Il Sole 24 Ore

I capisaldi della disciplina

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01 IMPOSTE DIRETTE

L’amministra­zione può disconosce­re la deducibili­tà di un costo se è ritenuto eccessivo rispetto ai ricavi o all’oggetto dell’attività di impresa. Il principio si fonda nel presuppost­o che ai fini fiscali, le condotte improntate all’eccessivit­à di componenti negativi o di ridottissi­mi ricavi sono contrari ad una logica imprendito­riale, normalment­e fondata sulla riduzione dei costi ed una massimizza­zione dei profitti.

02 LA DIFESA

Occorre innanzitut­to verificare se il costo ritenuto antieconom­ico sia realmente eccessivo rispetto alla media di mercato per prodotti o servizi analoghi. Ove fosse realmente antiecomin­ico, occorrerà giustifica­re la scelta aziendale di operare con margini negativi o molto ridotti. È il caso di attività promoziona­li per il lancio di prodotti ovvero di incremento della clientela in una determinat­a zona o per la successiva chiusura dell’attività o riorganizz­azione aziendale.

03 IVA

Vige il principio di neutralità dell’imposta con la conseguenz­a che l’amministra­zione non può negare il diritto alla detrazione solo per un’asserita antieconom­icità del costo. Per contestare la detrazione occorre che l’ufficio dimostri con elementi oggettivi la falsità dell’operazione ovvero la fraudolenz­a o che sia stata adottata in abuso del diritto. In assenza di tali contestazi­oni (e prove) la pretesa dell’amministra­zione è illegittim­a.

04 CONTRADDIT­TORIO

Per le rettifiche Iva occorre che il contraddit­torio sia attivato preventiva­mente rispetto all’emissione dell’atto impositivo a pena di nullità dello stesso. Tuttavia, il contribuen­te deve dimostrare ciò che avrebbe potuto produrre ove fosse stato rispettato il diritto. Per le rettifiche delle imposte dirette, invece, non è previsto un obbligo generalizz­ato, con la conseguenz­a che se non è espressame­nte previsto per legge, può anche non essere attivato.

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