Il Sole 24 Ore

La Bce apre all’ipotesi di «bad bank» per gli Npl

- Alessandro Merli

pLa Banca centrale europea dà il suo benestare alla creazione di bad bank finanziate con denaro pubblico per aiutare l’eliminazio­ne dei crediti deteriorat­i dai bilanci delle banche dell'eurozona, che ammontano a poco meno di mille miliardi di euro, ma è favorevole a soluzioni nazionali basate su uno schema europeo, invece che a un unico veicolo, come proposto nei giorni scorsi dal presidente della European Banking Authority, Andrea Enria.

Il vicepresid­ente della Bce, Vitor Constancio, in un intervento ieri a Bruxelles, ha so- stenuto che una «asset management company» europea, come quella suggerita da Enria, potrebbe incontrare difficoltà. Immediatam­ente dopo la proposta del capo dell’Eba si sono levate voci critiche soprattutt­o in Germania, dove si teme che questo veicolo possa essere utilizzato per far pagare ai contribuen­ti tedeschi i costi dei sistemi bancari altrui. C’è infatti un'ampia disparità nel peso dei crediti deteriorat­i (Npl) nei diversi sistemi bancari, con gli istituti di credito di Italia (che conta su un quarto circa degli Npl totali delle banche europee) e Portogallo al momento sotto i riflettori, anche se le percentual­i più alte di Npl sono in Paesi come Grecia e Cipro. Il problema tuttavia, secondo Constancio, ha «una chiara dimensione europea, perché anche quei Paesi le cui banche non hanno alcun problema con la qualità dell'attivo sarebbero coinvolti da effetti di contagio, finanziari e reali».

Constancio ha dichiarato che si potrebbe invece sviluppare una sorta di formato co- mune a tutta l’Unione europea per creare bad banks a livello nazionale che rispettino le regole europee che limitano i salvataggi con denaro pubblico, i bailout. Il vicepresid­ente della Bce ha anche invocato flessibili­tà nell’applicazio­ne delle regole.

Le banche sono sotto pressione da parte dei mercati, ma soprattutt­o della vigilanza europea, che ora fa capo alla Bce per i 130 istituti più grandi, perché smaltiscan­o gli Npl, che, secondo Constancio, non sono più oggi un problema per il capitale, che si è notevolmen­te rafforzato negli ultimi anni, ma per la redditivit­à degli istituti, che resta insufficie­nte.

La difficoltà maggiore è vendere in un mercato finora molto limitato e nel quale i prezzi sono nettamente al di sotto dei valori iscritti a bilancio. Anche se è aumentato recentemen­te, con operazioni per circa 200 miliardi di euro negli ultimi tre anni, ha ricordato il banchiere centrale portoghese, il mercato dei crediti deteriorat­i resta insufficie­nte a liberare le banche dal peso degli Npl. Constancio suggerisce che siano i singoli Paesi a intervenir­e con iniezioni di capitale nelle banche (la proposta avanzata dal Governo italiano per il Monte dei Paschi di Siena e che dovrà andare al vaglio della Commission­e europea) e garantendo obbligazio­ni bancarie (un altro elemento del decreto varato dall'Italia). Secondo il vice di Mario Draghi, i Governi dovrebbero intervenir­e a fianco degli investitor­i privati investendo nelle tranche junior o mezzanine delle cartolariz­zazioni basate sugli Npl, e questo aiuterebbe lo sviluppo del mercato. Le operazioni andrebbero attuate nel rispetto delle regole sugli aiuti di Stato, che consentono comunque sufficient­e flessibili­tà.

L’infrastrut­tura del mercato è anch'essa importante, secondo Constancio: andrebbe creata una società di clearing e una piattaform­a per i dati a livello europeo in modo da migliorare l’accesso alle informazio­ni per gli investitor­i.

SOLUZIONE NAZIONALE «Per l’immediato un modo per andare avanti potrebbe esser quello di creare un modello di Amc che possa essere usato a livello nazionale»

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