Voucher, rafforzare la tracciabilità
I voucher, dopo le ultime modifiche normative, si stanno rivelando «uno strumento utile per combattere il lavoro nero». Certo, «resta fondamentale contrastarne gli abusi», ma proprio per questo è necessaria «cautela» nel proporre correttivi anti-illeciti: bisogna infatti evitare di ri-creare «indebiti ostacoli» all’accesso ad occasioni di la- voro «che risultano comunque di contenuto e valore intrinsecamente limitato».
Per Confindustria, audita ieri dalla commissione Lavoro della Camera, presieduta da Cesare Damiano, la tracciabilità, introdotta a ottobre dall’esecutivo Renzi, e il limite (2mila euro) di reddito complessivo annuo percepibile dal prestatore rappresentano, ha spiegato il direttore dell’Area Lavoro, welfa- re e capitale umano, Pierangelo Albini, «effettivi deterrenti» che scoraggiano un utilizzo non corretto dei “buoni” (2mila euro, peraltro, equivalgono a poco più di 30 giornate lavorative di 8 ore ciascuna - un ammontare del tutto inadeguato a “sostituire” manodopera stabile).
Anche il divieto dell’utilizzo dei voucher nell’ambito dell’esecuzione degli appalti è «uno strumento utile», ha aggiunto Confindustria; e, a legislazione invariata, si potrebbe, poi, «potenziare lo strumento della comunicazione preventiva», abbreviando i termini temporali di utilizzo dei buoni, una volta acquistati.
Nel 2015, secondo un recente studio Inps, in termini di costo del lavoro, l’incidenza del lavoro accessorio è pari allo 0,23%; il numero medio dei buoni riscossi, stabile dal 2010, è circa 60, e il “popolo dei voucher” include una quota di inattivi, stima- ta intorno al 50% del totale.
Proprio per questo, l’idea di ritornare al concetto di “occasionalità”, reintroducendo tipologie “oggettive” di attività che dovrebbero risultare accessorie, appare «non condivisibile», ha ribadito Confindustria, perchè «foriera di incertezze applicative e contenzioso». Meglio, invece - viene proposto - rendere «semplicemente verificabili e misurabili le azione di contrasto all’abuso dello strumento per evitare la concorrenza sleale con altri contratti , e anche tra le stesse imprese».