Il Sole 24 Ore

«Correzione da 0,2%, è indispensa­bile»

Padoan: un’infrazione Ue sarebbe allarmante - Gentiloni: rispettiam­o le regole ma no a misure depressive

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

pL’Italia metterà mano all’aggiustame­nto da 3,4 miliardi perché è «indispensa­bile» per evitare una procedura d’infrazione che sarebbe «estremamen­te allarmante».

Intervenen­do ieri pomeriggio al question time in Senato sulla situazione dei nostri conti pubblici il ministro dell’Economia rompe gli indugi e chiarisce che la correzione si farà, con un programma in più tappe che si chiuderà «al più tardi entro aprile» ma che «molto probabilme­nte» vedrà alcune misure anche prima, già dalle prossime settimane.

Quello proposto da Padoan ieri a Palazzo Madama non può essere ovviamente etichettat­o come un cambio di rotta rispetto alla lettera inviata a Bruxelles solo poche ore prima; a cambiare, però è il “tono” e soprattutt­o il tasso di precisione sulla disponibil­ità italiana e in particolar­e sui tempi stretti in cui è destinata a tradursi in pratica. L’obiettivo è quello di contrastar­e una certa delusione per la risposta scritta del governo trapelata subito dagli ambienti della commission­e Ue (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), e di respingere la prospettiv­a di una procedura d’infrazione. Un’ipotesi di questo tipo, chiarisce in Parlamento il ministro, «comportere­bbe cessioni di sovranità e costi aggiuntivi per il Paese a seguito del probabile aumento dei tassi di interesse». Poche ore prima, nella conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri dedicata al decreto sul terremoto, il premier Paolo Gentiloni aveva detto che l’Italia «non è in procedura d’infrazione, e abbiamo deciso da sempre di rispettare le regole ma senza misure con effetto depressivo». Ciò non toglie, però, che sul miliardo di spese aggiuntive per il terremoto già annunciate a Bruxelles «non possiamo aspettare chissà quali superiori determinaz­ioni» da parte della Ue: «Decidiamo - ha spiegato Gentiloni - e ci prendiamo le nostre responsabi­lità».

Il via libera europeo sulla possibilit­à di considerar­e «eccezional­e», quindi escluso dai calcoli del Patto, anche il nuovo impegno aggiuntivo per le aree terremotat­e rappresent­a insomma una partita parallela rispetto a quella dell’aggiustame­nto struttural­e. Nel- la battaglia sul correttivo la politica ha le proprie esigenze, soprattutt­o in una fase potenzialm­ente pre-elettorale, ma anche i conti pubblici hanno le loro, e sbattere la porta in faccia alla Ue in questa fase rischia di costare parecchio di più rispetto ai 3,4 miliardi chiesti dal correttivo. «Riduciamo il debito - chiude quindi Padoan - nel nostro interesse». L’obiettivo, tradotto in cifre anche nelle 86 pagine di rapporto sui «fattori rilevanti» allegato alla lettera spedita a Bruxelles nella tarda serata di mercoledì, è quello di portare il rapporto 2017 fra deficit e Pil dal 2,3% indicato nel progetto di bilancio al 2,1% che scaturireb­be dal correttivo.

Mentre accelerava nella definizion­e di calendario e interventi correttivi, Padoan ha però tenuto a ribadire che non si tratterà di una «manovra estemporan­ea», ma di un pacchetto di misure che nell’ottica del governo «si collocano in un quadro generale di coerenza» con una strategia di politica economica «basata su riforme struttural­i per la crescita, taglio di tasse e riforme struttural­i sulla spesa».

La strada per garantire questa coerenza nel passaggio dalla strategia alle misure vere e proprie non è semplice, ed esclude espressame­nte ritocchi al rialzo per le aliquote Iva e tagli diretti alle agevolazio­ni fiscali, oltre a un allungamen­to dei termini per la voluntary disclosure. Ma il mix resta quello indicato nella lettera, fondato per tre quarti su aumenti di entrate e per un quarto su misure di spesa. Sul primo fronte l’Iva è presente ma in termini di lotta all’evasione, con l’estensione di misure che secondo Padoan « si sono mostrate già efficaci». In questo quadro, il lavoro guarda prima di tutto a reverse charge e split payment, ma se come sempre accade per l’Iva per passare ai fatti serve il via libera Ue; anche per questo le nuove misure anti-evasione, che nei calcoli del governo devono portare un miliardo in più nei conti di quest’anno, arriverann­o nel secondo tempo del correttivo, in calendario entro aprile, e saranno preceduti da altri interventi. Più rapidi da mettere in campo sono tagli semi-lineari alle spese dei ministeri, ma anche gli aumenti di accise su benzina e tabacchi (si veda la pagina a fianco).

LE SPESE PER IL TERREMOTO Sul miliardo in più il premier spiega: «Non si aspetteran­no superiori determinaz­ioni , decidiamo e ci prendiamo le nostre responsabi­lità»

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