Menarini: «Nessuna Ipo, cresceremo da soli»
Il Presidente Lucia Aleotti: «Gettate le basi per il futuro puntando anche su ricerca e diagnostica oncologica e vaccini»
p «Uno sbarco a Piazza Affari per ora non è nei nostri programmi, e neanche la ricerca di un socio industriale o finanziario. Vogliamo andare avanti da soli, con gli obiettivi di crescere ancora, puntando a una maggiore internazionalizzazione anche con ulteriori acquisizioni». Lo ha dichiarato Lucia Aleotti, presidente del gruppo farmaceutico Menarini, in un incontro a Firenze per illustrare le strategie del gruppo. «Stiamo gettando le basi per assicurare il futuro della nostra azienda, diversificando l’attività verso altri settori, dalla diagnosi, all’oncologia e ai vaccini, senza chiaramente trascurare il settore del farmaco». Del resto Menarini, anche in concomitanza con il “cambio generazionale”, negli ultimi cinque an- ni è cresciuta ancora ma, soprattutto, è cambiata molto. «Abbiamo affiancato alla nostra attività esistente - ha precisato la Aleotti - qualcosa in grado di garantirci una solida crescita». Basti pensare all’acquisizione di Invida a Singapore, che ha fornito al big fiorentino un importante sbocco sui mercati dell’area Asia Pacific, e a quella perfezionata nel 2013 della start-up bolognese Silicon Biosystems, che ha messo a punto una tecnologia (la DepAray) in grado di isolare singole cellule tumorali rare presenti nel sangue necessarie per giun- gere a diagnosi sempre più precise, alla nascita di Menarini Biomarkers (ricerca e individuazione di biomarker innovativi per la diagnosi prenatale). L’anno scorso - un anno definito dalla Aleotti «particolarmente sfidante» - sono stati poi effettuati ulteriori passi importanti, con la nascita di VaxYnethic, all’acquisizione della Lodichem (a Rapolano, Siena), dove verranno portati avanti studi per creare tecnologie innovative per la produzione di vaccini, e soprattutto con un’operazione negli Stati Uniti, dove Menarini non era presente e dove è stata rilevata CellSearch, leader nell’individuazione di cellule tumorali che circolano in alcune neoplasie. E l’obiettivo è quello di integrarla con la tecnologia DepAray. Insomma, una sfida, come ha ricordato la Aleotti, che non si gioca più solo sul famaceutico, ma anche sulla tecnologia sempre più avanzata. Per ora i risultati stanno dando ragione alla multinazionale fiorentina. Il fatturato continua a crescere in modo graduale e costante (negli ultimi dieci anni è passato da 2,4 miliardi a 3,46 miliardi di euro). E il gruppo, presente in oltre 100 paesi, nonostante la crisi continua ad assumere: solo l’anno scorso oltre 500 nuovi dipendenti, di cui la metà in Italia.
STRATEGIE E RISULTATI Diversificazione e maggiore internazionalizzazione anche con l’M&A. Il gruppo continua a crescere (ricavi 2016 a 3,46 miliardi) e ad assumere