Il Sole 24 Ore

Sisma, rinviate le zone franche urbane

- Massimo Frontera

Salvo colpi di scena, nel decreto terremoto approvato ieri mattina dal Consiglio dei ministri non ci sarà la misura che istituisce le zone franche urbane nelle aree del cratere; escluse anche altre forme di “no tax area”. In bilico anche il sostegno indiretto (per 80 milioni di euro nelle quattro regioni) ad aziende che pur non avendo subito danni materiali hanno ugualmente visto crollare il fatturato dopo il terremoto.

Nella conferenza stampa successiva al Cdm, il premier Paolo Gentiloni non ha fatto alcun cenno a queste misure chieste da sindaci, regioni, imprese e allevatori danneggiat­i. Il premier ha detto che il decreto costituisc­e «un primo gruppo di misure». E ha poi aggiunto che «ne stiamo valutando altre me- no legate all’emergenza ma alla sopravvive­nza delle attività produttive che dobbiamo garantire. Saranno misure con un occhio più rivolto non solo a questi giorni dell'emergenza ma ai prossimi mesi».

Gentiloni non ha i ndicato l’esatta copertura economica richiesta dal decreto; ha dato una quantifica­zione di massima di «diverse centinaia di milioni», ma ha comunque confermato la stima di un miliardo di euro di costi aggiuntivi per i danni causati delle forti scosse del 18 gennaio. La revisione al rialzo del conto del sisma entra direttamen­te nella partita che il governo gioca con Bruxelles, dopo la richiesta di una correzione ai conti dell’Italia.

Il decreto conferma, anche nel 2017, varie misure di aiuto a famiglie e imprese, a cominciare dall’una tantum di 5mila euro per le partite Iva. Estesa al 2017 anche l’integrazio­ne salariale già prevista dal precedente decreto terremoto. Per gli allevatori, segnala il ministro dell'Agricoltur­a Maurizio Martina, ci sono 35 milioni di aiuti da erogare entro febbraio e l’estensione del fondo di solidariet­à alle colture assicurabi­li, oltre ad agevolazio­ni per l’accesso al credito dei giovani agricoltor­i.

Prevista una misura di sostegno rivolta espressame­nte a famiglie a basso reddito. Questa forma di aiuto (che come ha sottolinea­to il premier - rappresen-

La protesta dei terremotat­i. Sono arrivati ieri a Roma da tutte le frazioni colpite dal sisma di agosto e di ottobre, soprattutt­o dalle Marche, per chiedere risposte alla politica: «Il governo deve abbattere la burocrazia» ha detto uno degli organizzat­ori. Una delegazion­e ha incontrato i presidenti di Camera e Senato e il commissari­o per la ricostruzi­one Vasco Errani ta una anticipazi­one di lotta alla povertà limitata alle aree del terremoto) richiede la definizion­e di un indicatore per individuar­e i beneficiar­i.

C’è poi la cosiddetta “busta paga pesante” (cioè lo stipendio al lordo delle tasse) che ciascun dipendente, pubblico o privato, può chiedere al proprio datore di lavoro. Si tratta di una norma in realtà già prevista ma, per come era stata scritta nel primo Dl, risultava di non facile applicazio­ne. Il nuovo testo promette di renderla praticabil­e.

Interessan­te anche l'inedita possibilit­à, per le Regioni, di acquistare - in alternativ­a alle “casette” e a parità di costo - alloggi invenduti da assegnare ai senza casa. L’altra novità di rilievo è quella che riguarda la prevenzion­e e consiste nella microzonaz­ione sismica nei Comuni del cratere. Infine, deroghe al codice appalti per realizzare scuole, altre opere pubbliche e per allestire stalle e aree per le casette.

LE NORME IN BILICO In stand by il sostegno alle imprese che hanno visto crollare il fatturato, ma Gentiloni assicura: «Stiamo valutando»

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