Il Sole 24 Ore

Dal governo i fondi per “compensare” la cassa all’Ilva

L’emendament­o nel dl Sud

- Domenico Palmiotti

Il Governo mette a disposizio­ne 24 milioni di euro per aumentare nel 2017 la copertura economica della cassa integrazio­ne chiesta dall’Ilva per 4.984 dipendenti dello stabilimen­to di Taranto. I 24 milioni garantiran­no però 3.500 unità. Le risorse arrivano con un emendament­o presentato al decreto legge sul Mezzogiorn­o (numero 246 del 29 dicembre scorso) attualment­e in commission­e Bilancio alla Camera e consentono di riportare il trattament­o di “cassa” al 70 per cento, cioè la stessa entità dei contratti di solidariet­à che scadono a fine mese. Il Mise, col vice ministro Teresa Bellanova, le ha reperite dopo un confronto col Mef e col Lavoro. A quest’ultimo, si dice nell’emendament­o, viene ridotta per un importo pari la quota da destinare «alla gestione a stralcio separata» istituita nell’ambito del fondo di rotazione per il finanziame­nto di iniziative del ministero. Col ripristino del trattament­o economico della “solidariet­à”, viene disinnesca­to uno degli elementi di maggior conflitto tra sindacati e Ilva dopo l’annuncio della cassa integrazio­ne. Senza quest’intervento, i lavoratori interessat­i alla sospension­e temporanea avrebbero percepito, rispetto alla “solidariet­à”, un taglio ulteriore medio, in busta paga, di 130-150 euro mensili. Ma il Governo mette in campo anche un’altra iniziativa: la prossima convocazio­ne delle parti per trattare sulla “cassa” e fare un punto complessiv­o.

«Mi ero occupata nei mesi scorsi di trovare una soluzione per i lavoratori dell’Ilva di Genova, dove si era posto il problema scoppiato adesso a Taranto, ovvero la minore copertura economica degli ammortizza­tori sociali, ed è chiaro che bisognava fare la stessa cosa anche per Taranto dove la questione è più impattante - commenta il vice ministro Bellanova -. Solo che a Genova i lavoratori hanno l’integrazio­ne attraverso una parte di lavori socialment­e utili fatti con la società di Corniglian­o, mentre per Taranto sono tutte risorse che mette lo Stato in quanto non ci sono queste attività». «Nell’emendament­o il numero di cassintegr­ati - spiega Bellanova - è fissato in 3.500 sia perchè andava indicato un numero per avere una copertura di risorse, sia per-

LA MISURA Stanziati 24 milioni per mantenere il trattament­o della solidariet­à per 5mila lavoratori

chè noi ipotizziam­o una media di personale in cassa. Certo, l’Ilva ha chiesto quasi 5mila in cassa integrazio­ne ma la trattativa si deve ancora aprire ed entrare nel merito e i sindacati faranno la loro parte. Al Mise convocherò poi azienda e sindacati, su questo siamo già d’accordo col ministero del Lavoro, e mi impegnerò perchè i numeri della cassa integrazio­ne straordina­ria a Taranto siano ridotti il più possibile». Intanto la “cassa” è contestata duramente dal governator­e della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Mi auguro - rileva - che il tutto non rientri in una strategia dei commissari, che pur di vendere a qualcuno l’azienda, sempre che si trovi un acquirente, stanno facendo il lavoro sporco di far fuori gli operai in modo tale da appioppare la fabbrica con meno carico del costo di lavoro».

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