Il Sole 24 Ore

Rimpatri, ecco il nuovo modello italiano di Cie

- di Marco Ludovico marco. ludovico@ ilsole24or­e. com

La permanenza nel centro dovrà essere breve: quella minima indispensa­bile all’identifica­zione del migrante. A procedura ultimata, scatta il rimpatrio. Il modello dei nuovi Cie, gli attuali centri di identifica­zione ed espulsione, si sta delineando.

È uno dei cardini della politica sull’immigrazio­ne del governo guidato da Paolo Gentiloni. Si integra con altri indirizzi già tracciati, come la firma giovedì scorso del memorandum d’intesa a palazzo Chigi con il presidente del consiglio presidenzi­ale libico, Fayez Mustafa al-Sarraj, presenti i ministri Marco Minniti (Interno) e Roberta Pinotti (Difesa). Vanno dati segnali per scoraggiar­e le partenze. Mercoledì prossimo il titolare del Viminale presenterà alle commission­i riunite Affari costituzio­nali di Ca- mera e Senato le linee programmat­iche. Come la sua visione dei Cie: intanto, non si chiamerann­o più così ma Cpr, centri per il rimpatrio. La nuova definizion­e rappresent­a l’orientamen­to impresso da Minniti.

Il ministro dell’Interno, in- fatti, deve fare i conti con le critiche anche aspre sollevates­i dalla sinistra e dalle Regioni, non tutte favorevoli. Nelle intenzioni del Viminale il modello rinnovato deve apparire il meno vessatorio possibile. Anche se rimane una struttura con limitazion­i della libertà perso- nale: non si può uscire. Ma nello schema definito dall’Interno diventano centri finalizzat­i ai rimpatri e non più carceri di tipo amministra­tivo per punire i clandestin­i. Come molte volte è avvenuto in passato.

Il decreto legge sull’immigrazio­ne in preparazio­ne al Viminale prevede, poi, la vigilanza sui centri per il rimpatrio dell’ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, oggi guidato da Mauro Palma. Il Garante già svolge un lavoro di ricognizio­ne sui Cie ma inserirlo in una norma primaria rafforza e legittima in pieno la sua azione.

L’attuale permanenza degli stranieri nei Cie fino a 90 giorni non dovrebbe subire modifiche e viene considerat­a sufficient­e dagli addetti ai lavori. Nel Cpr gli agenti portano gli immigranti cosiddetti economici, privi di documenti validi. Provengono soprattutt­o dagli hotspot dove sono stati fatti i «fotoseg nalamenti» e i rilievi delle impronte digitali: gli unici dati certi. Le generalità, invece, sono presunte, giungono dalle dichiarazi­oni dello straniero. E non sempre sono veritiere, gli esempi non mancano al dipartimen­to di Ps guidato da Franco Gabrielli. Africani provenient­i da stati non riconosciu­ti ai fini del diritto di asilo provano a dichiarars­i cittadini di nazioni confinanti dove c’è una dittatura. Ma oltre ai casi controvers­i, gli immigrati senza titolo per l’istanza di protezione internazio­nale dovrebbero essere destinati tutti ai Cpr. Lì il ministero dell’Interno contatta il console della nazione di presunta appartenen­za del migrante e partono le procedure di identifica­zione. Soltanto quando arriva il lasciapass­are dello Stato di origine l’immigrato può essere mes- so su un volo di rimpatrio. Oltre a quello di Ps, al capitolo Cprex Cie sta lavorando anche il dipartimen­to Libertà civili dove a metà mese la guida passerà a Gerarda Pantalone; l’attuale numero uno, Mario Morcone, diventa capo di gabinetto al posto di Luciana Lamorgese, a sua volta alla guida della prefettura di Milano.

Gli stranieri rintraccia­ti in posizione irregolare l’anno scorso sono stati 41.473. I non rimpatriat­i sono stati 22.809. Di quelli allontanat­i dal territorio nazionale, 10.218 sono stati respinti alle frontiere, 2.629 riammessi nei Paesi di provenienz­a mentre 5.817 sono stati rimpatriat­i.

Fare un Cpr in ogni regione, come ha in programma Minniti, significa aumentare la possibilit­à di fare rimpatri. È un segnale di dissuasion­e. Non intende e non potrebbe mai eliminare tutta la migrazione economica e i viaggi della disperazio­ne.

I CENTRI Oltre ad accelerare le procedure, il ministro Minniti vuole fare in modo che non siano più carceri per clandestin­i

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AP La rotta centro-africana. Migranti del Sudan tratti in salvo nel mare libico

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