Intesa verso il target dividendi, poi valuterà il dossier Leone
Alla vigilia del consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo per l’approvazione dei risultati del 2016, il chief executive officer Carlo Messina e il suo team di stretti colla- boratori continuano l’esame del dossier Generali. Il complesso lavoro di messa a punto del progetto, che trasformerebbe la banca in un colosso dell’asset management, è an- cora in corso e l’esito non è scontato.
Pare certo però - da quanto trapela dal cantiere dei lavori in corso fra gli advisor Ubs, Mc Kinsey e studio Pedersoli - che nessun annuncio ar- riverà domani quando il cda di Intesa Sanpaolo presieduto da Gian Maria Gros-Pietro si limiterà ad approvare i conti dell’esercizio 2016.
L’evento più atteso dagli investitori sarà la conference call in cui venerdì pomeriggio il ceo Carlo Messina risponderà agli analisti, dando inevitabilmente indicazioni anche sul caso Generali e sull’ipotesi di dare vita a un’aggregazione che crei un competitor di dimensioni globali nel settore del risparmio. Quanto globale è tutto da vedere, anche se il nuovo piano triennale di Generali già aveva ristretto le prospettive d’interesse a a 6-9 mercati nazionali dai 15 attuali.
Le modalità dell’eventuale deal sono «ancora oggetto di valutazioni», si sottolineava ieri nello staff di Messina, ma l’ipotesi prevalente secondo gli analisti è quella di un’offerta pubblica di scambio azionario, forse con una componente cash. Le valutazioni di mercato delle due aziende sono quindi rilevanti ai sensi dell’Ops e in questo senso possono risultare decisivi i risultati di bilancio 2016 che Intesa e Generali si apprestano ad annunciare.
Domani sarà la volta di Intesa Sanpaolo che, secondo il piano d’impresa, ha previsto maxi-utili e un monte dividendi di tre miliardi. Malgrado le svalutazioni di crediti aggiuntivi e imprevedibili a inizio piano (a partire da Alitalia) e gli oneri di sistema (fondo di risoluzione e fondo Atlante), ieri sera tra i collaboratori e advisor di Messina c’era grande fiducia di centrare anche per quest’anno il target di dividendo annunciato agli investitori. Domani si alzerà il velo definitivo sui conti e si saprà se davvero Intesa avrà colto un target ambizioso, che fino a poche settimane fa pareva in bilico anche per le discutibili richieste prudenziali della Vigilanza Bce all’intero sistema bancario italiano.
Per poter ragionare compiutamente sui valori di un’Ops possibile, il mercato avrebbe bisogno di conoscere in tempi rapidi anche i conti delle Generali. Ma giustamente la compagnia, possibile target di Intesa, procede secondo il proprio calendario finanziario che prevede i conti a metà marzo. Anche per le Generali non mancano i dossier che possono portare a svalutazioni contabili impreviste, da Mps ad Alitalia. L’uomo che aveva in mano le redini del bilancio di Generali, il direttore generale e cfo Alberto Minali, è stato licenziato il giorno dopo l’annuncio dell’interesse di Intesa per il colosso assicurativo italiano. Fatto che ha suscitato più di una perplessità anche dentro Intesa Sanpaolo. Pure per Trieste si profila un esame della qualità e sostenibilità dei conti da parte del mercato.
I CONTI DI TRIESTE L’uscita del dg Minali che avrebbe dovuto validare i risultati del bilancio 2016 I nodi di Mps e Alitalia