Deflazione scongiurata, ora serve più slancio
Sarà vera gloria? potremmo domandarci parafrasando Alessandro Manzoni. La domanda ovviamente riguarda la dinamica dei prezzi e la gloria si riferisce all’inflazione, mai così attesa dopo anni durante i quali la crescita dei prezzi - all’epoca fuori controllo - era oggetto di un’accanita lotta.
Certo, sul dato di gennaio pesano fattori straordinari ma il tono di fondo rende evidente che qualcosa si sta muovendo, quantomeno con una certa sintonia con la media Ue anche se su livelli molto più bassi.
In Italia la domanda delle famiglie - cosa nota da tempo - ristagna. Siamo in una fase delicata e interventi ulteriormente depressivi della domanda non sono certo auspicabili. Semmai occorrerebbero iniziative che mettano insieme la promozione della domanda interna con la facilitazione della concorrenza nei mercati e della flessibilità sul fronte dei prezzi.
Operazioni in questa direzione potrebbero consentire anche di ridare un certo slancio alla fiducia delle famiglie, che devono confrontarsi con problemi di budget, con magre aspettative sul futuro, con un mercato del lavoro in una fase complessa soprattutto per i giovani (quasi uno su due è disoccupato) e con crescenti costi della scala sociale. A ciò si aggiungono i costi esorbitanti dei passaggi generazionali e la cura delle fasce sociali più anziane.
Detto questo possiamo dirci soddisfatti che lo spettro della deflazione appare svanito. Il temuto effetto di avvitamento verticale nella spirale negativa prezziprofitti-investimenti-salarilavoro connesso alla deflazione, ossia alla caduta dei prezzi al consumo, è scongiurato.
Approfittiamo di questo momento per dare una scossa al mercato, per mettere in campo politiche concrete a favore della domanda interna, con un faro su famiglie e imprese.