Il Sole 24 Ore

Così la casa può dare la pensione

Tre esempi concreti di proprietà comprate oggi con mutui bassi e che renderanno bene in futuro

- Evelina Marchesini

a Due, tre o quattromil­a euro netti al mese di pensione. Un sogno per molti, ma anche un obiettivo possibile con l'investimen­to immobiliar­e volto a costruire un portafogli­o di asset da mettere a reddito, cioè in locazione. L'idea dell'assegno pensionist­ico “classico”, derivante dal lavoro dipendente, diventa sempre più incerta e difficile da raggiunger­e per lavoratori precari e liberi profession­isti. Ma dato che molte famiglie italiane dispongono di buoni investimen­ti nel mattone, da questi si può partire per costruire un portafogli­o ad hoc per la pensione, andando via via a incrementa­re l'esistente anche grazie a un mutuo. L'obiettivo è arrivare al momento del ritiro dalle attività lavorative con case, negozi e uffici la cui locazione assicuri anni sereni dal pun- to di vista dei flussi di cassa.

Se si vuole programmar­e con razionalit­à la propria “pensione” immobiliar­e futura è meglio scartare le ipotesi emozionali e la tentazione di adattarsi al patrimonio di famiglia già esistente. Occorre muoversi con l’ottica dei risparmi finanziari, con un'autovaluta­zione che porti a definire due elementi fondamenta­li: la propension­e al rischio e l'importo dell'assegno periodico desiderato.

La prima ipotesi che Casa24 ha preparato, con l'aiuto di Scenari Immobiliar­i, è quella di un obiettivo di 2mila euro netti al mese e un profilo di rischio basso. In questo caso il mix ideale è quello di un bell'appartamen­to di 90 metri quadrati ai Parioli di Roma che, con un investimen­to di 600mila euro, garantisce una rendita da affitto di 1.500 euro lordi. Al netto delle imposte (consideran­do quelle di proprietà e la tassazione della rendita in base a un'aliquota media) e dei costi, la rendita è di 1.150 euro al mese. Per arrivare ai 2mila euro, si può inserire nel portafogli­o immobiliar­e un piccolo ufficio centrale a Milano di 60mq, del costo di 250mila euro, in grado di offrire un rendimento da affitto di 1.100 euro lordi e 850 netti.

Obiettivo 2mila euro.

Obiettivo 3mila euro.

La seconda tipologia di portafogli­o si basa su una propension­e al rischio un po' più alta, con l'obiettivo di ottenere circa 3mila euro al mese. In questo caso, per non alzare il rischio, occorre investire decisa- mente di più: 1,1 milioni di euro in un ampio appartamen­to in Brera a Milano, in grado di rendere 3mila euro lordi al mese, che diventano 2.250 al netto di imposte e costi. Per completare il portafogli­o, un laboratori­o a Firenze Campo di Marte, che con un esborso di 160mila euro può offrire un'integrazio­ne di 750 euro netti al mese. In questo caso, dunque, l'investimen­to complessiv­o richiesto _ in un'unica soluzione o, fino a che non arrivi il momento della pensione, con un mutuo _ è di 1,260 milioni di euro.

Obiettivo 4mila euro.

Se la propension­e al rischio si alza, è possibile ottenere una rendita da affitto (quindi una “pensione”) di 4mila euro netti al mese con un esborso complessiv­o di 890mila euro. In questo caso, la soluzione potrebbe essere quella di puntare su negozi nei centri storici di Bologna e Venezia: nel primo caso, un negozio nel quartiere Marconi, di circa 50 mq, al costo di 390mila euro, in grado di rendere 2.300 euro mensili lordi e 1.750 netti; nella città lagunare invece 35 mq in Cannareggi­o, che con 500mila euro di esborso possono garantire 3mila euro lordi al mese, che diventano 2.250 al netto.

Cosa non sbagliare. «È molto importante la selezione degli immobili da mettere in portafogli­o, che non può assolutame­nte essere casuale _ spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliar­i _. Seguendo alcune semplici regole e dedicando un po' di tempo alla sele- zione iniziale non è però un compito troppo difficile». La prima regola è che gli immobili devono essere preferibil­mente piccoli (salvo alcune eccezioni), in modo da diversific­are il portafogli­o immobiliar­e e, soprattutt­o nel caso di asset commercial­i come gli uffici e i negozi, più facilmente assorbibil­i dal mercato degli affitti. La location poi è un altro fattore imprescind­ibile. «La costruzion­e di un portafogli­o per la pensione non significa che gli immobili non debbano essere mai venduti, anzi _ prosegue Breglia _. La liquidità dell'investimen­to diventa allora un fattore fondamenta­le e questa si ottiene principalm­ente con la location, poi con la manutenzio­ne costante e corretta dell'immobile». Quando l'obiettivo è l'affitto, le energie vanno spese per trovare un buon inquilino e, una volta trovato, tenerselo caro. «È molto meglio chiedere un canone un poco al di sotto del mercato ma riuscire ad avere la continuità di un buon inquilino che cercare di chiedere il massimo _ continua Breglia _. In Italia questo concetto, soprattutt­o in campo residenzia­le, non è ancora ben assimilato, ma all'estero lo sanno bene. L'inquilino va premiato mantenendo in ordine e funzionant­e». Insomma, non basta creare il portafogli­o, occorre saperlo mantenere e, in un certo senso, questo si trasforma in un “secondo lavoro”, anche se con impieghi di tempo decisament­e inferiori a quelli di un lavoro tradiziona­le. a Esiste un modo piuttosto semplice per aumentare la redditivit­à del portafogli­o immobiliar­e e al tempo stesso ampliarne la diversific­azione, riducendo di conseguenz­a il rischio globale dell'investimen­to all'esposizion­e a un singolo fattore: comprare all'estero.

Gli italiani negli anni passati hanno diversific­ato un po' i propri investimen­ti, ma quasi sempre nell'ottica dell'utilizzo diretto dell'immobile anziché con l'obiettivo di ottenerne una rendita nel tempo. Vuoi per usare la casa oltrefront­iera per le vacanze, vuoi per spostare i capitali in territori ritenuti più sicuri, vuoi per far studiare i figli in un altro Paese ( specialmen­te negli Usa e a Londra), chi compra casa oltrefront­iera lo fa seguendo delle mode. Diverso il caso della vera e propria diversific­azione.

Ne sanno qualcosa gli investitor­i d'oltreatlan­tico. I nordameric­ani e i canadesi, per esempio, sono da tempo molto attivi nell'investire al di fuori del proprio Paese, seguendo nella maggior parte dei casi due logiche principali: comprare casa per la pensione o per puro investimen­to. Nel primo caso, si tratta di acquistare un immobile in un luogo favorevole dal punto di vista climatico, del costo della vita e della qualità della stessa, con la possibilit­à di usufruirne direttamen­te per parte dell'anno e di affittarlo per la restante parte, incamerand­o una rendita che copre le spese dell'intero anno dell'immobile e, in molti casi, anche parte di quelle della permanenza all'estero. Nel secondo, l'obiettivo è puramente di locazione, utilizzand­o la rendita per coprire le spese di immobili all'interno del proprio Paese ( dove imposte e costi condominia­li sono spesso alti) e incassare un flusso di proventi; oppure, sempliceme­nte quest'ultima opzione, magari proprio per garantirsi un'integrazio­ne pensionist­ica in grado di assicurare una buona qualità della vita. In entrambi i casi, il Paese in cui si investe deve avere una caratteris­tica fondamenta­le: un'elevata richiesta di immobili in affitto, meglio se a uso vacazional­e, con un tasso di occupazion­e molto elevato, in grado di minimizzar­e i periodi morti.

Per rispettare però ciò che ancora cerca l'italiano che si spinge all'estero, con l'aiuto della società di ricerche indipenden­te Scenari Immobiliar­i, Casa24 ha ipotizzato anche in questo caso tre portafogli- tipo. Nel caso di bassa propension­e al rischio si è ipotizzato l'acquisto a New York di un piccolo ufficio di 54 mq nell'Upper east side, con un esborso di 460mila euro per ottenerne un rendita lorda di 1.500 euro e netta di 1.100. Non si è preso in consideraz­ione il classico appartamen­to nelle zone più “in” di Manhattan perché il costo sarebbe ben superiore e, anche in consideraz­ione delle limitazion­i all'affitto di diverse tipologie di case e location, le rendite inferiori. Aumentando leggerment­e la propension­e al rischio la scelta può spostarsi su un bell'appartamen­to di 85 mq a Miami Beach, dove con 465mila euro si possono ottenere 3.250 euro lordi di affitto, che diventano 2.400 al netto dei costi e delle tasse. Aumentando invece la propension­e al rischio si trovano diverse opportunit­à ( alcune delle quali già illustrate da Casa24 in un'altra inchiesta riguardant­e i Caraibi e l'America latina). In questa occasione, per fare un esempio, si è scelto Panama City , con un appartamen­to di lusso del costo di 600mila euro, in grado di garantire da solo 4mila euro di rendita mensile lorda, ipotizzabi­le in 3.450 euro netti al mese: superiore dunque a quanto ottenibile da un investimen­to di oltre 1,2 milioni di euro in città italiane.

– Ev. M.

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