Ferrari fa il pieno di utili nel 2016
Marchionne: «Potremmo rilevare una quota della Formula Uno»
pLa Ferrari chiude bene il 2016, primo anno dopo lo scorporo da Fiat Chrysler, e guarda al futuro: con l’espansione dei business nel lusso, con nuove serie speciali ma non - almeno per ora - con un Suv o crossover; più avanti, dopo il 2020, potrebbe arrivare anche l’acquisto di una quota nel business della Formula Uno.
L’azienda di Maranello - controllata dalla Exor della famiglia Agnelli - ha chiuso il 2016 con un utile netto di 400 milioni di euro contro i 290 del 2015, su un fatturato salito del 9% a 3,1 miliardi. L’Ebitda è cresciuto da 719 a 843 milioni (da 748 a 880 l’Ebitda adjusted), mentre il risultato operativo (Ebit) è migliorato da 444 a 595 milioni, con un margine sui ricavi che - al netto delle coperture valutarie - è salito da 20 al 22%. Le consegne di vetture hanno per la prima volta superato le 8mila unità (8.014, +5%). Bene anche le vendite di motori, soprattutto quelli prodotti per Maserati grazie al boom del Levante. Il presidente Sergio Marchionne ha ipotizzato di arrivare a 30mila motori l’anno - «nel qual caso forse a Fca converrebbe produrli direttamente».
L’ottimo andamento della gestione ha permesso di tagliare il debito netto industriale a fine anno a 653 milioni dai 797 di fine 2015 (erano 585 a fine settembre). L’ultimo trimestre ha visto un lieve calo delle consegne (1.940 vetture, -4%) ma un aumento dei ricavi netti (836 milioni, +12%) e dell’Ebitda (+42% a 224 milioni). Il titolo è arrivato a guadagnare oltre il 5% in Piazza Affari superando quota 60 euro, per chiudere poi appena al di sotto (+3,73% a 59,75). I soci hanno apprezzato la cedola da 0,635 euro per azione ordina- ria, per un totale di circa 120 milioni (nel 2016 erano stati distribuiti 0,46 euro per azione).
Le previsioni per il 2017, l’anno del 70° compleanno del Cavallino, sono positive ma «prudenti»: l’azienda stima un aumento delle consegne a 8.400 unità (incluse le supercar) e dei ricavi a «oltre 3,3 miliardi». L’Ebitda adjusted dovrebbe essere «superiore ai 950 milioni» e il debito industriale «attorno a 500 milioni».
Le linee strategiche per il futuro comprendono come detto la diversificazione verso il lusso, anche se questo tema è più lontano nel tempo di quanto non sembrasse un anno e mezzo fa al momento della quotazione in Borsa: «Dobbiamo essere attentissimi a non danneggiare il marchio». Proseguono gli investimenti sulle motorizzazioni ibride e resta l’obiettivo di arrivare a 10mila auto vendute l’anno, ma con grande prudenza sull’espansione della gamma: verranno nuove serie speciali - con LaFerrari Aperta che dovrebbe fornire quest’anno un aiuto consistente - mentre Marchionne per ora ribadisce il “no” a Suv e crossover, sia pure in maniera non definitiva: «Sono sicuro che Ferrari riuscirebbe a vendere un Suv, ma non bisogna imbastardire il marchio: devo ancora vedere un Suv che mantenga la dinamica di guida di una Ferrari».
Per quanto riguarda il circus della Formula Uno, Ferrari sta valutando «l’opportunità di acquisire una quota» e ne ha parlato con il nuovo proprietario Liberty Media. Lo ha detto Marchionne durante la conference call con gli analisti, precisando però che «sarebbe poco saggio investire senza avere chiarezza su cosa succederà dopo il 2020 alla scadenza del concorde agreement».
LA STRATEGIA Proseguono gli investimenti sull’ibrido e le riflessioni sull’espansione nel lusso I Suv? «Devo vederne uno con la dinamica di una Ferrari»