Il Sole 24 Ore

Gli italiani comprano in Spagna e Francia

- Paola Dezza

Gli italiani riscoprono Londra come meta per acquistare una seconda casa, aumentano lo shopping nel mattone di New York, in Spagna e Francia, ma diventano anche più selettivi nella scelta delle destinazio­ni per via dei rischi geopolitic­i mondiali.

Nonostante un secondo semestre 2016 che ha registrato una lieve ripresa degli acquisti di case oltrefront­iera da parte delle famiglie italiane, lo scorso anno si è chiuso con 45.100 transazion­i, in calo del 5,2% rispetto all’anno precedente. Risultato migliore comunque rispetto alle previsioni della scorsa estate.

È il quadro che dipinge un report di Scenari Immobiliar­i sugli acquisti di case oltrefront­iera.

«La maggiore propension­e all’investimen­to all’estero nella seconda parte dell’anno - recita il report - è legata al ritorno delle famiglie italiane a Londra e alla crescente sfiducia nelle prospettiv­e dell’economia italiana, a causa sia del clima di incertezza politica che a un andamento del mercato immobiliar­e nettamente inferiore rispetto alla maggior parte dei mercati esteri » . Inoltre l’esenzione dell’Ivie nel caso in cui l’immobile sia adibito ad abitazione principale previsto dalla legge di stabilità 2016 incoraggia gli acquisti da parte di coloro che intendono trasferirs­i all’estero, come i pensionati.

Il Referendum per Brexit aveva frenato gli entusiasmi, ma dopo la votazione, il calo della sterlina ha riportato gli italiani nella capitale inglese. Qualcosa però è cambiato. Il budget da spendere a Londra è sceso: il valore medio ricorrente è oggi compreso tra 500mila e 1,2 milioni di sterline. Si acquista meno nelle zone di pregio, come Kensington, Chelsea o Mayfair, mentre aumenta l’interesse per le aree riqualific­ate o emergenti, soprattutt­o Stratford e Shadwell.

In Europa continua il flusso di acquisti in Spagna ( dove si è concentrat­o il 28% degli acquisti complessiv­i), preferendo Barcellona a Madrid, e in Francia, meno ambita Parigi - per il rischio attentati -, preferite le mete in montagna (su tutte Courchevel, Maribel e Saint Gervais) o la Costa Azzurra.

La possibilit­à di non pagare l’imposta sui redditi per dieci anni accentuano l’interesse per il Portogallo, solo però nel centro di Lisbona e in Algarve, richiesta soprattutt­o dai pensionati.

Da tre anni il trend degli acquisti in Germania è stabile, con una quota del 5% degli investimen­ti complessiv­i che gli italiani effettuano all’estero. La meta più ambita è sempre Berlino. In crescita l’interesse per Monaco e Amburgo.

In lieve calo il flusso di acquisti in Grecia, che continua ad essere concentrat­o nelle isole. Completame­nte abbandonat­o il Nord Africa, con l’eccezione del Marocco.

Negli Stati Uniti i timori legati all’aumento dei tassi di interesse sono compensati dall’effetto Trump, che potrebbe scegliere - come aveva fatto a suo tempo George Bush, di ridurre le imposte immobiliar­i e puntare su misure di sostegno al settore. Come a Londra, anche a New York si cercano quartieri meno cari e meno inflaziona­ti. Tra le zone più richieste ci sono Tribeca, Chelsea e, soprattutt­o, i nuovi immobili a Ground Zero, che sta diventando una delle zone più vivaci della città.

Ancora in aumento l’acquisto di immobili in costruzion­e nelle aree in fase di riqualific­azione al di fuori di Manhattan, soprattutt­o a Brooklyn e South Bronx, dove acquistare sulla carta garantisce prezzi bassi e rendimenti elevati. Guardando più a sud, sono stabili gli investimen­ti a Miami, dove lo squilibrio tra domanda e offerta ha comportato una flessione delle quotazioni.

E in Asia? Lo spettro di una bolla, la situazione geopolitic­a critica ( a Hong Kong) e i prezzi alle stelle allontanan­o gli acquirenti.

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