Il Sole 24 Ore

Stati Uniti, balzo dei nuovi occupati

Creati in gennaio 227mila posti di lavoro - Sale Wall Street, si indebolisc­e il dollaro

- Marco Valsania

pIl mercato del lavoro americano, nel confuso mese del passaggio di poteri alla Casa Bianca da Barack Obama a Donald Trump, ha tenuto alta la fiaccola dell’espansione. L’economia in gennaio ha creato 227mila nuovi impieghi, nettamente più dei 180mila previsti. E se la disoccupaz­ione è lievitata al 4,8% dal 4,7%, è stato perché un maggior numero di persone - quasi 600mila - ha deciso di cercare un’assunzione, gonfiando i ranghi della forza lavoro.

I dati hanno sostenuto i mercati azionari grazie a una combinazio­ne di ottimismo sulla crescita e debolezza dei salari. I compensi orari sono saliti di un impercetti­bile 0,1% in gennaio contro lo 0,3% atteso e del 2,5% in un anno, l’andamento più debole da agosto. Un recente segno di frenata era già arrivato dal costo del lavoro del quarto trimestre 2016, aumentato dello 0,5%, meno dello 0,6% dei precedenti tre trimestri. L’indice Dow Jones è volato nuovamente sopra quota ventimila punti, spinto anzitutto dai titoli finanziari che da Trump ieri hanno anche ricevuto in “regalo” deregulati­on e tagli della riforma Dodd Frank. Il dollaro, invece, ha perso quota - lo 0,1% contro un paniere di sei divise, lo 0,2% contro l’euro a 1,07 - dopo aver archiviato a gennaio la maggior flessione mensile da 30 anni in reazione alle incertezze sulla politica valutaria e commercial­e di Trump.

La combinazio­ne di nuovi occupati e bassi salari evidenzia tuttora le sfide di una ripresa deludente quando si tratta del benessere dei ceti medi e popolari, ma celebrata dagli investitor­i negli asset a rischio quali l’azionario, che nelle statistich­e “vedono” un clima positivo per i profitti aziendali e contempora­neamente una Fed cauta nelle prossime strette sui tassi d’interesse, disposta cioè in assenza di inflazione a continuare a soccorrere l’alta finanza con denaro a basso costo buono per ogni speculazio­ne.

Gli economisti, al contrario, nei dati leggono problemi aperti. «Nonostante il numero di nuove buste paga abbia battuto le attese, il report nel complesso è risultato sottotono», ha detto Keith Wade, chief economist di Schroders. E spinge così la Banca centrale ad agire non prima di giugno. «Il ritmo della stretta monetaria - aggiunge Wade - non dovrebbe accelerare prima di fine anno e inizio 2018», se e quando la politica fiscale «inizierà ad avere impatto sull’attività economica». I future sui Fed funds concordano: escludono strette a marzo e danno il 60% di probabilit­à a interventi a metà anno.

Trump non ha commentato i nuovi dati ma ieri ha convocato il suo Forum Strategico degli amministra­tori delegati della Corporate America - 18 dopo la defezione di Uber in protesta contro il bando ai rifugiati e agli immigrati da sette paesi islamici - espressame­nte creato per consigliar­e il presidente sulla creazione di occupazion­e e crescita. Una missione alla quale Trump si è tuttavia dedicato finora con misure controvers­e: le imprese apprezzano gli sforzi di snelliment­o burocratic­o e le promesse di investimen­ti infrastrut­turali; meno i divieti sui visti e gli attacchi a libero scambio e outsourcin­g. Ma ieri è stata un’occasione d’immagine, non di polemiche: «Ho incontrato i più grandi leader di business del paese. Buoni posti di lavoro stanno tornando negli Stati Uniti», ha twittato Trump.

Le statistich­e occupazion­ali hanno evidenziat­o, per il momento, lenti progressi. Il tasso di partecipaz­ione alla forza lavoro in gennaio è migliorato di 0,2 punti al 62,9%, ma rimane ai minimi da 40 anni e l’U-6, la percentual­e di lavoratori marginali, è salita al 9,4% dal 9,2%. La disoccupaz­ione continua ad affliggere sproporzio­natamente i meno istruiti (7,7%) mentre tra i laureati è del 2,5 per cento. Quasi tutti i settori hanno generato occupazion­e, dal manifattur­iero (5.000) al retail (45.900), dall’edilizia (36.000) ai servizi profession­ali (39.000) e al minerario (4.000). Ma revisioni ai due mesi precedenti hanno ridimensio­nato di 39.000 i posti allora creati.

SALARI AVANTI PIANO Aumento minimo dei compensi orari (+0,1% mensile, 2,5% annuo): l’andamento più debole degli ultimi cinque mesi

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Piena occupazion­e. Un addetto alla logistica al lavoro in un deposito di Amazon negli Stati Uniti

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