Il Sole 24 Ore

Draghi: più integrazio­ne, la Ue non può restare com’è

- di Alessandro Merli

All’inizio di un anno in cui l’Europa vedrà con ogni probabilit­à l’ascesa di movimenti euroscetti­ci nelle elezioni di diversi Paesi, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, sollecita all’unità, «la chiave per la sicurezza del nostro continente, oggi come sempre». E respinge l’idea che l’uscita dall’euro possa offrire la soluzione dei problemi.

In un discorso molto politico pronunciat­o a Lubiana, Draghi ha sostenuto che la strada da percorrere per l’unione «non è voltare le spalle a quello che ha funzionato, il nostro modello di apertura economica rafforzato dalla moneta unica, ma correggere gli errori che gli hanno impedito di funzionare come avrebbe dovuto».

L’integrazio­ne passa da «rispetto delle regole e riforme», ha affermato, ribadendo un tema sul quale insiste a ogni occasione. Quella di Lubiana era legata al decimo anniversar­io dell’adesione della Slovenia alla moneta unica europea.

Il banchiere centrale italiano riconosce che oggi l’integrazio­ne europea è vista da alcuni come una fonte di insicurezz­a, invece che un baluardo contro di essa, e che la gravità della crisi dell’euro ha indebolito la fiducia nell’Unione europea. «Dobbiamo dare risposte a quello che i cittadini chiedono», ha affermato. «Dobbiamo rendere la nostra unione più stabile e prosperosa per ottenere quella sicurezza che i nostri cittadini desiderano – ha detto –. E in questo modo ci metteremo in una posizione più forte per confrontar­e le nuove sfide che ci troviamo di fronte oggi: l’ascesa dell’estremismo politico, l’insicurezz­a ai nostri confini e un ordine globale sempre più incerto».

Draghi ha sostenuto che gli europei devono essere orgogliosi di quello che hanno realizzato: senza il mercato unico, gli europei sarebbero oggi molto più poveri – grazie all’integrazio­ne europea hanno oggi un reddito pro capite del 12% superiore agli anni 80, rispetto a uno scenario in cui non fosse avvenuta – ma sarebbero anche meno sicuri. L’integrazio­ne ha aumentato l’influenza dell’Europa nel mondo, per esempio sul commercio internazio­nale. Ma il presidente della Bce ha affrontato anche direttamen­te le critiche degli euroscetti­ci della moneta unica, che, ha ricordato, è anche la conseguenz­a delle esperienze insoddisfa­centi con altri regimi di cambio nei decenni precedenti. La maggior parte dei Paesi aveva scarsa autonomia monetaria e la svalutazio­ne non era un meccanismo di aggiustame­nto efficace agli shock, provocando inflazione più alta e la necessità di altre svalutazio­ni.

«Ci sono alcuni oggi – ha detto Draghi – che credono che l’Europa starebbe meglio se non avesse la moneta unica e si potesse svalutare il cambio. Ma i Paesi che hanno messo in atto le riforme non dipendono da un cambio flessibile per ottenere una crescita sostenibil­e e, per quelli che non hanno fatto le riforme, c’è da chiedersi che vantaggi porterebbe un cambio flessibile. Dopo tutto, se un Paese ha una bassa crescita della produttivi­tà a causa di problemi struttural­i radicati, il cambio non può essere la risposta». Fra i casi di successo all’interno dell’unione monetaria, il discorso cita la Germania, il Paese dal quale gli vengono le maggiori critiche, e l’Irlanda.

Non si può dare la colpa all’eu-

DISFUNZION­I «L’integrazio­ne passa dal rispetto delle regole e dalle riforme. La moneta unica non poteva proteggere i governi dalle loro decisioni»

ro, ha affermato il capo della Bce, per il rallentame­nto delle riforme, l’indebolime­nto del Patto di stabilità, la fragilità dell’integrazio­ne finanziari­a e la divergenza fra i Paesi che ne è seguita. I Governi «sapevano quel che dovevano fare. La moneta non poteva proteggerl­i dalle loro stesse decisioni». Per andare avanti bisogna rimuovere l’eredità degli errori compiuti, che hanno danneggiat­o la fiducia fra i vari Paesi. Draghi ha insistito su due punti: il rispetto delle regole che i Paesi si sono dati, e la realizzazi­one delle riforme necessarie per assicurare una convergenz­a struttural­e, «in modo che il rispetto delle regole sia più facile e la condivisio­ne dei rischi non crei trasferime­nti permanenti di risorse fra i Paesi». Questi due elementi sono la chiave per dare nuovo impeto al processo di integrazio­ne.

 ??  ??
 ?? ANSA ?? Integrazio­ne europea. Il presidente della Bce Mario Draghi
ANSA Integrazio­ne europea. Il presidente della Bce Mario Draghi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy