La Bce apre all’ipotesi di «bad bank» per gli Npl
pLa Banca centrale europea dà il suo benestare alla creazione di bad bank finanziate con denaro pubblico per aiutare l’eliminazione dei crediti deteriorati dai bilanci delle banche dell'eurozona, che ammontano a poco meno di mille miliardi di euro, ma è favorevole a soluzioni nazionali basate su uno schema europeo, invece che a un unico veicolo, come proposto nei giorni scorsi dal presidente della European Banking Authority, Andrea Enria.
Il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, in un intervento ieri a Bruxelles, ha so- stenuto che una «asset management company» europea, come quella suggerita da Enria, potrebbe incontrare difficoltà. Immediatamente dopo la proposta del capo dell’Eba si sono levate voci critiche soprattutto in Germania, dove si teme che questo veicolo possa essere utilizzato per far pagare ai contribuenti tedeschi i costi dei sistemi bancari altrui. C’è infatti un'ampia disparità nel peso dei crediti deteriorati (Npl) nei diversi sistemi bancari, con gli istituti di credito di Italia (che conta su un quarto circa degli Npl totali delle banche europee) e Portogallo al momento sotto i riflettori, anche se le percentuali più alte di Npl sono in Paesi come Grecia e Cipro. Il problema tuttavia, secondo Constancio, ha «una chiara dimensione europea, perché anche quei Paesi le cui banche non hanno alcun problema con la qualità dell'attivo sarebbero coinvolti da effetti di contagio, finanziari e reali».
Constancio ha dichiarato che si potrebbe invece sviluppare una sorta di formato co- mune a tutta l’Unione europea per creare bad banks a livello nazionale che rispettino le regole europee che limitano i salvataggi con denaro pubblico, i bailout. Il vicepresidente della Bce ha anche invocato flessibilità nell’applicazione delle regole.
Le banche sono sotto pressione da parte dei mercati, ma soprattutto della vigilanza europea, che ora fa capo alla Bce per i 130 istituti più grandi, perché smaltiscano gli Npl, che, secondo Constancio, non sono più oggi un problema per il capitale, che si è notevolmente rafforzato negli ultimi anni, ma per la redditività degli istituti, che resta insufficiente.
La difficoltà maggiore è vendere in un mercato finora molto limitato e nel quale i prezzi sono nettamente al di sotto dei valori iscritti a bilancio. Anche se è aumentato recentemente, con operazioni per circa 200 miliardi di euro negli ultimi tre anni, ha ricordato il banchiere centrale portoghese, il mercato dei crediti deteriorati resta insufficiente a liberare le banche dal peso degli Npl. Constancio suggerisce che siano i singoli Paesi a intervenire con iniezioni di capitale nelle banche (la proposta avanzata dal Governo italiano per il Monte dei Paschi di Siena e che dovrà andare al vaglio della Commissione europea) e garantendo obbligazioni bancarie (un altro elemento del decreto varato dall'Italia). Secondo il vice di Mario Draghi, i Governi dovrebbero intervenire a fianco degli investitori privati investendo nelle tranche junior o mezzanine delle cartolarizzazioni basate sugli Npl, e questo aiuterebbe lo sviluppo del mercato. Le operazioni andrebbero attuate nel rispetto delle regole sugli aiuti di Stato, che consentono comunque sufficiente flessibilità.
L’infrastruttura del mercato è anch'essa importante, secondo Constancio: andrebbe creata una società di clearing e una piattaforma per i dati a livello europeo in modo da migliorare l’accesso alle informazioni per gli investitori.
SOLUZIONE NAZIONALE «Per l’immediato un modo per andare avanti potrebbe esser quello di creare un modello di Amc che possa essere usato a livello nazionale»