Editori e Antitrust: nuove regole per le news online
p «L’autoregolamentazione non basta, serve una regolamentazione per garantire trasparenza e concorrenza». Maurizio Costa, presidente dalla Fieg, chiede di «agire con tutti gli strumenti a disposizione contro le attuali asimmetrie tra i soggetti della comunicazione: la responsabilità dev’essere a carico anche di chi opera nel Web». Lo fa in un dibattito organizzato dalla stessa Fieg su «digitale tra ambiguità e responsabilità», in occasione della presentazione del “Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione” di Ruben Razzante.
La proposta di affidare all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria (Iap) il controllo e le sanzioni di un sistema di autoregolamentazione, a partire daicontenuti diffusi in Rete e nei social network ,arriva da Lorenzo Sassoli De Bianchi, presidente dell’Upa, che associa i maggiori i nserzionisti pubblicitari. «Lo Iap è un soggetto esterno al settore, sinora delegato alla comunicazione commerciale. La proposta ha senso solo se vi aderiscono i big della Rete, da Google a Facebook», precisa Sassoli De Bianchi. Internet cresce: per l’Upa vale ormai il 25% degli otto miliardi investiti in pubblicità, quindi circa due miliardi, «ma non sono pochi i soggetti che, nella Rete, non riescono ad avere un modello vincente. Anche le marche subiscono la disintermediazione».
Il presidente della Fieg si dice favorevole alla proposta di un’Authority europea sulla comunicazione e ad allargare le competenze dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, «ma l’autoregolamentazione, da sola, rischia di avere un effetto placebo senza regole valide per tutti: sul copyright dei contenuti come sulla privacy e sulla fiscalità, dove si è fatto qualche piccolo passo in avanti». Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità Antitrust, fa presente che «in gioco c’è il futuro della democrazia, se nessuno distingue più tra vero e falso. Il problema? I sistemi giuridici sono vecchi mentre la rivoluzione digitale cambia la nostra vita e distrugge milioni di posti di lavoro. È necessario immaginare regole nuove per tutelare i diritti delle persone. La proposta di un un sistema di autoregolamentazione eviterebbe le grida contro lo Stato censore». Il presidente dell’Antitrust ha di recente sollevato non poche “grida” quando ha proposto la costituzione di un’Authority
LE OPINIONI Pitruzzella: in gioco il futuro della democrazia Costa: la responsabilità deve ricadere sui soggetti che operano sul web
europea di vigilanza sulle notizie che alimentano una spirale di odio e violenza.
Ruben Razzante, docente di diritto all’informazione alla Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma, propone che «il governo Gentiloni si faccia promotore di un tavolo di consultazione tra tutti gli operatori della filiera di produzione e distribuzione delle notizie in Rete. Per definire una serie di linee guida tese a valorizzare l’informazione di qualità e arginare le fake news».
Gli obiettivi, insomma, non mancano, «anche se i veleni viaggiano più veloci degli antidoti» rileva il presidente dell’Upa. «In un mondo in bilico tra fatti e “fatti alternativi”, tra notizie e fake news, spesso date da presunte “testate” il cui nome è quasi identico a quelle riconosciute – sottolinea Maurizio Costa – occorre dare risposte sostenibili con un’editoria giornalistica basata sull’algoritmo della credibilità, creando un circolo virtuoso tra professionalità, autorevolezza e fiducia».
Occorre distinguersi, insomma, in quella che «più che una società dell’informazione, è una società della conversazione», ricorda il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.