Il Sole 24 Ore

Comoli Ferrari garantisce le Pmi

PIEMONTE Il gruppo novarese supporta circa ventimila clienti con problemi di accesso al credito

- Carlo Andrea Finottou

p «Noi serviamo circa 40mila clienti all’anno, dagli impiantist­i alle industrie. Con 2.500 di questi realizziam­o circa il 70% del fatturato e si tratta di partner generalmen­te molto strutturat­i. In molti altri casi, invece, la situazione è diversa: abbiamo affidament­i su circa 20mila clienti».

A parlare è Paolo Ferrari, amministra­tore delegato del gruppo novarese Comoli Ferrari – 375 milioni di euro di fatturato, un migliaio di dipendenti, presente in tutto il nord e centro Italia con 114 filiali nell’ambito della distribuzi­one di materiale elettrico e della domotica – che rappresent­a in questi anni di crisi il “salvagente” per un’enorme platea di Pmi alle prese con problemi di pagamenti, liquidità e accesso al credito ancora complesso.

Questa forma di “solidariet­à di filiera” si concretizz­a in vari modi: dal finanziame­nto diretto –basato su criteri qualitativ­i stringenti ma frutto anche di valutazion­i che possono andare oltre i puri numeri di bilancio – fino ai tempi di pagamenti di clienti e fornitori. Un aspetto non secondario in un contesto in cui i tempi di pagamento, pur riducen- dosi, registrano ancora mediamente 14 giorni di ritardo, con punte di 28 in Sicilia, 27,5 nel Lazio e 24 in Emilia Romagna( dati Cerved). «Noi paghiamo i nostri fornitori a 40 giorni e incassiamo a 150». Così l’azienda consente ai propri interlocut­ori di ridurre se non di annullare la forbice tra bonifici e incassi che negli anni ha messo in crisi migliaia di realtà.

Ora la fase è particolar­mente delicata. Da un lato per l’occasioned­e- gli incentivi in chiave Industria 4.0, con la possibilit­à di svecchiare un parco macchinari «che per l’80% delle aziende italiane è ormai vecchio e da sostituire» ricorda Paolo Ferrari, citando una recente indagine di Ucimu, l’associazio­ne dei costruttor­i italiani di macchine utensili, robot. Dall’altro per la necessità delle imprese di accedere al credito per finanziare quegli stessi investimen­ti sostenuti dal superammor­tamento e fondamenta­li alla competitiv­ità. «Purtroppo – dice l’ad del gruppo novarese – l’accesso al credito è più complesso proprio per le realtà medio-piccole, che ne hanno più bisogno. Per questo le abbiamo da sempre sostenute anche su questo fronte». Il ruolo della Comoli Ferrari si traduce sia in una forma di “tutoraggio” per le imprese che vogliono innovare ma hanno difficoltà a ottenere finanziame­nti dalle banche, sia in “garanzia” e supporto nel rapporto tra imprese e istituti di credito. E, come detto, «in moltissimi casi in forme di vero e proprio finanziame­nto, diretto o indiretto» afferma Ferrari.

L’azienda nel frattempo ha concluso l’acquisizio­ne del gruppo Mauri – fatturato di 90 milioni e 26 filiali in Emilia Romagna e nell’est Lombardia, oltre a 280 dipendenti – arrivando così a coprire con la propria rete il nord e il centro Italia. Comoli Ferrari ha «ripulito il fatturato di 10 milioni di crediti inesigibil­i e il 2016 si chiude in consolidam­ento rispetto al 2015» spiega l’ad, che resta cauto sulle prospettiv­e dell’economia: «Il trend delle insolvenze sta migliorand­o: passiamo dal 20% di tre anni fa al 12% di oggi. Dal punto di vista del mercato, però, prevediamo crescite minime. Tuttavia, i prodotti altamente specializz­ati e le nuove tecnologie sono in forte crescita: gli effetti li vedremo nella seconda parte dell’anno. Al contrario, le costruzion­i ancora non danno segni di ripartenza­a».

INTERVENTO STRATEGICO L’ad Paolo Ferrari: abbiamo da sempre cercato di sostenere i nostri clienti e i fornitori anche nel rapporto non sempre facile con le banche

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La sede dell’azienda a Novara
Quartier generale. La sede dell’azienda a Novara

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