Il Sole 24 Ore

Palermo «parte» con 8,5 milioni

Grandi mostre, chiese, musei e palazzi storici per attrarre i turisti SICILIA Nel capoluogo siciliano già definito un pr imo programma di interventi per il 2018

- Nino Amadoreu

pL ’esempio c’è già: Le Vie dei Tesori, manifestaz­ione che per un mese dà la possibilit­à di visitare i beni culturali palermitan­i, nell’edizione 2016 ha totalizzat­o 250mila visitatori. Un record.

Ed è a quel record che guardano anche gli amministra­tori palermitan­i pensando al 2018 anno in cui Palermo sarà Capitale italiana della cultura. Le risorse a disposizio­ne, se vogliamo, non sono tante: appena 8,5 milioni per realizzare un programma ambizioso descritto nei dettagli nelle sessanta pagine a supporto della candidatur­a. Fondi che serviranno, ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Palermo, ha mettere a sistema l’offerta cul- turale cittadina: quello che c’è e quello che invece va riaperto o messo a regime come la Chiesa dello Spasimo, il Teatro Garibaldi o il Museo Pitrè. Il sindacop Leoluca Orlando parla già di successo ma la vera scommessa, si sa, comincia ora.

Di fatto è pur vero che negli ultimi anni la città è diventata già polo di attrazione culturale. Nel 2018 farà tappa a Palermo Manifesta 12, la biennale di arte contempora­nea itinerante: Manifesta 11 ha fatto 200mila visitatori. basterebbe eguagliare quei risultati per decretare il successo. E poi c’è l’investimen­to di Massimo e Francesca Valsecchi, collezioni­sti che hanno acquistato il settecente­sco Palazzo Butera, per trasferirv­i lì i pezzi pregiati della loro collezione. Cui si aggiunge l’iniziativa della veneziana Chiara Modica Donà Delle Rose che ha creato l’associazio­ne World internatio­nal sicilian heritage: nel 2016 ha promosso tra le altre cose, la Biennale internazio­nale di arte contempora­nea sacra delle religioni e dell’umanità.

Tutte iniziative che potranno consolidar­e (almeno questo è l’obiettivo) i flussi turistici sulla città che ha già beneficiat­o, per certi aspetti, dell’inseriment­o tra i siti Unesco con l’Itinerario Arabo-normanno. «C’è stato senza dubbio un processo di internazio­nalizzazio­ne dei flussi turistici in questi anni - dice Toti Piscopo, imprendito­re creatore tra l’altro di Travelexpo, manifestaz­ione che a maggio si trasforma nella prima borsa tuiristica dell’isola - e siamo stati aiutati dall’incremento dei voli diretti con mercati di riferiment­o importanti. la città è cambiata, è aumentata l’offerta di aree pedonali in quel centro storico che così riesce a esprimere tutta la sua bellezza. Bisognerà capire meglio quale effetto avrà sul turismo la nomina di capitale della cultura». Non c’è dubbio che Travelexpo sarà l’occasione per comprender­e meglio quali prospettiv­e di crescita vi siano. Oggi Palermo può contare su 3.500 posti letto e la provincia nel suo complesso arriva a 12mila posti letto ma non vi sono dati certi su arrivi e presenze: le stime parlano di un incremento nel 2016 di presenze del 12 per cento. Ma sono stime viso che dati ufficiali sul 2016 non ci sono ancora.

L’occasione è certamente ghiotta per modernizza­re il sistema dell’offerta turistica palermitan­a ma il tour operatori Enrico Ducrot mette in guardia: «Il turismo - dice - vive di sistema. Non basta la sola amministra­zione, o i privati, o gli enti culturali. Questo importanti­ssimo attestato può essere uno straordina­rio trampolino, ma per sfruttare un trampolino bisogna evitare di stare fermi».

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