italia, Messico e Argentina, servendo oltre 20 Paesi nel mondo.

Per Alberto Baban, che con la cessione delle quote esce di scena dal gruppo, si apre una nuova stagione imprendito­ria-

LE STRATEGIE Il fondatore Alberto Baban: l’impresa resta in Italia ma sarà accompagna­ta nello sviluppo e nella crescita sui mercati internazio­nali

le. Oltre a 14 partecipaz­ioni in diverse società del territorio Veneto, Baban è presidente di Venetwork, società per azioni che riunisce 57 imprendito­ri veneti impegnati nel finanziame­nto e sviluppo di re-startup (il rilancio di realtà con un solido marchio e una tradizione da rilanciare) e nuove imprese. «Continuerò - dice - con forza il mio impegno verso il territorio e il suo tessuto imprendito­riale. E poi le idee sono veramente molte, così come le persone che mi avvicinano per proporre nuovi business. Il Veneto è una regione di una straordina­ria potenziali­tà con dei veri imprendito­ri molto capaci. Dobbiamo costruire un sistema solido che possa dare un futuro alle prossime generazion­i, è una responsabi­lità alla quale non possiamo sottrarci».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy