L’Eima resta a Bologna fino al 2030
Intesa tra FederUnacoma e Fiera - Accordo anche per rafforzare Cosmoprof EMILIA ROMAGNA
pBolognaFiere mette a segno un doppio colpo che porta il sereno a medio termine sul quartiere Michelino e lo incorona secondo polo espositivo internazionale del Paese: è dell’altro ieri la firma con FederUnacoma che suggella fino al 2030 lo storico sodalizio per rea- lizzare altre sette edizioni di Eima - il Salone internazionale biennale delle macchine agricole - all’ombra delle Due Torri; è di ieri, invece, la notizia dell’intesa con Cosmetica Italia che rafforza per i prossimi cinque anni la partnership per sviluppare sui mercati internazionali Cosmoprof, il più importante evento fieristico al mondo su cosmesi e bellezza.
Due accordi con un comune denominatore: il via al piano di restyling e ampliamento da 94 milioni di euro, che dal prossimo set- tembre (data di inizio cantieri) al 2024 ridisegnerà la struttura bolognese, ampliandola a 140mila metri quadrati netti e integrandola nella città. Rispondendo all’ultimatum dei costruttori di macchine agricole rappresentati da FederUnacoma, che negli spazi bolognesi non ci stavano più e ventilavano l’ipotesi di un trasloco a Rho.
«L’intesa raggiunta per Eima consacra Bologna come capitale mondiale della meccanica agricola e valorizza il connubio straordinario tra motor e food valley che si snoda lungo la via Emilia», afferma Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, che nonostante la drammatica crisi del mercato domestico (18mila trattori immatricolati nel 2016, minimo storico) è ottimista perché le dinamiche mondiali sono al rialzo ed Eima ha consolidato negli anni la sua leadership internazionale (con visitatori raddoppiati al 2008 al 2016, provenienti da 160 Paesi, ed espositori aumentati del 17%).
«Sono per noi due giorni di festa – commenta il presidente di Bolo- gnaFiere, Franco Boni – che confermano il nostro primo posto per internazionalizzazione nel sistema fieristico italiano, tra Eima, Cosmoprof e Cersaie, e una capacità unica di dar voce ai distretti industriali del territorio. L’auspicio è riuscire ad avere rappresentata qui anche la filiera del packaging». E come si confà ai giorni di festa, passano in secondo piano i nodi sul tavolo legati all’aumento del capitale, al ruolo dei privati e all’integrazione in un’unica holding fieristica regionale. «Chiudiamo un 2016 positivo sia per ricavi che per margini e il 2017 si è aperto sotto i migliori auspici», conclude Boni.