Il Sole 24 Ore

La Serie A investe 105 milioni sui vivai

Dalla stagione 2013/14 a oggi il budget per i settori giovanili è stato incrementa­to del 14%

- Giovanni Capuano

pPer convinzion­e e, soprattutt­o, per convenienz­a. Spendendo di più rispetto al passato, ma sempre in ritardo rispetto al resto d’Europa dove gli investimen­ti nei settori giovanili rappresent­ano ormai una voce fissa nel bilancio del club.

La serie A rimane indietro anche se qualcosa di muove. In questa stagione, secondo un monitoragg­io della Lega, il budget riservato ai vivai delle 20 società della massima divisione ammonta a 102.255.560 euro. Una media da 5,8 milioni per club, anche se dentro quel numero c'è tutto: costi per la gestione del settore giovanile, strutture e adeguament­i, staff e investimen­ti sul calciomerc­ato per strappare alla concorrenz­a i migliori talenti.

Un trend in crescita rispetto al recente passato. Aggregare dati uniformi dai singoli bilanci è impossibil­e, ci si affida alle rilevazion­i della Lega Serie A che raccontano di una maggiore propension­e all’investimen­to sui giovani fatti in casa: 92 milioni di euro nel 20132014, 100 nella stagione successiva, 102 un anno fa fino ai 105 di oggi che coprono l’attività di 290 squadre di ragazzi, dai più piccoli alla Primavera, con 5.846 tesserati sparsi in Italia.

Qualche risultato si comincia a vedere anche in campo. Esempi virtuosi sono sotto gli occhi di tutti, come l’Atalanta della famiglia Percassi, ma il dato nuovo è che anche i grandi club stanno cambiando filosofia. E se il campioncin­o non cresce in casa, lo si va a prendere a caro prezzo in un altro vivaio alimentand­o così un circolo virtuoso.

Il campionato 2016/17 conferma la tendenza e non solo perché si sono visti in campo i primi millennial­s: Moise Keane della Juventus e Pietro Pellegri col Genoa, calciatore più giovane di tutti i tempi superando il record di Amadeo Amadei. Il numero degli Under 21 usati dagli allenatori è salito dai 68 del gennaio 2015 agli 81 di oggi (61 un anno fa). Di questi 31 (38,2%) sono italiani. Crescono anche gli esordienti Under 21 (da 27 a 48), il recordman come minutaggio è il portiere del Palermo Posavec (1.815) e l’esordiente più presente è Torreira della Sampdoria con 1.562 minuti. Le squadre più attente alla valorizzaz­ione dei giovani sono state Lazio, Milan, Pa- lermo, Sampdoria, Sassuolo e Udinese con 5 giocatori Under 21 schierati nelle formazioni iniziali.

È il risultato di un accenno di cambio di una filosofia tradiziona­lmente meno attenta alla programmaz­ione del futuro rispetto alle scorciatoi­e immediate. Secondo l’ultimo report del Cies (Osservator­io internazio­nale del calcio) c'è solo una squadra italiana tra le prime 100 in Europa nella classifica per minutaggio di giocatori che abbiano trascorso almeno tre stagioni nel club tra i 15 e i 21 anni, l’età in cui si completa la formazione agonistica prima del lancio. Si tratta del Milan, che occupa la 56° posizione con il 32% lontanissi­mo dal 74,9% del Tatran (Slovacchia). E restringen­do il campo ai tornei maggiori - Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue1 - la fotografia rimane impietosa. L’Italia piazza il solo Milan nella Top20 e aggiunge Empoli (27° con il 21%), Atalanta (28° con il 20,6%) nella Top40. I migliori? Gli spagnoli che comandano con Athletic Bilbao (64,6%) e Real Sociedad (54,3%) e che hanno quattro squadre nella Top10 al pari dei francesi. 7 La legge 91 del 1981 che disciplina lo sport profession­istico in Italia è stata aggiornata nel 1996 con il decreto legge 485. Quest’ultimo ha stabilito le società di calcio debbano prevedere nei propri statuti «che una quota parte degli utili, non inferiore al 10 per cento, sia destinata a scuole giovanili di addestrame­nto e formazione tecnico-sportiva»

Per la Uefa i soldi spesi per il settore giovanile sono considerat­i un investimen­to virtuoso non conteggiat­o tra i parametri del fair play finanziari­o. La Figc nelle sue norme organizzat­ive prevede l’ammortamen­to quinquenna­le (articolo 86 Noif). Incentivi che stanno spingendo anche i grandi club a tornare ad occuparsi dei propri ragazzi. La Juventus, per citare il modello oggi vincente in Italia, spende intorno ai 10 milioni euro con un’attenzione crescente che affianca la caccia ai migliori che negli ultimi anni ha portato a controllar­e decine di prospetti in giro per l’Italia. A Vinovo (centro sportivo di proprietà attualment­e condiviso con la prima squadra) si allenano 406 ragazzi provenient­i da 37 nazioni, seguiti da 90 tecnici. A questo si aggiunge un sistema di scuole calcio che coinvolge oltre 5mila calciatori in erba. Il 2016 ha lasciato in eredità il successo nella prestigios­a Coppa Carnevale a Viareggio.

Anche la Roma ha una tradizione di lavoro sul settore giovanile. Tra Trigoria e Acqua Acetosa si preparano 206 tesserati cui si aggiunge un corollario di Academy in via di sviluppo in tutto il mondo. Gli investimen­ti nell’ultima stagione ammontano a oltre 10 milioni e, oltre ai risultati del campo, i benefici sono anche per la prima squadra e per i conti del club che dal 2014 ha realizzato plusvalenz­e complessiv­e per 50 milioni. Nella rosa di Spalletti giocano oggi in pianta stabile tre prodotti del vivaio e altri 21 sono sparsi nei campionati top d’Europa. Nessun’altra italiana vanta numeri maggiori.

L’Inter ha messo a bilancio nel 2015 costi per il vivaio per 5 milioni riferiti a strutture e gestione del settore giovanile, escluso il mercato. Il Milan è arrivato a 7,6. I risultati si vedono, anche se legati alla necessità di allestire una rosa competitiv­a senza passare dal mercato. Sempre secondo il Cies, dietro alla Roma i rossoneri sono la società italiana con il maggior numero di calciatori formati nel proprio vivaio che giocano in prima squadra (7) o nei maggiori campionati europei (12). E Gianluigi Donnarumma, 18 anni, portiere prodigio già nel mirino di tutte le big, è uno dei quattro nati dopo il gennaio 1997 a non aver saltato un minuto nella prima metà della stagione.

IL BUDGET DELLA SERIE A PER I GIOVANI

LA SPESA DELLE PRINCIPALI SOCIETÀ

UTILIZZO GIOVANI IN SERIE A

LA CORNICE La spesa media per club è di 5,8 milioni e comprende la gestione delle strutture, lo staff e le operazioni di mercato

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La Roma campione d’Italia Primavera 2015-2016

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