Il Sole 24 Ore

Intesa: allo studio non c’è l’offerta di scambio su Generali

Dossier sul tavolo, ma con modalità da definire - Consob chiede chiar imenti

- Marco Ferrando u

p «Intesa Sanpaolo smentisce seccamente che la banca stia studiando un’offerta di scambio per Generali». Alle 18,40 di ieri, con la dichiarazi­one di un portavoce rilasciata a Reuters, Ca’ de Sass ha provato a fare definitiva­mente chiarezza sullo stato dell’arte del cantiere su Trieste: la banca sta studiando, tra le tante ipotesi di crescita, anche le «possibili combinazio­ni industrial­i con Generali» già confermate settimana scorsa, ma per il momento lo stadio di avanzament­o non è tale da pensare a un’offerta pubblica di scambio. Nè tanto meno ai prezzi a cui potrebbe avvenire. Tuttavia a seguito di interlocuz­ioni informali con gli uffici della Consob, a fronte di un quadro informativ­o non è sufficient­emente chiaro, è possibile che in queste ore a valle del consiglio di amministra­zione Intesa Sanpaolo emetta una nota con ulteriori indicazion­i sulla questione Generali.

La precisazio­ne della banca sul nodo Ops è arrivato al termine di una giornata in cui si erano ancora inseguite le voci su tempi e modalità dell’operazione. Che, ha ripetuto la banca, non è detto che si faccia. E che assuma i contorni di un’Ops. Per ora, ogni ragionamen­to è considerat­o prematuro.

«Intesa Sanpaolo smentisce seccamente che la banca stia studiando un’offerta di scambio per Generali». Alle 18,40 di ieri, con la dichiarazi­one di un portavoce rilasciata a Reuters, Ca’ de Sass ha provato a fare definitiva­mente chiarezza sullo stato dell’arte del cantiere su Trieste: la banca sta studiando, tra le tante ipotesi di crescita, anche le «possibili combinazio­ni industrial­i con Generali» già confermate settimana scorsa, ma per il momento lo stadio di avanzament­o non è tale da pensare a un’offerta pubblica di scambio. Nè tanto meno ai prezzi a cui potrebbe avvenire.

Il chiariment­o della banca è arrivato al termine di una giornata in cui si erano ancora inseguite le voci su tempi e modalità dell’operazione. Che, ha ripetuto la banca, non è detto che si faccia. E che assuma i contorni di un’Ops. Certo, a maggior ragione considerat­a la levata di scudi di Trieste (che per difendersi ha opzionato il 3% di Intesa) nel caso è difficile immaginare che possa avvenire in altra forma, ma in ogni caso si vedrà più avanti. Per ora, ogni ragionamen­to è considerat­o prematuro. A partire dall’ipotesi formulata da analisti e banchieri d’affari,e rilanciata più volte dalla stampa, che Intesa Sanpaolo possa offrire 17 euro o anche di più per i titoli delle Generali: rumors che hanno alimentato la corsa del Leone in questi ultimi dieci giorni (il 20 gennaio quotava 13,7 euro, ieri ha chiuso a 14,9) ma che Intesa Sanpaolo - scivolata nel frattempo da 2,47 a 2,18 euro - considera infondati.

La smentita di Intesa è arrivata mentre il consiglio della banca era riunito nella sede milanese, primo giorno di una doppia seduta dedicata ai conti del 2016, che saranno presentati oggi dal ceo Carlo Messina. Nessuna delibera su Generali, dunque, e nessun’altra riunione straordina­ria attualment­e in calendario, ha fatto presente la banca: i tempi, come accennato l’altroieri da Il Sole, sono dilatati, ci vorrà ancora qualche settimana per capire se e come si procederà sull’asse Torino-Milano-Trieste. Oggi Messina, che dopo il cda illustrerà i conti agli analisti, non potrà sottrarsi a qualche domanda sulla partita, ma cercherà di soffermars­i il più possibi- 7 L'Offerta pubblica di scambio (Ops) consiste nel concambiar­e un titolo in possesso di un azionista con un altro titolo dell'emittente, secondo un rapporto di concambio definito. Si differenzi­a dall'Offerta pubblica di acquisto (Opa), che si caratteriz­za invece per la proposta di acquistare i titoli in contanti secondo un prezzo prefissato. le sui numeri e le prospettiv­e stand alone della banca.

D’altronde il messaggio ribadito ancora giovedì scorso dal ceo, intervenut­o a Torino alla festa per i dieci anni del gruppo, è che si procederà soltanto se le condizioni di prezzo saranno accettabil­i, e se capitale e dividendi non risulteran­no a rischio. Sono i tasti su cui Messina batterà oggi: il 2016, da piano industrial­e, dovrebbe portare una dote di 3 miliardi di dividendi, considerat­i alla portata nonostante le poste straordina­rie dell’ultimo trimestre, Atlante in testa. Ancora più in alto l’asticella 2017, ma per rispettare l’impegno a erogare 10 miliardi cedole in quattro esercizi, ragionavan­o ieri alcuni analisti, sull’anno in corso sarà sufficient­e distribuir­e circa 3,5 miliardi, una somma che si ritiene raggiungib­ile grazie al contributo di 2,8-3 miliardi delle attività ordinarie e ai 7800 milioni di utili straordina­ri che la banca dovrebbe incassare dalla cessione di All funds, attualment­e in corso. Al manager probabilme­nte verrà chiesto anche se e quando intenda presentare un nuovo piano industrial­e (quello vecchio scade quest’anno), su cui - secondo quanto risulta a Il Sole - si sta lavorando da tempo in banca ma di cui finora non si è sentita l’esigenza di parlare.

Dopo la presentazi­one dei conti, la settimana prossima Messina volerà qualche giorno a Londra per la prima fase del tradiziona­le road show con gli investitor­i. Al centro, appunto, i risultati 2016. Ma non è escluso che con questa componente così significat­iva dell’azionariat­o si cerchi qualche riscontro proprio su eventuali operazioni straordina­rie.ordi

I P RI NC I P A LI SO C I

GENERALI

L’ESERCIZIO 2016 Oltre alla conferma dei 3 miliardi di cedole, c’è attesa per la guidance sul 2017 - La settimana prossima road show a Londra

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy