Il Sole 24 Ore

Avvocati, elezioni verso nuove regole

Ddl varato in commission­e Giustizia al Senato: il testo punta a superare i contrasti Dopo Latina, le Sezioni unite bocciano anche il Consiglio dell’Ordine di Bari

- A. Gal.

pMentre la Cassazione boccia con una sentenza fotocopia anche il Consiglio dell’Ordine di Bari (sentenza 2614/17 delle Sezioni Unite, martedì era stato il turno di Latina, (si veda il Sole 24 Ore di ieri) il legislator­e accelera per dare alla categoria nuove regole per l’elezione dei consiglier­i degli ordini forensi, già dichiarate parzialmen­te illegittim­e dal Tar con le pronunce n. 8332, 8333 e 8334 del 2015 e poi dal Consiglio di Stato.

Il Ddl 2473 del Senato, presentato il 12 luglio dello scorso anno, ieri è stato approvato dalla Commission­e giustizia di Palazzo Madama, preludio alla (auspicata) veloce approvazio­ne definitiva, che prevede poi ovviamente anche il passaggio alla Camera.

Secondo il senatore Giuseppe Luigi Cucca, che ha dato la noti- zia della chiusura di questa fase, «si tratta di una buona notizia che riuscirà ad evitare il caos conseguent­e alle molteplici e variegate decisioni degli organi giudiziari».

Le modifiche del Ddl si muo- vono nel solco delle censure svolte dalla giustizia amministra­tiva, ma che il Consiglio nazionale forense non aveva accolto in sede di ricorso amministra­tivo - sfociato poi nelle sentenze ormai seriali delle Sezioni unite.

Ogni elettore potrà esprimere un numero di voti «non superiore ai due terzi dei consiglier­i da eleggere» secondo quanto indicato nella tabella A allegata alla norma che in sostanza stabilisce la riserva di un terzo dei seggi al genere meno rappresent­ato (di fatto le “quote rosa”). La proporzion­e fissa di 1/3 e due terzi eviterà il meccanismo di sostituzio­ne dei consiglier­i a elezione avvenuta - per riproporzi­onare i generi - stigmatizz­ato dalle Sezioni unite negli interventi degli ultimi giorni. Tra le altre modifiche previste dal ddl, quella secondo cui i consiglier­i non possono essere eletti per più di due mandati e la ricandidat­ura è possibile solo quando sia trascorso un numero di anni uguale a quelli del mandato precedente.

La soluzione di un intervento normativo organico e di fonte primaria , in sostituzio­ne del regolament­o censurato dalla Cassazione, consente di evitare un ulteriore “battaglia” con il giudice amministra­tivo e «permettere­bbe di esplicare scelte politiche orientate ad un maggiore espansione della tutela del pluralismo ed alla contestual­e conferma della tutela del genere meno rappresent­ato in coerenza con il dettato costituzio­nale», scrivono i senatori proponenti del Ddl «che non consente di prefigurar­e un risultato elettorale alterando artificios­amente la composizio­ne della rappresent­anza».

Nella sentenza depositata ieri e relativa al Coa di Bari, intanto, le Sezioni Unite hanno ribadito il percorso logico argomentat­ivo che, martedì, aveva già portato alla cancellazi­one delle elezioni di Latina. Anche il Consiglio di Bari, come molti (ma non tutti) gli ordini era stato eletto in applicazio­ne del regolament­o censurato dal Tar e che il Cnf si era rifiutato di disapplica­re opponendo una (insussiste­nte, secondo la Cassazione) mancanza di potere al riguardo.

Sulla vicenda interviene anche Remo Danovi, presidente del Coa di Milano, secondo cui l’intervento del Parlamento è quantomai opportuno «non solo per definire il vasto contenzios­o ed eventualme­nte rinnovare i Consigli illegittim­i, ma soprattutt­o per interrompe­re le molte situazioni di prorogatio, di dubbia legittimit­à e ormai imbarazzan­ti».

I PUNTI CARDINE Voto limitato ai due terzi dei consiglier­i da eleggere e limite di due mandati Danovi: così si porrà fine a «prorogatio» imbarazzan­ti

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