Il Sole 24 Ore

Pinotti: «Grazie ai militari la reputazion­e dell’Italia»

- Ge. P.

on gli Stati Uniti abbiamo costruito negli anni un grande rapporto di amicizia e di lealtà contribuen­do al successo di molte operazioni internazio­nali; questo ci ha consentito di sedere sempre nei tavoli giusti, quelli che contano per la stabilità e la sicurezza nel mondo». Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha appena concluso la sua visita di due giorni al contingent­e italiano che fa parte della missione anti-Isis “Prima Parthica” in Iraq.

Nessuna preoccupaz­ione particolar­e su un cambio di rotta da parte della nuova amministra­zione Trump, ma la consapevol­ezza che il lavoro che i nostri militari stanno conducendo in quella parte del mondo è apprezzato e considerat­o essenziale per il successo della sconfitta del terrorismo islamista come ha riconosciu­to il nuovo segretario alla Difesa americano, James Mattis. «Gran parte della buona reputazion­e dell’Italia nel mondo – ha tenuto a precisare la responsabi­le della Difesa – è dovuta al lavoro dei nostri militari che sanno coniugare grande profession­alità, capacità di interlocuz­ione con i problemi del territorio e sensibilit­à alle tematiche umanitare».

Discorso che, secondo il ministro vale in Irak dove i nostri 1400 uomini rappresent­ano il secondo più grande contingent­e dopo gli Stati Uniti, per i circa 900 dell’Afghanista­n, per gli oltre mille in Libano e i 500 in Kosovo.

Concetti che il Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, sta concretizz­ando nel suo lavoro con gli omologhi capi di Stato maggiore della Difesa degli oltre 60 Paesi della coalizione anti Isis. «Anche se non partecipia­mo direttamen­te alle operazioni combat – spiega Graziano a Il Sole 24 ore – l’Italia riscuote l’unanime apprezzame­nto della coalizione; i nostri velivoli Amx e Predator identifica­no gli obiettivi armati di Daesh e forniscono i target da eliminare per consentire l’avanzata delle truppe curde sul terreno; abbiamo capacità uniche come quelle per l’addestrame­nto delle forze di polizia e delle forze speciali». L’Italia, aggiunge Graziano, ha poi recentemen­te rilevato dagli americani la delicata responsabi­lità delle operazioni di personnel recovery ossia l’evacuazion­e di militari feriti oltre le linee nemiche. Operazioni, queste ultime, che vengono garantite con quattro elicotteri NH90 e quattro Mangusta A129 e con il 66° reggimento aeromobili “Trieste”.

I principi che i contingent­i italiani stanno seguendo rispettano linee guida ben precise fissate dal Parlamento e dal Governo che Graziano ricorda: stabilizza­zione, antiterror­ismo e assistenza umanitaria. «Anche a Misurata, in Libia, nell’ospedale da campo costruito da noi – rileva il Capo di Stato maggiore della Difesa - facciamo assistenza ai feriti nei combattime­nti contro Daesh ma anche confidence building assistendo tutti i malati e i feriti nell’ospedale civile nella città misuratina».

Un concetto questo, secondo Graziano, che sta cercando di creare anche a Mosul e che vede una buona integrazio­ne tra militari e maestranze della Trevi per riaffermar­e le capacità dell’intero Sistema Paese.

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Roberta Pinotti. Ministro della Difesa

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