Il Sole 24 Ore

Nel paniere l’Italia salutista e veloce

- Giovanna Mancini

pCambiano le abitudini degli italiani e cambia il paniere dell’Istat, ovvero l’insieme dei beni e servizi di consumo che l’istituto nazionale di statistica utilizza per calcolare l’andamento dei prezzi e che aggiorna ogni anno.

Ebbene, le dodici nuove voci introdotte per il 2017 fotografan­o un’Italia più salutista e tecnologic­a, che in misura crescente acquista prodotti vegetarian­i o vegani, che al bar ordina centrifuga­ti di frutta e verdura o – se proprio decide di concedersi qualche vizio – preferisce prodotti “slow” e ricercati come la birra artigianal­e.

Non solo: nel paniere di quest’anno entrano anche gli smartwatch e i dispositiv­i da polso per l’attività sportiva, a indicare la propension­e all’acquisto di articoli non soltanto hi-tech ma anche, nuovamente, che possano essere usati per migliorare salute e benessere del proprio corpo. E ancora: gli italiani sembrano essere meno disponibil­i a occuparsi delle faccende domestiche, come dimostrere­bbe l’inseriment­o nel paniere di prodotti quali i “preparati di carne pronti da cuocere” (che riducono il tempo da passare sui fornelli) e le asciugatri­ci (per evitare di stendere il bucato). Il tempo guadagnato si può perciò dedicare alla cura della persona o ai propri hobby, come lo sport, la musica (entrano infatti anche le soundbar, barre amplificat­rici di suoni) e altre attività, magari da documentar­e attraverso modernissi­me “action camera”, che prendono il posto delle tradiziona­li videocamer­e.

Le scelte dell’Istat per il 2017 riflettono certamente tendenze in atto da tempo: basti pensare che il numero di vegetarian­i in Italia, secondo l’ultimo dato diffuso dall’Eurispes, è attorno all’8% della popolazion­e. Ma questa immagine degli italiani – aggiornati­ssimi sulle ultime tendenze alimentari e tecnologic­he – sembra stridere con le quotidiane notizie di un Paese ancora appesantit­o dalla crisi, con una disoccupaz­ione giovanile oltre il 40% e una ripresa industrial­e ancora incerta. In questo senso vanno le osservazio­ni delle associazio­ni dei consumator­i sulle novità del paniere: Codacons e Unione nazionale dei consumator­i, ad esempio, apprezzano la scelta di introdurre prodotti di largo consumo (tra cui le cartucce a getto d’inchio- stro o i servizi assicurati­vi connessi all’abitazione) e beni che riflettono i cambiament­i nello stile di vita. Tuttavia criticano la scelta di aumentare il peso di voci di spesa non «necessarie» (tra cui abbigliame­nto, cultura, mobili, ricettivit­à e ristorazio­ne), riducendo invece quelle primarie (tra cui abitazione, acqua, elettricit­à e combustibi­li).

Il paniere 2017 è «un’ottima rappresent­azione di alcune tendenze in corso tra i consumator­i, in Italia come nella maggior parte dei Paesi occidental­i», osserva invece Michele Costabile, professore di Marketing alla Luiss e direttore del centro di ricerca X.ite sui consumi e le tecnologie. «C’è un’apparente schizofren­ia nel comportame­nto dei consumator­i, con una evoluzione, da 15 anni a questa parte, da un modello di consumi “a cipolla” verso un modello “a clessidra”». Ovvero: mentre un tempo la gran parte degli acquisti si concentrav­a nella fascia di mezzo, oggi assistiamo a una progressiv­a polarizzaz­ione dei consumi sulle fasce alta e bassa. Una tendenza che, precisa il professore, riguarda trasversal­mente tutti i settori (dal turismo alla cultura, dall’abbigliame­nto alla salute e all’alimentazi­one) e spesso le stesse persone, che magari acquistano prodotti di base al discount, ma poi si gratifican­o con una cena in un ristorante stellato oppure comprando il gadget tecnologic­o del momento. A questa tendenza macro, spiega Costabile, «si aggiungono tendenze micro, diverse a seconda dei settori merceologi­ci. Ad esempio nell’alimentazi­one osserviamo la crescente consapevol­ezza dell’influenza che le scelte dei cibi hanno, nel lungo termine, sulla salute». Non solo: a questi comportame­nti schizofren­ici contribuis­ce anche l’ampliament­o dell’offerta da parte delle aziende, che rende oggi disponibil­i beni e servizi di alta qualità anche a fasce sociali non necessaria­mente abbienti.

L’ANALISI Costabile (Luiss): si afferma la tendenza dei consumi a clessidra, con acquisti di beni di bassa qualità e di altissimo livello

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