Il Sole 24 Ore

Ferme le lettere di ricollocaz­ione

La sperimenta­zione non decolla

- Pogliottiu

pDoveva essere il fiore all’occhiello della riforma del mercato del lavoro, il Jobs act del governo Renzi. Ma a quasi un anno e mezzo dal decreto 150 sul riordino dei servizi per il lavoro, il contratto di ricollocaz­ione ancora non è operativo e si continua a rinviare l’inizio della sperimenta­zione, nonostante i ripetuti annunci sulla necessità di superare l’approccio tradiziona­le delle politiche passive.

Eppure la durata degli ammortizza­tori è stata ridotta, aumentando i costi per il ricorso alla cassa integrazio­ne a carico delle imprese, proprio perchè sarebbero dovute partire le politiche attive del lavoro che ancora non sono decollate. Inoltre dal 1° gennaio non sono più disponibil­i due strumenti come la mobilità e la cassa integrazio­ne in deroga, che hanno contribuit­o a ridurre l’impatto sociale della crisi. I tempi per il contratto di ricollocaz­ione sono destinati ad allungarsi dopo che l’ultima riunione tra i tecnici del governo, l’Anpal e le Regioni si è conclusa con un nulla di fatto. Restano chiuse nei cassetti le prime 32mila lettere attese già prima di Natale, indirizzat­e ad altrettant­i disoccupat­i, percettori di Naspi da almeno 4 mesi, i primi su una platea potenziale di mezzo milione di senza lavoro. Il nuovo scoglio è rappresent­ato dalla definizion­e delle procedure per accreditar­e a livello regionale le agenzie private e i centri per l’impiego che potranno essere scelte dai percettori dell’assegno di ricollocaz­ione per partecipar­e a percorsi intensivi di ricerca attiva di un impiego. L’accreditam­ento degli operatori è il primo passaggio: il bonus di importo variabile da 250 a 5mila euro - legato alla difficoltà di trovare un’occupazion­e al disoccupat­o in base alla profilazio­ne - sarà incassato dal centro per l’impiego o dall’agenzia accreditat­a solo a risultato raggiunto, cioè a contratto di lavoro stipulato.

Si attende l’esito della riunione convocata all’inizio della

LO STOP DELLE REGIONI Il nuovo scoglio è la definizion­e regionale delle procedure per accreditar­e le agenzie del lavoro

prossima settimana tra il ministro Poletti e le Regioni per la pubblicazi­one degli avvisi destinati agli operatori publici e privati interessat­i ad ottenere l’accreditam­ento. Secondo la procedura, i destinatar­i delle lettere, tramite il portale Anpal dotato di mappe georeferen­ziate, potranno scegliersi da casa il centro per l’impiego o l’agenzia per il lavoro che erogherà il servizio. Tuttavia qualche Regione ha proposto che il disoccupat­o debba recarsi al centro per l’impiego anche per fare la richiesta ed essere indirizzat­o all’ente finale. La prospettiv­a di questo appesantim­ento burocratic­o ha sollevato più di un’obiezione (a partire dalle agenzie private). Senza contare che qualche Regione ha anche messo in dubbio la messa a regime del contratto di ricollocaz­ione dopo il periodo di sperimenta­zione, come se si trattase di una misura spot. Sono diversi, dunque, i nodi ancora da sciogliere. Con buona pace delle migliaia di disoccupat­i che restano ad aspettare.

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